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Ebraismo - A. Matta

"Venere in pelliccia" di Roman Polansky

di Alessandro Matta

''Venere in pelliccia'' locandina“Donne di tutto il mondo ,  unitevi e vendicatevi di questo (cosiddetto) sesso forte così prepotente e pieno di stereotipi nei vostri confronti!”. Sembra venire in mente una espressione come questa , vedendo il finale diabolico dell’ultimo grandioso film di Roman Polansky.

Questa pellicola provoca veri momenti di piacere e di grande cinema in chiunque ben conosca un mostro sacro come il grande Polansky , fin dai grandi tempi di “Rosemary’s Baby” . Pur non uscendo per due ore fuori da un teatro , Polansky è capace di farci viaggiare nel tempo:  da un teatro nella Parigi di oggi e dal suo agente teatrale così esigente e severo verso tutte le donne che gli si presentano  (un Mathieu Almaric in vero stato di grazia)  ecco che all’improvviso  lei: l’attrice ideale, Emmanuelle  Seigner (la moglie di Polansky!), nel film Vanda.

''Venere in pelliccia''Apparentemente agli inizi così inadatta, così “troppo di strada” così poco teatrale per quel ruolo che Almaric esige, ecco che la  Seigner diviene in un attimo una donna Russa del 1800, poi ancora una perversa “tigre del piacere e del sesso”, una psicanalista capace di “esplorare la mente” dell’uomo che le sta davanti (la scena della “psicanalisi” di Vanda verso Almaric è estasiante!) ed infine ancora una Venere degna di questo nome, sensuale e vendicatrice. Ma non finisce qui: ecco che la nostra Vanda sa come prendere di punta il nostro protagonista maschile disquisendo di lui su tutto.
Quello di Polansky non è solo teatro:  è il duello tra le due intelligenze Maschili e Femminili nella nostra società. E’ un braccio di ferro continuo  tra le diverse posizioni sul testo teatrale: da un lato Vanda , così decisa nel definire questo testo come Sessista ma anche così “di denuncia” verso la violenza sui minori , dall’Altro Almaric così attaccato alla sua definizione di “Grande opera letteraria” per questo testo che vuole trasporre a teatro.

''Venere in pelliccia''Ma attenzione! Vanda non si sottometterà mai, nemmeno davanti a quelle scene dove dovrebbe lei essere la sottomessa .
Questo film è  la storia di una vera e diabolica vendetta:  vendetta verso tutti quegli uomini che  sono capaci di vedere la donna solo come un oggetto del loro desiderio , della loro perversione , e poco importa se per soddisfare la sua perversione un uomo si fa “schiavizzare” dalla donna . Anche in questo caso è la donna a essere “usata” , non certo l’uomo.
E Polansky fa centro ! Indubbiamente. Possiamo dire uscendo dalla sala, riformulando la frase finale del film, che “Roman Polansky lo colpì, e lo mise nelle mani di una donna…” e che donna , signore e signori!
Donne di tutto il mondo, correte al cinema ! Non perdetevi questa esilarante ultima fatica del grande Polansky ,così attuale nelle notizie che ci giungono ai nostri giorni di femminicidi e violenze contro le donne, e almeno al cinema prendetevi una bella rivincita ! Polansky, come dice Roy Menarini dalle colonne di “Film tv” di questa settimana “Si può permettere a sua moglie un personaggio dentro un personaggio” così incredibile e Satanico paritempo.
Non ve ne pentirete…


20 novembre 2013