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Percorso

C’era una volta… Il cinema tedesco

Fra fiabe e film continua a Cagliari la rassegna sul cinema tedesco. di Elisabetta Randaccio

I fratelli Grimm

Programma Il Cinema tedesco oggi

Nel 1812 i fratelli Jakob e Wilhelm Grimm pubblicavano la celebre raccolta di fiabe, che avranno – distorte, mutate, rinvigorite, attualizzate – un’influenza straordinaria nell’immaginario culturale di ogni nazione, anche perché le brevi, esemplari storie proposte dagli autori tedeschi hanno radici in archetipi narrativi presenti in svariate culture occidentali e anche orientali (pensiamo a un mito egiziano similare alla seconda parte di “Cenerentola”, per esempio).

Nel cinema, poi, l’opera dei Grimm si è configurata come un vaso di Pandora da dove sono scaturiti soggetti e sceneggiature plasmati in mille declinazioni diverse. Questa tendenza prosegue pure nella contemporaneità, con l’esigenza di abbattere le censure di alcuni particolari violenti o inquietanti presenti nei testi originari, di cui le animazioni del periodo “classico” di Disney sono l’esempio più clamoroso, oppure con la necessità di attualizzare le favole reinterpretandole secondo i gusti del pubblico moderno.

''Rapunzel''In questo senso, la proposta 2013 dall’ “ACIT” di Cagliari, riesce a comprimere in una rassegna assai interessante, alcuni elementi di riflessione sul’interpretazione complessa delle fiabe dei fratelli Grimm nel grande schermo. La manifestazione, che ha il titolo “Es var einmai…C’era una volta…Il cinema tedesco tra fiaba e realtà.”, come sempre negli eventi “ACIT”, propone film in lingua originale con sottotitoli in italiano e approfondimenti e introduzioni di esperti.
Si è partiti dal concorso che il “Goethe Institut” ha indetto per il bicentenario della pubblicazione delle fiabe per autori che reinterpretassero le classiche favole in corti di animazione. A questo proposito si è dato spazio all’’autrice di “Rapunzel”, Gitte Hellwig,la quale ha raccontato la sua esperienza cinematografica. In seguito, abbiamo avuto la proiezione di un capolavoro dell’animazione e della sperimentazione della settima arte del Novecento: “Le avventure del Principe Achmed” (1926) della regista Lotte Reiniger.

''Le avventure del Principe Achmed''L’autrice di questo straordinario viaggio favolistico, realizzato con la tecnica  delle silhouette, ha, peraltro, lavorato per tanto tempo sulle fiabe di Grimm, realizzando dagli anni quaranta ai settanta cortometraggi deliziosi in cui i personaggi delle fiabe classiche tedesche erano realizzati con raffinatezza e anche ironia. Alcuni di questi gioielli filmici si sono potuti vedere nella serata dedicata alle “Fiabe dalla traduzione gramsciana alla strumentalizzazione nazista”, con gli approfondimenti del prof. Mauro Pala.
La seconda parte della rassegna si è incentrata, invece, su lungometraggi di autori tedeschi dell’ultima generazione, che nelle loro opere sono stati fortemente influenzati dall’immaginario fiabesco inteso soprattutto come elemento archetipico dell’inconscio o stimolo narrativo per apologhi moderni. In questo senso, si possono leggere “Il pescatore e sua moglie”(2005) di Doris Dorrie, “La felicità di Emma” (2006) di Sven Taddicken e “Chi muore prima è morto da più tempo” (2006) di Marcus Hauscham Rosenmuller.

Gli ultimi appuntamenti –sempre da non perdere perché si tratta di film di qualità distribuiti per niente o poco e male nel nostro paese – saranno con “Krabat” (2008) di Marco Kreutzpainter e “Così felice non son mai stato” (2008) di Alexander Adolph.

4 dicembre 2013

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