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"Philomena" di Stephen Frears

Il consiglio di Elisabetta Randaccio

''Philomena''Philomena è un’appassionata lettrice di romanzi rosa, quelli con la trama complicata, i colpi di scena improbabili e un lieto fine scontato. Queste letture hanno un valore più significativo di un semplice passatempo; Philomena si identifica e analizza acutamente i personaggi di quei libretti.

Anche lei, in fondo, ha avuto un destino drammaticamente complicato: è rimasta incinta giovanissima, dopo una occasionale relazione vissuta come il sogno d’amore perfetto, è finita in convento (siamo nell’Irlanda dei primi anni cinquanta e il monastero-prigione ricorda quello altrettanto sadico di “Magdalene” di Peter Mullan), le hanno tolto il bambino per darlo in adozione a una coppia di americani.

Poi, la sua esistenza è proseguita normalmente: si è trasferita in Inghilterra, si è sposata, ha avuto un’altra figlia. L’angoscia, però, per quel bambino strappatole, non è mai venuta meno, sebbene custodita nella sua riservatezza.

''Philomena''Va a cercare Philomena un politico in cattive acque, il quale tenta di ritrovare la visibilità perduta col suo riposto mestiere giornalistico. E’ alla ricerca di scoop sensazionalistici e popolari. La storia di Philomena gli sembra adatta per uno sfruttamento mediatico e l’anziana donna pare sprovveduta al punto giusto. Inizia, così, l’incontro tra Philomena e Martin alla ricerca di un figlio perduto attraverso un viaggio negli Stati Uniti e, in seguito, il ritorno nell’Irlanda dove tutto è cominciato. Ma l’avventura porterà colpi di scena anche tragici e la seconda parte del film racconta lo svelamento di un mistero, costruito dall’ignoranza, dalla frustrazione, dalla rigidità mentale.

La menzogna, poi, sembra essere una duttile regola su cui si fonda la società: mente Martin per avere la fiducia di Philomena, ha mentito il figlio di Philomena sulla sua identità sessuale per entrare nell’entourage del partito repubblicano americano, mentono le suore per allontanare da sé gravi colpe.

''Philomena''La sceneggiatura perfetta di Steve Cogan e Jeff Pope è esemplare e Stephen Frears, gran narratore di storie filmiche, se la adatta alla propria sensibilità con risultati ottimi. Lo sceneggiatore è anche uno dei protagonisti, che gareggia con la sublime Dench, un’attrice fantastica capace di dosare ironia e dolcezza, commozione e risate, un genio dell’arte della recitazione che consigliamo, soprattutto in questo caso, di scoprire nella versione originale con la sua voce calda. Sin dalla prima veneziana, dove pubblico e critica amarono, senza esitazioni, il film, si pensava a un’interpretazione destinata a essere premiata con l’ “oscar”. Per ora, “Philomena” ha ricevuto tantissime gratificazioni e un buon successo di pubblico. E in fondo Judi Dench non ha bisogno di statuette dell’Academy per essere la “regina” degli attori di lingua anglofona. Lo si può intuire anche entrando nella National Portrait Gallery a Londra: il suo grande ritratto appare quasi subito al visitatore a ricordare come l’arte sia parte vivente della Storia.  

22 gennaio 2014