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Il futuro del cinema in Sardegna: la parola ai candidati

Cinemecum intervista Michela Murgia (Sardegna Possibile) e Mauro Pili (Unidos).

Cinema, industria sostenibileDopo l'articolo le video interviste.

La campagna elettorale è già iniziata e manca meno di un mese all'appuntamento alle urne. Cinemecum non tifa per nessuno (anche se ognuno di noi ha ovviamente le sue personali opinioni), tuttavia noi di Cagliari in corto siamo convinti che l’enfasi posta da alcuni sulla conservazione della lingua sarda sia eccessiva rispetto alle esigenze di un'Isola che deve innanzitutto uscire dall’isolamento e progettare il suo sviluppo per dare lavoro a tanti giovani.

Il cinema sotto questo profilo è un valido strumento: porta lavoro, offre occasioni preziose di promozione, contribuisce a rafforzare il turismo e soprattutto crea economia, specie in un'ottica di riconversione industriale.
La lingua sarda è sacrosanta: noi vogliamo preservare la nostra identità e siamo orgogliosi della rubrica "Linua a colores; ma l'attuale Giunta  ha stanziato più fondi per la lingua sarda che per il cinema. Per noi è un paradosso. Cinemecum vuole parlare con i sardi e con il resto del mondo, vuole promuovere l’Isola e i nostri autori fuori dai confini italiani; per questo grazie al contributo gratuito dei nostri collaboratori sempre più pubblicheremo in lingua inglese per attirare lettori da ogni dove e portarli sul nostro sito, così come facciamo in questo numero con gli interventi da Londra e New York su La frande bellezza di Sorrentino

Michela MurgiaAi nostri lettori sardi, invece, offriamo l’occasione di sentire il parere – e i progetti - sul cinema dei candidati alla carica di governatore e per informarli sulle loro intenzioni.
Questa settimana proponiamo le video interviste di Michela Murgia, candidata di “Sardegna Possibile” e di Mauro Pili, leader di  “Unidos”. Entrambi, come sentirete, hanno compreso  l’importanza del settore cinema sotto tutti i profili: culturale, economico e promozionale, tuttavia appare chiaro che la vastità dei numerosi  temi che devono affrontare non ha consentito loro di approfondire quello del cinema. Michela Murgia statuisce la necessità di una legge sul cinema: lo saprà che esiste già e che alla sua stesura ha contribuito anche Antioco Floris  candidato nelle sue liste? Pili, invece, sembra relegare il problema della Fondazione Sardegna Film Commission e della sua autonomia a una questione di poco conto attinente alla burocrazia. Entrambi usano parole forti come visione, progetto e strategia ma non indicano né gli strumenti né la provenienza delle risorse con le quali vorrebbero beneficare il settore e neppure  come intendano coinvolgere eventualmente anche i privati. E’assente nei loro discorsi la parola marketing o per dirla in italiano mercato, che per il cinema è  essenziale.

Mauro PiliOggi Moviementu, con il quale ci congratuliamo per i recenti successi conseguiti (v. articolo di V. Corona), incontra Francesco Pigliaru e immediatamente dopo ha convocato una importante riunione del suo direttivo, i cui esiti sapremo solo a tarda sera. Noi di “Cagliari in corto” ci siamo permessi di inviare al Presidente Marco Antonio Pani un messaggio per ribadire la nostra posizione sulla legge che deve essere necessariamente modificata: noi siamo a favore del “ sistema Puglia” con una legge sintetica che riporta i principi forti e chiari della attuale legge e uno statuto della Fondazione con regole e regolamenti altrettanto chiari. La Fondazione la vorremmo autonoma e indipendente, ma forte e trasparente affinché sia un punto di riferimento per tutto il cinema in Sardegna. Vogliamo porre uno stop alle ingerenze e lentezze  della burocrazia e della politica che deve però continuare a controllare l’uso corretto (sic!) del denaro pubblico.

La settimana prossima vorremmo intervistare Francesco Pigliaru, candidato del Pd e Ugo Cappellacci che si ripropone come governatore per il Pdl. Speriamo che la vignetta di Silvia Ciccu non tocchi la loro suscettibilità. Anche questa volta confidiamo nell’intelligenza dei sardi, nella loro capacità di fare ironia e nel rispetto del diritto di critica e satira. Noi da quasi 15 anni continuiamo a ripetere gli stessi concetti e in risposta abbiamo solo sentito parole di convenevoli (innumerevoli e spesso vaghe promesse) che non hanno trovato corrispondenza nelle decisioni, nei provvedimenti e nelle azioni. Ora ci permettiamo di ricorrere all'ironia sperando che questa, come insegnano gli antichi maestri di retorica, possa rendere più efficace la comunicazione e stimolare il dibattito.
(A cui invitiamo tutti i lettori)


MICHELA MURGIA

 


MAURO PILI

22 gennaio 2014