Moviementu, fuori dagli schieramenti
Per l'associazione degli operatori del cinema e degli audiovisivi la campagna elettorale è un laboratorio per il futuro. di Marco Antonio Pani
Come molti di voi sapranno, in questo periodo è in pieno svolgimento la campagna elettorale che porterà la Sardegna all'elezione del nuovo governo regionale. E come molti di voi sapranno la nostra associazione conta ormai quasi 170 associati, tutti, o quasi, attivamente operanti nel settore del cinema e dell'audiovisivo.
Questo vuol dire che molti dei nostri associati, a prescindere dal fatto di riconoscersi personlemente in questo o quel partito o coalizione politica, sono lavorativamente impegnati a vario titolo nella realizzazione di spot e campagne elettorali. Al tempo stesso, la necessità della nostra associazione di difendere il futuro del lavoro in campo cinematografico e audiovisivo nella nostra isola, fa sì che proprio in questo periodo si intensifichino gli incontri di nostre delegazioni con candidati e comitati elettorali, al fine di portare alla conoscenza di tutti, i nostri problemi e le strategie che noi proponiamo per il futuro del comparto.
Per questi due motivi (lavorativo e di comunicazione con i candidati), i nostri associati potranno apparire, come già è capitato, in filmati o fotografie che li ritraggono nelle situazioni suddette, pubblicate nei principali social network. Per questo motivo ci preme comunicare e precisare che, in nessun modo, la partecipazione lavorativa dei suoi soci alla realizzazione della campagna di comunicazione di questo o quel candidato, o finanche la loro partecipazione a titolo personale (come sostenitori o addirittura come candidati) durante la campagna elettorale di questa o quella formazione politica, configura l'associazione Moviementu come partner o sostenitrice di nessuna forza politica in particolare. Lo statuto di Moviementu recita, infatti, con convinzione: "L'Associazione è costituita da cittadini liberamente associati, è apartitica, aconfessionale, non ha scopi di lucro." E noi tutti teniamo molto a che questi principi siano chiari e riaffermati.
Detto questo speriamo, sinceramente, che chiunque vada a governare la nostra isola, al termine di queste consultazioni, non faccia l'errore, ancora una volta, di considerare il cinema e l'audiovisivo come mera espressione artistica o culturale, ma anche come possibile forte, moderno e redditizio volano di sviluppo economico per la Sardegna. Qualche segnale positivo l'abbiamo avuto. Forse la nostra opera di sensibilizzazione sta aprendo qualche breccia di maggiore conoscenza e considerazione verso il nostro lavoro.
Noi siamo 170 e molti altri ancora sono i sardi che lavorano nel nostro settore. Siamo lavoratori, abbiamo famiglie, e facciamo un lavoro bello e pulito, che porta sviluppo e un ritorno d'immagine alla nostra terra. Un settore che porta investimenti che diventano immediatamente diffusi. In Irlanda, l'anno scorso, a fronte di un investimento pubblico di 20 milioni di euro, si è creato un ritorno economico sul territorio di 128 milioni di euro. Nella sola provincia di Galway, grande e popolata più o meno come la Sardegna, il ritorno è stato di circa 71 milioni di euro, con centinaia di persone occupate e lo sviluppo di numerose piccole e medie imprese operanti nel settore audiovisivo. Sono cifre importanti. E costituiscono il nostro obiettivo.
Lottare per arrivare a quelle cifre non è un'utopia, significa lottare per il nostro lavoro, ma anche contribuire allo sviluppo della nostra terra con un'attività pulita e sostenibile. Questo è il nostro impegno. E portarlo all'attenzione di tutti è il nostro primo principio.
Marco Antonio Pani per Moviementu, rete-cinema-Sardegna
5 febbraio 2014