Percorso

"Don Camillo e l’onorevole Peppone" di Carmine Gallone

di Claudio Castaldi

''Don Camillo e l'Onorevole Peppone''Don Camillo e l’onorevole Peppone” è il terzo episodio della regia di Carmine Gallone uscito nel 1955 che vede sempre come protagonisti i due rivali per la pelle: il parroco don Camillo e il sindaco Giuseppe Bottazzi.

Oltre ai soliti attori dei due episodi precedenti in questo abbiamo due new entry: Memmo Carotenuto (lo spiccio) e Claude Sylvain (la compagna inviata dal partito).
In quei giorni a Brescello stavano prendendo piede le giornate della pace e dal continente arrivavano persone importanti per tenere delle conferenze per le donne, tra l’inviata dal partito Clotilde Mari. Ecco lo slogan “Abbasso la guerra, viva la Pace”.

''Don Camillo e l'Onorevole Peppone''Il sindaco Giuseppe Bottazzi si presenta candidato alle elezioni del 1953 vuole diventare deputato del partito del fronte popolare (sinistra unita).
Dal momento della candidatura, alle elezioni, andrà tutto liscio o i nostri due personaggi si faranno guerra come sempre?
Don Camillo, saputa la notizia dal giornale “Patria Unita” che gli stessi Comunisti stavano divulgando, inizia il suo piano per impedire che il sindaco vinca le elezioni.
Peppone per prima cosa è costretto a sostenere gli esami di licenza elementare, un problema di matematica e un tema. Il sindaco preso dallo sconforto, non riesce a risolvere il problema invoca l’aiuto di Dio che, in suo soccorso, gli manda Don Camillo che gli porta la medicina: la soluzione del problema e il tema da svolgere.
Cito una frase molto attuale che dovrebbe essere di esempio anche per i nostri governanti attuali che don Camillo dice a Peppone “Tu soffri di mal dell’asino vorresti risolvere i problemi del mezzogiorno e non riesci a risolvere un problemino di quinta elementare”. Il sindaco è promosso a pieni voti.

''Don Camillo e l'Onorevole Peppone''Finiti gli esami ecco altro problema che vede coinvolti il sindaco e il parroco in una controversia tra il contadino Bezzi e il mezzadro Tasca.
Il Bezzi contadino con moglie in dolce attesa è proprietario di un podere occupato dal Tasca al momento della scadenza dell’usufrutto il Tasca, si rifiuta di restituire il godimento pieno sul podere.  
Il contadino, non volendo arrivare a vie legali per sfrattare il Tasca, decise di sottoporre la questione a don Camillo. Il parroco, condotto il Bezzi dal sindaco, ma con scarsi risultati, decide di tenerlo sotto la sua protezione.
Il contadino insieme alla moglie alloggia sotto il portico del comune. In sintesi il Tasca non voleva ridare il podere al Bezzi perché sotto delle fascine era custodito dai tempi della guerra un carro armato con la stella americano. Il sindaco quindi pensa di far saltare il ponte sul canalaccio cosi tolte le prove, nessuno avrebbe potuto dire come mai quell’arnese coi cingoli si trovasse ancora li. Ecco che da una soffiata fatta dallo Spiccio (Memmo Carotenuto) a don Camillo del fatto che Peppone stava minando il ponte, il nostro parroco riesce a mettere una pezza.

''Don Camillo e l'Onorevole Peppone''I due amici-nemici avviano il piano Panzer. Mentre Peppone e Don Camillo nascosero bene il carro armato sotto il portico del comune, avviene qualcosa d’insolito e di bello, la moglie del Bezzi diede alla luce il suo bel bambino. Allo stesso di Maria e Giuseppe che non trovando un posto a Betlemme tutta occupata per un censimento voluto da Erode, furono costretti a dare al mondo Gesù in una capanna al freddo e al gelo.
Ormai le elezioni sono prossime, Peppone per dare all’occhio decide di far stampare un poster con il suo faccione, che con lo zampino del prete, diventa come il diavolo, con le corna e i baffi. Un comunista come Peppone non può tollerare un gesto simile da come lui stesso lo definiva “il più nero dei reazionari” e decise di vendicarsi. Avviene il sorteggio a chi tocca tocca, se lo scoprono paga lui di persona.
Don Camillo per il giorno della sconfitta di Peppone decise di far ingrassare i suoi polli “della vittoria” e di mangiarli per quell’occasione. Alle dieci e mezza qualcuno con aria furtiva era entrato in chiesa per la porticina laterale della chiesa con una chiave inglese e avviatosi al pollaio ruba e si nasconde sotto il mantello tutti i polli e se li porto via.

''Don Camillo e l'Onorevole Peppone''Il ladro purtroppo lascia le sue impronte, un cappello sul bancone della chiesa e un cero nuovo fiammante acceso. Don Camillo mentre suona l’organo si addormenta e non si accorge di niente ma verso mezzanotte si accorge che il suo sogno era realtà e che i suoi amati “polli della vittoria” non c’erano più anzi solo uno col cartello “crescete et moltiplicorum”.
La sua sconfitta più grande era che il cane Pull non aveva abbaiato “al ladro”.
Tutti gli indizi sono contro il sindaco che citato in giudizio è stato reso una macchietta da don Camillo, sostenendo che durante il furto Peppone era insieme al prete per confessarsi.
La moglie di Peppone è molto provata dal comportamento del marito (il sindaco) soprattutto dall’arrivo della compagna del partito. Avverte don Camillo, prende la bicicletta e, mentre si reca al paese per andare ad abitare dalla mamma, Peppone la intravede e la riconduce sotto il tetto coniugale. Il nostro povero don Camillo è costretto a tornare a casa in bicicletta e a fare la bellezza di 22 km.

''Don Camillo e l'Onorevole Peppone''La moglie, il fatidico giorno delle elezioni, non sostiene il marito al punto tale da non dargli voto a favore.
Peppone vince sia per sfortuna di don Camillo che di Maria, moglie di Peppone, le elezioni e diventa deputato.
Durante il comizio che vede la partecipazione del avv. Cerratini, don Camillo ne combina una delle sue inserisce il disco con la canzone del Piave. Peppone diventa patriottico a suon di musica.
Il giorno seguente post elezioni, Peppone deve recarsi a Roma ma mentre saluta tutti arrivato il turno della moglie, lei dice: “Quando si ha moglie e figli, non si diventa deputato”. Ma ecco che in tutte le belle storie compare il lieto fine. Peppone arrivato a Boretto, prima fermata del treno dopo Brescello, incontra don Camillo.

''Don Camillo e l'Onorevole Peppone''Il parroco gli fa un discorso talmente commovente che scende dal treno e torna a casa dalla moglie e dai figli. Presa ognuno una bicicletta, i due tornano a casa ma durante il tragitto si rincorrono, l’uno per superare l’altro ed essere il primo, ma arriva un momento in cui entrambi tornano a pedalare di pari passo.
La voce narrante interpretata da Alessandro Cicognini a chiusura del film dirà: “Ecco ricomincia l’eterna gara dove ognuno dei due vuole disperatamente arrivare primo, però se uno dei due si arretra, l’altro lo aspetta per continuare insieme il lungo viaggio fino al traguardo della vita”.
Penso che questo messaggio possa essere la nostra bandiera da utilizzare sempre con tutti e verso tutti nel rapporto col prossimo.

2 aprile 2014

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