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Fumetti - L. Crippa

Piccoli Fantastici crescono (Fantastic 4 and the rise of Silver Surfer)

di X-Luca 

 Titolo originale: “Fantastic Four: Rise of the Silver Surfer”. Regia: Tim Story. Usa 2007. Abbiamo fatto decisamente un passo avanti. Nonostante la mia passione per il genere, non posso nascondere che il primo film dei Fantastici 4 soffrisse di un soggetto un pò deboluccio, una sorta di prequel in cui si conoscevano i personaggi, si entrava appena nel clima familiar-supereroistico del quartetto (Reed Richards - Mr. Fantastic, Sue Storm - la Donna Invisibile, Johnny Storm - la Torcia Umana e Ben Grimm - la Cosa) per finire in una scaramuccia poco attendibile con la loro nemesi, Victor Von Doom - Dr. Destino. Mediocre.

Qui cominciamo invece a respirare l'atmosfera "spaziale" che permea molte avventure dei F4, e il film, né troppo lungo, né troppo corto, scorre piacevolmente, senza annoiare e senza fronzoli troppo pretenziosi.
Certo, i dialoghi a volte potrebbero essere migliori, specie quelli di Reed Richards.
E il personaggio di Destino continua soffrire di non arrivare alla grandeur regale che circonda il suo personaggio nei fumetti. Forse si può proprio trovare un difetto  nella non-pretenziosità che ancora aleggia nei film dei F4, anche se non mi trovo d'accordo con molte critiche lette, che parlano di scenette da cabaret con qualche effetto speciale. Evidentemente non sono abituati all'atmosfera comunque scanzonata dei primi fumetti del quartetto che fanno indubbiamente da riferimento. Certo, si può fare di più.

 In breve, nel film, l'attesissimo matrimonio tra Reed e Sue viene ancora rimandato, a causa degli sconvolgimenti planetari dovuti alla presenza di un misterioso essere argenteo, che prepara la Terra ad accogliere l'entità chiamata Galactus, il divoratore di mondi (dal nome ne capite già la pericolosità). E il Dr. Destino torna per cercare di volgere a suo vantaggio la situazione.

 
La società di effetti speciali Weta ha realizzato il personaggio di Silver Surfer applicando sull'attore-mimo Doug Jones (che ha prestato il suo corpo già ad altri personaggi immaginari, come ne "il labirinto del Fauno" e in "Hellboy") tutti i riferimenti che hanno permesso di ricreare la figura al computer rendendola viva e solida, in modo credibile e affascinante.

E qui, mi soffermerei sull'occasione che il film ha dato di conoscere uno dei personaggi dei fumetti più affascinanti (beh, a mio parere) e poetici, almeno dell'universo MARVEL, Silver Surfer.

 "Le piogge sono abbondanti e il suolo è abbastanza fertile da nutrire una galassia. E il sole.... sempre caldo... e stabile. Sempre simbolo di nuova vita, di nuova speranza! È come se la razza umana fosse stata favorita divinamente tra le creature viventi! E tuttavia nella sua incontrollabile follia... nella sua imperdonabile cecità... essa cerca di distruggere questo lucente gioiello...
E io, intrappolato in questo mondo di follia... io... quanto tempo passerà prima che i miei occhi possano tornare ad ammirare le meraviglie del turbinante universo?
"

Queste parole, che Stan Lee e i suoi collaboratori fanno pronunciare a Silver Surfer nel suo vagabondare sulla Terra, sono state scritte in tempi in cui non si parlava di inquinamento, di buco dell'ozono. Le frasi erano scritte in una prosa abbastanza ricercata per un fumetto, diversa dai dialoghi di Ben Grimm o di Johnny Storm, scanzonati e gergali, per dare l'idea di una saggezza cosmica.

 Silver Surfer un tempo era Norrin Radd, abitante di una razza iper tecnologica, su un mondo lontano. Una razza che ormai aveva perso interesse per l'emozione e la scoperta, avendo scoperto tutto. Lui si sentiva alieno, tra la sua gente, desideroso di qualcosa di più. Di qualcosa da raggiungere.
Poi un giorno il pianeta incontra la sua crisi. Dallo spazio arriva Galactus, un'entità praticamente eterna, che si ciba di pianeti. Norrin lo raggiunge, lo implora di salvare il suo mondo. Ma non c'è niente da fare, Galactus ha fame. Raggiungono un patto. Lui si fa trasformare nel Silver Surfer, araldo di Galactus, che agilmente può attraversare lo spazio alla ricerca di pianeti di cui l'entità può cibarsi, in cambio Galactus risparmierà il pianeta (e l'amata di Norrin, Shalla -Ball). Cosi Silver Surfer, dopo tanto tempo, arriva alla Terra. Ma la compassione dei suoi abitanti, il loro non arrendersi, porta il Silver a una crisi che culminerà nella ribellione contro il suo padrone. Con degli espedienti (un pò ingenui se letti adesso) convincono Galactus ad andarsene ma lui punisce l'araldo, impedendogli di uscire dall'atmosfera terrestre.

Ed essendo ormai abituato a solcare le profondità cosmiche, l'essere d'argento inizia un ciclo di storie in cui l'umanità lo teme e lo allontana, nonostante il suo amore per la razza umana. In cui ancora una volta si ritrova a sentirsi alieno in un mondo dove osserva una razza piena di passioni, a volte distruttive, a volte autodistruttive e a volte capace di slanci di generosità e di sacrificio. E spesso in questi fumetti si assisteva allo stridere del confronto, tra le miserie e le piccole cupidigie degli umani, confrontate con la saggezza cosmica del personaggio.
Che tornava poi a solcare i cieli, solitario, cercando un significato alla sua presenza.

P.S. sono sempre sconvolto da certi "critici" di professione. Una critica dell'Espresso ha troncato il film (i soliti buoni contro i cattivi) confondendo il Dr. Destino con Galactus. Come si può criticare un film senza sapere chi sono i personaggi?