Percorso

"Monsieur Lazhar" di Philippe Falardieau (Canada 2011)

di Clara Spada

''Monsieur Lazhar''Pluripremiato e candidato agli Oscar 2012 come miglior film straniero, diretto con mano felice da Philippe Falardieau, questo gioiellino è passato di volata nelle sale cinematografiche visto da pochi spettatori, recentemente proposto in tv.

Egregiamente interpretato da Mohamed Fellag, attore e comico, narra la vicenda di  un algerino rifugiato politico a Montréal che si propone come insegnante in una scuola locale. Vantando un inesistente lungo periodo d’insegnamento nel suo Paese, intende sostituire una insegnante che si è suicidata impiccandosi nella sua classe. Non è la sua professione, traballa nella lingua, ma l’empatia che mostra e sente per gli scolari turbati dalla imprevista tragedia lo rende perfetto per il ruolo.

''Monsieur Lazhar''Cambia alcune regole, distribuisce qualche scappellotto, impone il dettato, e dopo il primo impatto conquista i bambini instaurando un rapporto da pari a pari. Il film si srotola con andamento lento, privo di “scene madri”, tutto è sottotono, giusto per non rinnovare il turbamento nei giovani allievi. In questa calma ovattata due scene spiccano fra tutte: Bashir Lazhar, di spalle nell’aula vuota, che accenna lenti passi di danza della sua terra; ancora lui che si sofferma a guardare incantato largi evanescenti fiocchi di neve che imbiancano una città non sua.
Quasi di sfuggita, sempre in toni molto misurati, nell’ufficio immigrazione si scopre la sua personale tragedia: moglie e figli morti nell’incendio della sua casa ad Algeri per un previsto attacco terroristico che lo aveva costretto a emigrare in Canada.

''Monsieur Lazhar''Ha in tasca la foto dei suoi cari, ogni tanto la guarda, dal suo viso emana una profonda serenità, un superamento del dolore, una raggiunta pace interiore che ha voluto e vuole trasmettere ai suoi alunni. E ci riesce, meglio degli psicologi ai quali sono stati affidati. Con molta delicatezza nel film vengono “suggeriti” temi forti quali il terrorismo, l’immigrazione, le diverse radici e identità culturali, i rapporti interpersonali. La vita riserva anche momenti di dolore che regista e attori interpretano senza pietismi, sfiorando sensi di colpa e di paura, solitudini familiari, affetti riscoperti, incomprensioni. Monsieur Lazhar, non gradito dai genitori per aver parlato della tragedia coi bambini, “turbandoli”, perde il posto d’insegnante anche se ciò che con tanta dolcezza ha seminato darà buoni frutti. L’abbraccio finale fra l’insegnante e una allieva ne è la conferma.

26 maggio 2014

Powered by CoalaWeb

Accesso utenti e associazioni