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Fumetti - L. Crippa

"X-Men: giorni di un futuro passato" di Bryan Singer

di Luca Crippa

''X-Men: giorni di un futuro passato''X-Men: days of future past - USA 2014 - regia di Bryan Singer
Continua l’avanzata dei cinecomic targati Marvel. Un universo un po’ frammentato, al contrario di quello cartaceo, a causa dei diritti sparsi, sorpattutto, tra tre produttori cinematografici: Marvel, Twentyeth Century Fox e Sony.

Mentre gli Studi Marvel azzeccano grandi sfide e successi, come Iron manCaptain America The Winter Soldier (partiti sfavoriti in quanto meno conosciuto di Spider-man) gli altri cercano a fatica di tenere il passo.

''X-Men: giorni di un futuro passato''Eccezion fatta per X-Men, un serial che conta ormai, compreso questo, ben 7 film. La prima trilogia di X-Men diretta da Bryan Singer (1 e 2) e Brett Ratner (3) si conclude nel 2006 con un ecatombe dei personaggi. Seguono 2 spin-off su Wolverine e nel 2011 il prequel X-Men le origini dove si raccontano le prime vicende negli anni '60 del fondatore della squadra, il telepata Xavier/Prof. X e la sua nemesi, in grado di controllare il metallo e campi magnetici, Erik Lensherr/Magneto.
Ma in tutti questi film, si sono verificate delle discrepanze, e questo è il primo punto di questo nuovo episodio della saga.

''X-Men: giorni di un futuro passato''Dopo 11 anni, Bryan Singer torna a prendere le file dei personaggi, e si sforza di ricompattare tutto e di dare delle spiegazioni con un espediente che abbiamo visto già molte volte in tanti film (Ritorno al futuro, Terminator). Ovvero tornare indietro nel tempo per cambiare il corso della storia. Ma diciamo che qui, questo espediente ha un pregio. È nato prima dei succitati film e per l’esatteza era il 1981 quando nella collana Uncanny X-MEN iniziava una storia intitolata Days of Future Past, sceneggiata dal mitico Chris Claremont, dove i nostri eroi mutanti del futuro (il 2013 guarda caso) erano quasi tutti uccisi o ridotti in schiavitù in campi di concentramento,  in un mondo devastato dalla presenza delle robotiche Sentinelle, create per eliminare il problema mutante.

''X-Men: giorni di un futuro passato''Ultima speranza ormai, mandare indietro nel tempo Kitty Pride per fermare l’omicidio del Senatore Kelly da parte di Mystica, evento chiave che innesca accadimenti che portano alla tolleranza zero nei confronti dei mutanti. Si, d’accordo non era nemmeno li una novità, già troviamo il paradosso temporale nella serie televisiva anni 60 di Star Trek, e infatti… per dovere di citazione, un frammento dell'episodio, appunto, di Star Trek, “Al di là del tempo” si intravede nel film, in un televisore, una storia in cui gli eroi dell'USS Enterprise sono costretti a tornare indietro nel tempo per salvarsi da un'infezione.

''X-Men: giorni di un futuro passato''Cosi, ecco che Synger riunisce i “vecchi” attori della prima trilogia Patrick Stewart/Prof. X, Ian McKellen/Magneto, Halle Berry/Tempesta e tanti altri), consegnandoli a una linea temporale in cui la devastazione avviene pochi anni dopo gli eventi della prima trilogia, ma che ha radici (l’evento che scatena la ricerca sulle perfettissime Sentinelle, robot cacciatori di mutanti) ancora più lontano nel passato, negli anni ’70, durante la presidenza Nixon. Invece dell’omicidio del Senatore Kelly, è l’omicidio di Bolivar Trask (Peter Dinklage), l’iniziatore del progetto Sentinelle, che porta il governo a continuare ricerche segrete sui robot, portandoli a una perfezione futura e attuare 20 anni dopo lo sterminio.

''X-Men: giorni di un futuro passato''E negli anni ’70 “vivono” i giovani Prof. X e Magneto (James Mc Avoy e Michael Fassbinder) e gli originali X-men. L'evento da evitare è quindi l’assassinio di Trask da parte di Mystica. Chi torna indietro (non fisicamente, ma la coscienza in un corpo più giovane) è però Hugh Jackman/Wolverine, decisamente prediletto dal pubblico e dal botteghino. La cosa ha però un senso: essendo Wolverine quasi immortale, puo’ rigenerarsi dall shock temporale e inoltre è quasi uguale in tutte le epoche.
Singer è stato estremamente bravo nel ricucire tutto il materiale (certo qualche piccolo errore è ancora presente, ma accettiamolo) e nel produrre una storia che non si basa sugli effetti speciali (piazzati a dovere ma mai protagonisti) ma su una storia avvincente ed emotiva.

''X-Men: giorni di un futuro passato''Rimangono molte differenze con il fumetto ma questa è la norma in tutti questi film. Gli attori funzionano benissimo, i mostri sacri Stewart e McKellen e nomi importanti come la Berry o la Paquin/Rogue accettano ruoli marginali pur di contribuire a ricreare l’X-Universo come era stato lasciato. Un lavoro corale non comune. Molto divertente e gustosa la presenza di QuickSilver, (Evan Peters) figlio di Magneto nei fumetti, con la sorella Scarlet. Il fatto che possa essere figlio di Magneto viene accennato nel film.
Tornano addirittura anche le musiche di John Ottman, che riprende la colonna sonora del 2003, dopo che X-Men l’inizio aveva abbandonato le sonorità classiche.

''X-Men: giorni di un futuro passato''Ovviamente chi ha visto la trilogia originale e i vari film della serie gusterà con più piacere i molteplici riferimenti e citazioni, come il ricordo della morte di Jean Grey, o il “torturatore” di Wolverine, William Stryker, qui in versione giovane, direi troppo giovane, dato che appare in Wolverine - le origini, ambientato nello stesso periodo degli anni ’70, di parecchi anni più vecchio. Notevole il Nixon cinematografico di cui non sono riuscito a trovare il nome dell'attore.
Ma anche per chi è a digiuno dei precedenti, il film ha una sua storia autonoma, è ben diretto, ben interpretato e merita la visione. E comunque se non avete visto i precedenti… beh, che aspettate a vederli?

28 maggio 2014