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“Questa non è una masterclass”: incontro con Khavn De La Cruz, regista di “Mondomanila”

L’autore filippino, ha scelto la Sardegna per girare il suo prossimo film, spiega il suo  Digital Dekalogo e lancia la sua provocazione «L'unica domanda a cui rispondere è se davvero volete girare un film. Insomma, non avete scuse». La videointervista di Monica Galloni e Valentina Corona

Khavn De La CruzVideo di Francesca Ebau e foto di Valentina Corona

Il regista filippino Khavn De La Cruz è sbarcato in Sardegna alla ricerca delle location per il suo prossimo film: l’enfant terrible del cinema, già definito il Lars Von Trier del Paese del sud-est asiatico, è stato protagonista mercoledì 4 giugno al Ghetto di Cagliari con la masterclass “The Zero Minute Film School” (a cura di Across Asia Film Festival, in collaborazione con la Sardegna Film Commission e il Comune).

Pluripremiato e internazionalmente conosciuto, il filmmaker, appena quarantenne, ha già al suo attivo la realizzazione di trentatré lungometraggi e più di cento cortometraggi.

L'incontro con Khavn De La CruzPresidente e fondatore della Kamias Road Company che si occupa di cinema indipendente, musica e pubblicità, è anche direttore del MOV/ International Film Music and Literature Festival.
Tra i tanti premi ricevuti, va sicuramente menzionato quello conferitogli per il suo ultimo film, la crime comedy “Mondomanila”, alla 41a edizione del Rotterdam International Film Festival.
Ma Khavn De La Cruz è molto più di questo. Nasce come musicista, pianista per la precisione, compositore ma è anche romanziere e poeta, ha pubblicato cinque libri tra i quali un'antologia di poesie, e un compendio sul nuovo cinema filippino.

L'incontro con Khavn De La CruzIl suo cinema fa pensare a Pier Paolo Pasolini, intellettuale e artista trasgressivo, e ne ricorda, per certi versi lo stile, la volontà di provocare, di scuotere le coscienze - anche solo mostrando la realtà dei bambini che giocano o cantano nelle strade di Manila - ma soprattutto di scandalizzare. Emblematica l'affermazione di Pasolini nella sua ultima intervista: «Io penso che scandalizzare sia un diritto, essere scandalizzati un piacere e chi rifiuta il piacere di essere scandalizzato è un moralista».
Artista a tutto tondo, Khavn De La Cruz necessita quindi di tutti i linguaggi messi a disposizione dall'arte per esprimere le numerose sfumature della sua istrionica personalità.

L'incontro con Khavn De La CruzE spiega che per girare i suoi film a volte parte da una traccia e poi ha la meglio la sua vena da romanziere; altre volte inizia da una scena, da un'immagine, e in questo caso libera la sua indole di improvvisatore.
tra i momenti più stimolanti della masterclass, è stato il suo discorso brutalmente oggettivo sulla volontà (o meno) di girare un film: «Viviamo in un momento storico impregnato di tecnologia, si può girare con qualsiasi mezzo, non è indispensabile avere una troupe.
Robert Rodríguez è dell'opinione che bastino dieci minuti per imparare ciò che è necessario per fare un film, la verità è che non avete nulla da imparare, già sapete cosa serve conoscere, l'unica domanda a cui rispondere è se davvero volete girare un film.

L'incontro con Khavn De La CruzFate recitare i vostri amici, i vostri parenti, ma cambiategli nome, fate comporre le musiche a qualche amico, insomma non avete scuse».
Questa è solo una piccola parte del suo Digital Dekalogo. Non sorprende che anche le sue risposte siano creative e spiazzanti. Interrogato sul perché abbia scelto la Sardegna come location del suo prossimo film, ha dichiarato: «Ho digitato su Google Maps la lettera S, che è la mia preferita; a quel punto l'indecisione stava tra la Sicilia e la Sardegna, ma mi è bastato consultare i tarocchi e ho capito che la Sardegna era il posto giusto».


 

 

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