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"We are the best!" di Lukas Moodysson

Il consiglio di Elisabetta Randaccio

''We are the best''Presentato alla Mostra di Venezia 2013, nella sezione “Orizzonti”, “We are the best!” di Lukas Moodysson, è stato molto applaudito e amato dagli spettatori del Festival e rimane, sicuramente, tra i migliori film visti nella manifestazione lagunare.

Il regista svedese Lukas Moodysson affronta, ancora una volta, con competenza e sensibilità, il mondo degli adolescenti, da lui già esplorato, in maniera totalmente differente, con il suo film d'esordio “Fucking Amal” (1998), un inaspettato successo internazionale e con quello più sfortunato “Lilija 4 ever” (2002).

''We are the best''Se il primo analizzava nella “progressista” Svezia le incomprensioni, i tabù sessuali che complicavano la vita di due ragazze in una cittadina di provincia, a cui alla fine si lanciava il liberatorio “Fucking” del titolo, con una vena, nello stesso tempo, ironica e melanconica, il secondo, crudamente, raccontava la drammatica vicenda di una ragazzina costretta a prostituirsi. In questo film Moodysson non lasciava spazio ad alcun spiraglio di ottimismo: il mondo ruotante attorno alla giovane Lilija è quello ipocrita delle società occidentali: da una parte idolatra i bambini, dall'altra li compra e li vende senza pietà. Sta proprio in questa materia realistica e spietata, il rifiuto del pubblico, che aveva, invece amato l'anticonformismo sorridente di “Fucking Amal”.

''We are the best''Anche in “We are the best!” le protagoniste sono delle ragazze che percorrono la loro linea d'ombra attraverso passioni, ribellioni, sogni. Ambientato nei primi anni ottanta, ne ricostruisce con credibilità lo spaccato sociale e culturale. Bobo e Klara hanno la passione per il punk, di cui non accettano la parabola discendente, né tanto meno la musica disco che ne prende il posto nei cuori sordi dei coetanei. Il loro obiettivo è formare una band per dimostrare la vitalità del sound dei “Clash” e dei “Sex Pistols”, ma le loro capacità musicali sono scarse e, allora, coinvolgono nel progetto Hedvig, apparentemente, assai diversa da loro, ma ottima chitarrista.

''We are the best''Dopo averle cambiato il look (le scene del taglio dei capelli e della reazione della madre sono molto divertenti), Hedvig diventa parte fondante del terzetto che dovrà affrontare il rapporto con genitori e adulti patetici, fuori da qualsiasi connessione con il mondo dei più giovani, e anche lo scontro-incontro con l'altro sesso. La sceneggiatura dello stesso regista, tratta da una graphic novel della moglie Coco, non ha bisogno di chissà quali complicazioni narrative, il suo punto di forza sono il disegno dei personaggi, lo scarto della banalità tipica degli insopportabili film su/per i teenagers, la melanconia di raccontare un passato di sogni testardi alla luce della consapevolezza di un presente traditore. Il regista dà molto spazio alle giovani attrici Mira Barkhamnar, Mira Grosin, Liv Le Moyne, dimostrando di saper dirigere giovanissimi (almeno per noi italiani) sconosciuti con ottime capacità e avendo come modello, sicuramente, sensazioni e spunti profondamente autobiografici.

11 giugno 2014