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Percorso

Editoriale

L'accabbadora del cinema - illustrazione di Silvia Ciccu

Ciak si taglia, tolti al cinema un milione e mezzo di euro. di Carlo Poddighe (Illustrazione di Silvia Ciccu)

A Cagliari è in azione l’Accabadora. Non stiamo parlando del film di Enrico Pau, che in questi giorni ha trasformato in un set il quartiere storico di Castello. La vera Accabadora del cinema in Sardegna non sta tra la chiesa di San Giuseppe, sotto la torre dell’Elefante, il Bastione di Saint Remy e le strette vie del nobile rione.

Il colpo di grazia al già agonizzate cinema isolano è stato sferrato da viale Trento, sede della Giunta regionale, dove con l’ultimo assestamento di bilancio proposto si è deciso di togliere al settore 1.500.000 euro per le spese correnti del 2014.

Il set dell'"L'accabbadora''I fondi di fatto sono stati dimezzati. Dei 2.900.000 euro riservati al cinema se ne salvano solo 500 mila destinati al funzionamento della Film Commission (erano un milione a inizio anno e per ora se ne sono impegnati solo 140 mila) e 900 mila che vanno, secondo diversi capitoli, alla coproduzione da parte della Regione di lungometraggi cinematografici. Risorse queste da spendere entro il 2014. Spariscono completamente, invece, i fondi per la Didattica cinema e i trasferimenti alle imprese per lo sviluppo del cinema in Sardegna.

“Con la cultura non si mangia” è stata la frase con cui il professor Tremonti, all’ora ministro delle Finanze nel governo Berlusconi, è stato stigmatizzato per anni.

L'Assessore Firino sul set di PauIn Sardegna c’è stato bisogno di una Giunta regionale composta da altri professori e baroni universitari per ribadire lo stesso concetto: fondi tolti al cinema e alla cultura in genere per “mettere a correre 200 milioni di euro, dando così risposte ai bisogni più urgenti dei sardi”, ha spiegato la sua manovra l’assessore al Bilancio, Raffaele Paci. Poco cambia se i finanziamenti regionali tolti quest’anno, vengono spostati all’anno prossimo, con l’escamotage del rimando d’esercizio. Chi assicura gli operatori del settore che anche nel 2015 non accadrà lo stesso e che i fondi su cui fare affidamento non saranno, di nuovo, solo sulla carta? È fondamentale per chi opera a vario titolo nel settore poter programmare progetti, attività, produzioni con anticipo e con la sicurezza di poter avere le risorse per realizzarli. Troppo spesso in passato questo non è accaduto e ormai sembra si stia istituzionalizzando questa precarietà nell’erogazione dei finanziamenti regionali, che è limitante e anche sconfortante.

Cinema e tagli

Inutile giustificare i tagli dichiarando, come ha fatto sempre Paci, che i fondi sono stati spostati al 2015 perché quest’anno non sarebbero stati comunque spesi. Se questo è vero, di chi è la colpa se non degli stessi assessorati competenti per capitoli di spesa? Non sarebbe meglio dare alla Film Commission un’autonomia finanziaria e di gestione dei fondi, in modo che, sempre vigilando sul suo operato, la si svincoli dalla burocrazia regionale? Quello che è certo è che meriterebbe maggiore riguardo una realtà, quella del cinema in Sardegna, che nonostante tutte le difficoltà sta ottenendo grandissimi risultati anche a livello internazionale. Realtà che, invece, con scarsa visione prospettica, sembra non essere ancora considerata una risorsa per promuovere l’Isola oltre le spiagge da cartolina.

Tutta la Sardegna potrebbe essere uno straordinario set per le produzioni italiane e straniere, se adeguatamente valorizzata. Sarebbero, inoltre, attirati capitali capaci di generare un forte indotto e, piano piano, anche il Cinema potrebbe permettersi di essere sempre meno dipendente dai finanziamenti, e dagli umori, della politica regionale.

Illustrazione di Silvia Ciccu

8 ottobre 2014

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