Percorso

Film Consiglio

Class Enemy di Rok Bicek

Il consiglio di Elisabetta Randaccio

''Class Enemy''Bella sorpresa vedere distribuito nelle sale – grazi a Tucker Film – uno dei lungometraggi più amati e di ottimo livello della Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia del 2013, dove ha partecipato con successo nell'ambito della Settimana della Critica. Il regista di Class Enemy, Rok Bicek ha solo 29 anni, e, con un budget modesto e un grande talento, ha firmato un film, nello stesso tempo, profondo e accattivante, ben sceneggiato e ben girato.

Eppure la materia non era facile; ritrarre il mondo della scuola può far scivolare in registri banali, superficiali, stupidi (tipo serie televisive del cavolo alla Provaci ancora prof!..).

''Class Enemy''L'universo scolastico è complesso, perché unisce strettamente, in una quotidianità, dove ognuno può dare il meglio e il peggio di se stesso, adulti e giovanissimi, dove l'insegnamento non può, piaccia o non piaccia, essere esclusivamente gelida professionalità aziendale, come magari vorrebbero dirigenti e ministri, dove i genitori sembrano voler riacquistare a tutti i costi la credibilità persa con i loro figli.
Bisognerebbe investire con coraggio e attenzione nella istituzione scolastica per far sì che educatori e ragazzi riescano a collaborare così da far diventare, senza troppi traumi e disagi, gli studenti cittadini che riescano ad affrontare la vita con un minimo di responsabilità, a maturare senza dover ricorrere sempre alla protezione degli adulti.

''Class Enemy''Sarà vero ciò che la preside, un po' stolida, della scuola superiore di Class Enemy, confida a un suo insegnante: “Prima gli studenti temevano noi, ora noi temiamo loro”? Sta di fatto che la scuola descritta nel film sloveno non è molto differente da quella italiana.
Gestire le emozioni sembra il problema principale della classe di ragazzi ritrovatisi, causa gravidanza, senza la materna insegnante che li ha protetti e abituati a un ritmo didattico tollerante e, ormai, scontato. L'arrivo del supplente di tedesco, professionale, capace, ma “distaccato” e il suicidio di una ragazza, a cui nessuno  in classe aveva dedicato mai particolari attenzioni, fanno scattare dinamiche emozionali al limite dell'isterismo e una sorta di contagio di rivolta con i piedi d'argilla.

''Class Enemy''Quando tutto si placherà, l'unica vittima morale sarà proprio la ragazzina suicida, ben presto destinata all'oblio.
Bicek, attraverso un'appassionata sceneggiatura, dona a ogni personaggio la sua dose di cattiveria e di simpatia, riservando l'ironia amara soprattutto per il mondo degli adulti (la scena della riunione dei genitori è, in questo senso, esemplare). Servendosi di un gruppo di attori molto bravi, di una location di interni che però, non diventa mai claustrofobica e di un talento estetico già ben delineato, firma un film che non deve assolutamente passare inosservato.

22 ottobre 2014

Powered by CoalaWeb

Accesso utenti e associazioni