Percorso

"Big Fish – Le storie di una vita incredibile" di Tim Burton

di Clara Spada

''Big Fish''Ha avuto una lunga lista di nomination, nessun premio e pochi incassi: il pubblico non ha creduto in questo film di un regista unico nel suo genere. Un piccolo gioiello del 2003 che racconta con grande maestria –e soprattutto profondità di sentimenti- la vita di un uomo qualsiasi.

Così Edward Bloom appare agli occhi del figlio Willy: un padre sempre assente per il suo lavoro, fin da giovanissimo perdutamente innamorato di sua moglie Sandra, che si diverte a raccontare le sue avventure di viaggio. Che non smette di ripetere, sempre le stesse, in ogni occasione, perfino per la laurea e il matrimonio del figlio. 

''Big Fish''Le arricchisce di dettagli fantastici e irreali, quasi si trovasse in un’altra dimensione, quasi come Alice diventata Edward. Lo spettatore ne resta sconcertato, eppure avvinto dalle immagini fiabesche, dai prati fioriti e dai boschi impenetrabili, simili ai libri di fiabe. Ed ecco il circo, e la strega, e le siamesi, e l’uomo-gigante, e il grande pesce inafferrabile… Poi, magari il giorno dopo, con ancora negli occhi la fantasmagoria di splendenti colori, si rende conto del profondo messaggio del film: il legame fra padre e figlio. E la scoperta che quei racconti incredibili nascono da fatti veri, resi magici dall’abilità di affabulatore d’un uomo che per sua moglie e suo figlio vuole essere un personaggio scoppiettante come fuochi d’artificio, non un grigio anonimo commesso viaggiatore.

''Big Fish''Al letto del padre morente, Willy inizia un viaggio alla ricerca della verità e la trova, così da capire quanto suo padre gli ha donato. Negli ultimi istanti di vita, i ruoli s’invertono: Willy prende fra le braccia suo padre e lo porta nel fiume a caccia di quel pesce gigante che in effetti è stato sempre sua preda. Grande interpretazione di Albert Finney morente e di Ewan McGregor nello stesso ruolo di Edward Bloom, ottima la “strega” Helena Bonham Carter (compagna e musa del regista). Dolcissime le due Sandra Alison Lohman e Jessica Lange. Da non dimenticare Danny DeVito impresario del Circo e tutti gli interpreti. Tim Burton, che nello stesso periodo viveva il dramma della morte di suo padre, ha superato sé stesso e ha cercato di avere accanto i suoi più cari amici usando i loro nomi veri o fittizi, come Edward- Johnny DeppMani di forbice” (il ruolo doveva essere di Jack Nicholson suo Jocker), e il cognome di Orlando Bloom, un altro a lui molto vicino. Un’opera che va oltre le immagini scavando nel profondo di affetti e dissapori per svelare un grande messaggio d’amore.

22 ottobre 2014

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