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“Giù la maschera”: intrecci fra teatro e cinema

Dalla psichedelia di “Yellow Submarine” alla nuova commedia di Sergio Rubini, passando per Shakespeare e Arthur Miller: “La Grande Prosa al Teatro Massimo

''Enrico IV'' Mrcello MastroianniDrammi shakespeariani e capolavori del Novecento impreziosiscono il cartellone de “La Grande Prosa al Teatro Massimo” di Cagliari, in un interessante gioco di rimandi fra il palcoscenico e la decima musa: con lo slogan “Giù la maschera”, un invito a mettersi a nudo di matrice pirandelliana che caratterizza l'intero Circuito Teatrale Regionale Sardo, il CeDAC propone nel capoluogo nove spettacoli per un'indagine sulla natura umana, al limite tra normalità e follia, realtà e sogno.

Le corrispondenze – e il confronto – fra teatro e cinema ispirano la rassegna “Schermi e Sipari” realizzata in collaborazione con la cooperativa Spazio 2001 al Cinema Odissea di Cagliari: cinque appuntamenti con pellicole direttamente ispirate alle pièces in scena al Massimo, da “Yellow Submarine” sulle note dei Beatles, all'icastico “Re Lear” di Peter Brook, all' “Enrico IV” di Marco Bellocchio con un affascinante e ambiguo Marcello Mastroianni, a “Giovanni Falcone” di Giuseppe Ferrara (con Michele Placido nel ruolo del giudice assassinato dalla mafia) al film di Schlöndorff tratto dalla “Morte di un commesso viaggiatore” di Arthur Miller, con Dustin Hoffman nei panni del protagonista e un giovane John Malkovich in quelli del figlio.

La grande prosa al Teatro MassimoL'intreccio fra decima musa e linguaggi della scena si fa più stretto e interessante per la presenza sul palco di attori noti e apprezzati dagli amanti del cinema, volti resi familiari anche dal piccolo schermo – da Michele Placido a Leo Gullotta, per non dire di Sergio Rubini e Fabrizio Bentivoglio, Beppe Fiorello e perfino Elio De Capitani (indimenticabile ne “Il caimano” di Nanni Moretti) e Franco Branciaroli (con le sue rare ma eclettiche partecipazioni dinematografiche, da Jancsó, Bolognini e Antonioni ai film di Tinto Brass, a Bianco e nero di Cristina Comencini e La donna della mia vita di Lucini); e ancora Filippo Dini (tra Distretto di polizia e Nebbie e delitti) e Max Mazzotta (da L'ultimo capodanno di Marco Risi a Paz! al recente Fiabeschi torna a casa di cui è anche regista).

''Beatles Submarine'' Neri MarcorèSi parte – è il caso di dirlo – con Beatles Submarine del Teatro dell'Archivolto in cui l'attore surrealista Neri Marcorè e i professori della Banda Osiris rievocheranno il mito dei Fab Four ispirandosi al film d'animazione di George Dunning, intitolato Yellow Submarine come la celebre canzone, tra aneddoti, poesie e indimenticabili melodie sullo sfondo della Swinging London, in una vera rivoluzione culturale tra arte e psichedelia. Riflettori puntati poi sul “Re Lear” di William Shakespeare, interpretato da Michele Placido, divo del grande e del piccolo schermo, passato anche dietro la macchina da presa per dirigere film come “Un viaggio chiamato amore”, il fortunato Romanzo Criminale e Vallanzasca fino a recente “Il cecchino” (che firma anche la regia insieme a Francesco Manetti). L'attore e regista pugliese indosserà i panni del sovrano deciso ad abdicare in favore delle figlie per ridiventare uomo tra gli uomini e finalmente “gattonare verso la morte”, salvo scoprire il gusto amaro dell'ingratitudine e la sfrenata ambizione delle due regine, e trovarsi a rimpiangere l'affetto della dolce e troppo sincera Cordelia, scacciata dal regno ed esule in Francia, tra scenari di guerra e lo stretto nodo delle passioni. 

''Prima del silenzio'' Leo GullottaL'enigma della follia è al centro “Enrico IV” di Luigi Pirandello nella mise en scène del CTB/ Teatro Stabile di Brescia e Teatro de Gli Incamminati per la regia di Franco Branciaroli, protagonista, in una virtuosistica prova d'attore, nel ruolo di un aristocratico imprigionato per vent'anni, a seguito di una caduta, nel personaggio scelto per una festa in maschera. Ritrovata la ragione, decide di fingersi pazzo, finché l'amara consapevolezza della vita sottrattagli, insieme all'amore, dal rivale di allora con un vile scherzo, lo induce a compiere un gesto fatale e quindi a rinchiudersi per sempre dietro lo schermo della malattia mentale, nel suo immaginario castello abitato da fantasmi e rimpianti. Tra i protagonisti della Stagione del CeDAC anche uno straordinario Leo Gullotta in “Prima del Silenzio” di Giuseppe Patroni Griffi: volto noto del grande e del piccolo schermo, da “Café express” e “Mi manda Picone” di Nanni Loy a “Il camorrista” ai film di Tornatore, a “Vajont” di Marco Martinelli, l'artista incarna un intellettuale che alla ricerca dell'ispirazione rompe con le convenzioni borghesi, riuscendo finalmente a ritrovare la verità delle parole e la poesia.

''Morte di un commesso viaggiatore''Spazio anche alla drammaturgia contemporanea con “L’origine del mondo/ritratto di un interno”, pluripremiata pièce scritta e diretta da Lucia Calamaro, e interpretata da Daria Deflorian, Federica Santoro e Daniela Piperno, incentrata su un dialogo madre-figlia in cui la quotidianità si sposa alle inquietudini esistenziali; e “Novantadue/ Falcone e Borsellino 20 anni dopo” di Claudio Fava, ricostruzione della permanenza di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sull'Isola de L'Asinara, e della storia recente del Belpaese, attraverso le cronache della lotta alla mafia, tra indagini e sospetti, in un nuovo allestimento con Filippo Dini (Premio Hystrio con “Il discorso del re”) e Max Mazzotta (l'Enrico Fiabeschi di “Paz!”). Proprio in questi giorni a L'Asinara termineranno le riprese di “Mille volte addio” di Fiorella Infascelli, in cui interpreta il giudice Falcone: Giuseppe Fiorello ritornerà in Sardegna anche per la stagione del CeDAC con l'inedito “Penso che un sogno così...”, il racconto della sua infanzia in Sicilia sull'eco delle canzoni di Domenico Modugno. Regista di film come “La stazione” e “L'uomo nero” (e il recente “Mi rifaccio vivo”), già alter ego di Federico Fellini ne “L'intervista”, Sergio Rubini firma testo e regia de “La serata”, commedia sui rapporti di coppia e opposte visioni del mondo, di cui sarà protagonista accanto a Fabrizio Bentivoglio e due attrici per un'ironica riflessione su vizi e virtù della società contemporanea. Suggellerà la stagione de “La Grande Prosa al Teatro Massimo” di Cagliari una delle più celebri pièces di Arthur Miller, “Morte di un commesso viaggiatore”, nell'allestimento del Teatro dell'Elfo con regia di Elio De Capitani, anche protagonista sulla scena nel ruolo di Willy Loman (Dustin Hoffman nella versione cinematografica di Volker Schlöndorff), l'agente di commercio costretto a fare i conti con il fallimento del suo personale “sogno americano”.

Per saperne di più:
www.cedacsardegna.it
http://www.cinemaodissea.it

5 novembre 2014