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“Priscilla la regina del deserto” di Stephen Elliot

di Clara Spada

''Priscilla, la regina del deserto''È del 1995 questo coloratissimo film un po’ kitch e molto cult, tutt’ora in giro nella versione musical nei maggiori teatri del mondo. Premio Oscar per i migliori costumi e una nomination per miglior attore, conserva intatto il suo fascino un tempo considerato trasgressivo.

Un viaggio attraverso gli spettacolari deserti e altipiani australiani, fatti di aridi gialli e ocra infiammati da rossi tramonti, a bordo di una sgangherata corriera chiamata appunto Priscilla. Da Sydney, in cui si esibiscono come drag queens, una trans, un bisex, un gay, con parrucche trucchi e sgargianti costumi, devono raggiungere Alice Springs, nuovo teatro delle loro esibizioni. Cantano in playback, da “I will suvive” a “MamaMia”, anche se l’esibizione migliore è quella del gay che, sul tetto del bus, canta un brano della “Traviata” mentre il lungo strascico argenteo del suo costume sembra la coda di una cometa.

''Priscilla, la regina del deserto''La trans, elegante raffinata copia di Lauren Bacall, è magistralmente interpretata da Terence Stamp, attore inglese dagli occhi di ghiaccio al culmine della carriera negli anni romani della “dolce vita”, lanciato da Peter Ustinov (nomination all’Oscar 1962 per Billy Budd) e da altri grandi registi di fama mondiale come Wyler, Losey, Schlessinger, e infine da Fellini, Pasolini, Nelo Risi.

Dopo un lungo periodo di parti secondarie eccolo esplodere in questo film con la difficile interpretazione della trans Bernadette, in gramaglie per la perdita del suo compagno, star del trio. Per lei e i suoi compagni sarà un viaggio avventuroso: da un piacevole incontro con un gruppo di aborigeni, coi quali familiarizzano, a meno allegri incontri nelle osterie coi bulli locali che non gradiscono la loro diversità. Un film da scoprire o riscoprire, divertente seppure con un vago senso di tristezza e di disagio, ma fatto anche di affetti perduti e ritrovati, di confessioni, di nuovi inizi e di addii. Bello guardare l’infinita distesa dagli altipiani, bella di notte la luna immensa che li sovrasta.

3 dicembre 2014