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"Buoni a nulla" di G. Di Gregorio (Marco Ruiu)

di Marco Ruiu

''Buoni a nulla''Buoni a nulla parla di un uomo, Gianni (Gianni Di Gregorio), impiegato pubblico ormai prossimo alla pensione che scopre dal direttore del suo ufficio che, in seguito alla riforma delle pensioni, dovrà passare altri 3 anni, invece che 6 mesi, prima di poter andare in pensione e che Ë stato trasferito in una nuova sede sul raccordo anulare, dove si rende conto di non far più parte di quella realtà lavorativa.

Ha vissuto subendo passivamente ogni ingiuria e critica da parte di vicini e parenti e, spinto dal dentista e compagno della ex moglie Raffaele (Marco Messeri), capisce che è il momento di arrabbiarsi e smettere di essere un buono a nulla. In questo cambiamento trascina anche l'amico d'ufficio Marco (Marco Marzocca), uomo di grandi capacità e per questo oggetto di sfruttamento da parte del resto dell'ufficio.

''Buoni a nulla''Nella mente di Di Gregorio questo si trasforma in una serie di scherzi e dispetti, oltre che in un tentativo di conquistarsi le simpatie della dirigente (Daniela Giordano) in cambio di premi nel posto di lavoro.

La trama, semplice e lineare, procede senza intoppi per circa metà film, per poi perdersi e nascondersi in scenette comiche e sottotrame incomplete, perdendo di vista qualsiasi spunto di satira o di critica, fino a un imbarazzante finale troppo a lieto fine. In questo marasma anche i personaggi risultano superficiali e in alcuni casi anche solo abbozzati o con comportamenti altamente forzati.

''Buoni a nulla''A fare da contrappeso c'è una buona prova attoriale da parte del cast, tra cui spicca Marco Marzocca, efficace spalla, e la regia di Di Gregorio, capace di catturare a pieno la bellezza e lo spirito di Roma, onnipresente nei suoi film e qui viva più che mai, merito anche di una fotografia chiara, di ampio respiro e ben curata, accompagnata da una colonna sonora dal gusto tipicamente italiano.
In conclusione Buoni a Nulla appare come un film che, non riuscendo più a trovare una propria strada, si butta sulla comicità, che però troppo spesso appare infantile e dimenticabile, perdendo anche la funzione di passatempo.

3 dicembre 2014