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“Caro Babbo Natale…” di Bonifacio Angius e Antonia Iaccarino

Due lettere sono comparse sotto l’albero di Cinemecum. Sono indirizzate al Polo Nord, visto che da Viale Trento non arrivano risposte

Bonifacio Angius e Antonia IaccarinoSono due dei personaggi di spicco del 2014 nel panorama del cinema in Sardegna. Il regista Bonifacio Angius ha firmato Perfidia”, suo primo lungometraggio che ha ottenuto un ottimo successo di pubblico e critica, tanto da varcare rapidamente i confini sardi per essere distribuito in diverse sale della Penisola. Antonia Iaccarino, sceneggiatrice, ha scritto “L’Accabadora” il film di Enrico Pau ed è stata eletta nuovo presidente di Moviementu – Rete cinema Sardegna.

A loro, quest’anno, abbiamo chiesto di scrivere una lettera a Babbo Natale, con alcune richieste per valorizzare il settore del cinema in Sardegna. Le pubblichiamo, confidando che lui le legga e dia prova della sua esistenza, più di quanto abbiano fatto in questi mesi assessori e burocrati regionali.


Cari amici e lettori di Cinemecum,
solitamente non mi piace fare e ricevere auguri, anche perché non mi piacciono le feste. Le ho sempre considerate una maniera di rimandare i problemi, che poi puntualmente, tornano indietro più assillanti di prima e ti alitano sul collo mentre butti gli avanzi del cenone nel cassonetto.
Mio figlio ha tre anni e si chiama Antonio. E’ molto sveglio. Con lui abbiamo già fatto il presepe e l’albero di natale. Nel presepe però manca il laghetto e di fronte alla capanna di Gesù bambino abbiamo messo un tirannosauro. L’albero è lo stesso dell’anno scorso. Un abete sintetico “made in China” che sembra quasi vero. Mentre appendiamo le palline colorate non mi faccio domande. Mi limito a provare ad essere felice per Antonio, provo a sentire le sue emozioni e a ricordarmi di quando avevo la sua età. Cerco di ricordarmi com’era l’atmosfera natalizia da bambini. Quell’aria di mistero che si nasconde dietro la notte del ventiquattro dicembre, dove in teoria, qualcuno dovrebbe entrare furtivamente in casa tua e mettere i regali sotto l’albero.
Attacchiamo tutte le palline. Antonio ci si specchia dentro e mi chiede dove sia finita la punta rossa da mettere in cima all’albero. Io non gli rispondo. Sto pensando al personaggio del mio prossimo film. “Papà dov’è la punta?” mi richiede. Io quasi non lo sento. “Com’è possibile che succeda una cosa del genere, come faccio a renderlo vivo questo personaggio assurdo?” penso guardando nel vuoto. E poi credo anche che sarà molto difficile metterlo in piedi questo film, che tanto ormai del cinema non frega più niente a nessuno. Penso che i nostri politici non abbiano la capacità di saper vedere aldilà della punta del proprio naso. E’ incredibile il fatto che non si accorgano che in Sardegna è nato un vero e proprio fenomeno cinematografico con tanti autori bravissimi e diversi tra loro, che ogni volta che realizzano un’opera riescono a mostrarla nei palcoscenici internazionali più importanti del mondo. Non si rendono conto che negli ultimi anni il settore cinema in Sardegna è cresciuto in maniera esponenziale e che abbiamo delle grandissime professionalità, in tutti i reparti. Che cosa dovremmo fare di più per aprirgli gli occhi a quei lombrichi? Per infondere nelle loro coscienze un po’ di quell’entusiasmo che ci porta a raggiungere traguardi così importanti?
Non lo so.

''Perfidia''Mi piacerebbe potergli spiegare che i lavoratori del settore cinema sono persone “vere”, che fanno un lavoro “vero” e che il sudore e le angosce per il futuro sono “vere”, anche se poi non si vedono sullo schermo. Vorrei urlargli nelle orecchie il fatto indiscutibile che nonostante l’isolamento geografico siamo riusciti, con il cinema, a aprire una finestra sul mondo, che racconta in maniera sincera la nostra piccola e dimenticata isola. Raccontargli della ricchezza e della crescita culturale ed economica che questo comporta. Ma loro sono sordi, ciechi, parlano e continuano a parlare. Senza mai farsi carico di una reale responsabilità.
Più ci penso e più mi sale il sangue alla testa. Dov’è la punta Papà? Mi chiede ancora mio figlio. Io continuo a non rispondere. Leggo il borderò di un cinemino in Brianza. Per il mio film (Perfidia) ieri sera sono stai staccati più di duecento biglietti! Mi ritorna il sorriso. Penso che, politici a parte, forse a qualcuno il cinema interessa ancora davvero. La punta rossa dell’albero di natale è in una busta affianco a me. La prendo e la do ad Antoneddu che, maldestramente, la infila tutta storta sulla punta dell’abete finto. Io la raddrizzo e sorrido. Insieme guardiamo l’albero. Soddisfatti, complici, amici. Adesso è meglio non pensare a niente e godere del presente. Domani ci pensiamo. Anche se so che non sarà per niente facile.
Tanti auguri a Cinemecum e tutti quelli che credono che il cinema e le sue storie possano continuare a vivere ancora.
Grazie a tutti.
Bonifacio Angius


 

Oh Babbo Natale mio caro,
che stai nella slitta trainato da un branco di renne volanti: distogliti un po’ dai bambini che frignano e chiedon regali, e presta un orecchio a noi grandi che solo una cosa vogliamo: vogliamo che spargi giù in terra, nell’isola sarda assai bella, non dico chissà che magia, ma solo quel po’ di buonsenso che desti dal bruto torpore coloro che noi abbiamo eletto a gestire un po’ meglio le cose.
Le cose, difatti, van male: se presti anche un occhio soltanto, ma quello che meglio ci vede, vedrai che faccette scontente negli ultimi tempi ci tocca di avere: puoi dirmi, di grazia, se i bandi che sembrano peggio di un parto, son quasi sul punto di uscire o se ancora assai lungo è il travaglio? Dico i bandi per gli audiovisivi, con i fondi tagliati più volte: Babbo stampali e portali tu, ma fai correr le renne e fai presto: fa’ in modo cioè che il nuovo anno, con una delibera pre-capodanno, arrivata l’epifania il finanziamento non si porti via!

"L'accabbadora''Non ti chiedo (ché non sei Befana) di portare il carbone a chi governa, seduto sugli scranni della nostra autonoma Regione: ma tu aiutali e ficcagli in testa che chi fa cinema non già si trastulla: ch’esso porta cultura e bellezza, che è un’industria potente, pulita, creativa sicura e intelligente, che non ha ciminiere e altiforni, che non sparge veleni ma sogni, con i quali non solo si vola ma in tanti di noi si lavora: chi filma e chi scrive, chi scenografa, cuce e produce; ma anche chi intorno ai set ospita e offre dimora, chi fornisce servizi alle troupe e chi almeno tre volte al dì le ristora; il cinema mostra dell’isola, in giro in Italia e nel mondo, l’immagine bella e assai varia; e se chi governa si degna, e disegna una giusta strategia, porta un vero sviluppo per tutti, rifecondando l’economia.
…e invece, giusto per esempio, della Film Commission che ancora acefala sta, chissà se mai vedremo il nuovo CdA…
Dicci tu, Babbo buono e un po’ beone: vedi almeno i papabili nomi del consiglio e del suo presidente? O pure con l’occhio efficiente, se guardi non vedi niente?
Babbo babbo ripeto e ti dico: basterebbe soltanto buonsenso. Ma ta dannu, le zucche son dure, e scipite dal sale che manca? O interesse recondito vige che imperterrito ancora comanda?
Beh, devo dirti che ora - ora un po’ più egoisticamente - passerei a chiederti cose che riguardano soltanto me:
Babbo mio fai ben cuocere in forno il babà che ogni anno preparo; che gli struffoli friggano bene, le sapienze sian giuste di zucchero e pepe.
E a proposito, Babbo: ma a te …te piace ‘o presepe?
Antonia Iaccarino

17 dicembre 2014