Stampa

"Si accettano miracoli" di Alessandro Siani

di Clara Spada

''Si accettano miracoli''

Viene da dire “non sparate sul pianista”, la musica di Umberto Scipione è la cosa migliore del film. Viene da dire “film panettone”, in periodo natalizio è d’obbligo un film zuccheroso, traboccante di buoni sentimenti. Viene da dire che lo sappiamo dal 1946, quando Frank Capra ci ha regalato il cult “La vita è meravigliosa”, ancor oggi regolarmente riproposto in tv e seguito con la stessa commozione della prima volta. 

Viene da dire che Alessandro Siani, regista sceneggiatore protagonista, ce ne propone uno ad hoc, targato Catleya-RAI Cinema.
''Si accettano miracoli''Gli ingredienti ci sono tutti: il cattivo, il buono, la bella. Tre fratelli che, per varie vicende, si ritrovano dopo tanti anni in un paese da fiaba, cristallizzato nel tempo, a picco sul mare. Nella chiesetta cadente c’è il fratello buono, Fabio De Luigi, parroco cui spetta la cura dei compaesani nonché degli orfanelli: il biondino riccioluto, la bimba con le treccine, il birbantello, il mangione e, toh!, l’immigrato “coloured”. Spesso, come i sette nani, i bambini si stringono alla gonna di Biancaneve (Ana Caterina Moreria), una ragazza ipovedente come la fanciulla cieca di Chaplin, dolcissima creatura di cui non si sa di più. La bella è la sorella (Serena Autieri, sprecata) infelicemente sposata e senza prole.

''Si accettano miracoli''Infine lui, il cattivo Alessandro Siani, ex manager e “tagliatore di teste” di una multinazionale che gli rende il servizio licenziandolo. Avendo preso a testate il nuovo “tagliatore” e dopo breve soggiorno in cella, viene spedito a redimersi dal fratello prete. Il luogo è idilliaco e ispira pace e serenità:  rare auto niente cellulare pc tv e altre diavolerie moderne, gli anziani si riuniscono a chiacchierare dal barbiere, le donne sbrigano le faccende di casa e pare siano le sole a lavorare. Però scarseggia la pecunia: chiesetta e canonica in rovina e i bambini stanno per essere divisi e spediti altrove. E che ci vuole?

''Si accettano miracoli''Un miracolo… sussurra il parroco in ginocchio alla statua di San Tommaso. Il furbo ex manager ne inventa uno: la venerata statua piange! La notizia sconvolge il paese e richiama frotte di fedeli e ambulanti: folla che porta soldi, tanti da restaurare chiesa e  tenere i bambini.
La storia termina con un vero miracolo: l’incasso (quello vero del film) è notevole, Alessandro Siani  viene consacrato tra i “grandi” nel salotto di Bruno Vespa e tutti sono felici e contenti.
Un po’ meno i tanti spettatori che, dopo aver pagato il biglietto e visto il film, lo hanno valutato con un “sei” scarso.

4 febbraio 2015