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"Birdman" di Alejandro Gonzales Inarritu

di Clara Spada

''Birdman''Sempre più raro un film perfetto: “Birdman” lo è, ed è forse questo che non attira il grande pubblico. Che vuole trascorrere un paio d’ore a farsi quattro risate, indifferente a quanto sia bravo tizio o caio, quanto intrighino le penombre del polveroso back-stage di un teatrino di Broadway, quanto incantino i triangoli di cielo grigio tra i grattacieli.

La trama è semplice: una ex celebrità hollywoodiana è in parabola discendente. Come Greta Garbo in “Grand Hotel” o Bette Davis in “Eva contro Eva”, gli brucia non essere più l’eroe fumettistico che svettava alto nelle inquadrature e negli incassi.

''Birdman''Sì, per strada anziane signore lo riconoscono ancora, vogliono l’autografo, lo baciano come si bacia un amico di gioventù, ma è ben altro che Riggan Thomson (Michael Keaton al suo meglio) vuole e cerca. In scena, nella piéce di Raymond CarverDi cosa parliamo quando parliamo d’amore”, deve dimostrare col suo volto segnato di essere un grande attore, anche confrontandosi con lo spocchioso attor giovane Mike Spiner (Edward Norton, indimenticabile in “Schegge di paura”), già famoso per le sue interpretazioni artistiche e non solo.
La lotta è ardua: il ragazzo ha gioco facile sul rivale anziano. Riggan vuole dimostrare a tutti i costi che ha un volto, non solo una maschera, e vale anche in ruoli diversi da quello che lo ha fatto mito disumanizzandolo. Intorno a lui una girandola di amici e familiari lo sostengono nell’impresa.

''Birdman''La figlia Sam (Emma Stone) è la sola che ne comprende il dramma: la fine di un’epoca, la giovinezza che sparisce insieme col parrucchino. Gli altri, perfetti nei diversi ruoli, ruotano intorno all’amico di sempre e indaffaratissimo Jake (Zach Galifianachis) creando l’atmosfera tesa del “tutti in scena”, la sala è piena, il sipario si apre.
Fra pochi giorni, sul palcoscenico degli Oscar, Birdman si scontrerà con Boyhood, Inarritu contro Linklater, ognuno col suo stile che appaga. Entrambi ricchi di altri premi, di nomination meritate, di scarsi incassi. L’oscurità del primo contro la luce del secondo, due trame opposte per due opere che – ognuna di indiscusso merito - resteranno indimenticabili nella storia del cinema. Chiunque si aggiudichi la statuetta.

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