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“Noi non molliamo-facce e storie dell'alluvione”, di Pietro Mereu

Tragedia e rinascita del nord Sardegna raccontati in un documentario dal regista di Lanusei. Ma mancano i fondi per la distribuzione - VIDEO. di Valentina Bifulco

Pietro MereuÈ ormai passato più di un anno dal giorno in cui il nord Sardegna è stato stroncato dall’alluvione, che ha devastato gran parte del territorio della provincia di Olbia. Pietro Mereu è un regista di Lanusei che ha realizzato il documentario Noi non molliamo-facce e storie dell'alluvione, nel quale, attraverso i ricordi degli abitanti di Olbia e Arzachena, racconta la tragedia che ha flagellato la Sardegna 18 Novembre 2013.

Il documentario è diviso in tre capitoli, che raccontano tre momenti della stessa tragedia: i fatti della notte, gli interventi e la rinascita. E’ un’occasione sia per raccontare i fatti che per raccogliere fondi per la popolazione colpita.
Abbiamo incontrato Piero Mereu, per capire insieme a lui dove nasce l’esigenza di realizzare questo documentario

Mereu sul setQuando e come ha capito che voleva raccontare la tragedia che ha colpito la Sardegna?
Il documentario nasce dall’idea di Carlotta Silvestrin, e dall’esigenza comune di voler far qualcosa in un momento così tragico per la nostra isola. Abbiamo organizzato, attraverso il supporto di alcuni sponsor locali, una trasferta per iniziare a filmare i racconti dei cittadini di Olbia. L’ esigenza primaria era non solo raccontare la tragedia, ma anche la rinascita, il modo in cui la popolazione stava reagendo. All’inizio la nostra idea era di essere testimoni dei fatti, poi il progetto si è trasformato anche in una raccolta fondi per le vittime dell’alluvione.

Mereu e LangiuQuali sono le motivazioni che l’hanno spinta a realizzare questo lavoro?
Appena è successa la tragedia, la prima cosa che ho pensato è stata cosa potessi fare io per aiutare quelle persone. Io sono un regista e il mio mestiere è raccontare storie, quello che potevo fare era mettere la mia arte a disposizione della gente. Ero anche curioso di vedere come e quanto il territorio fosse devastato. Quando vedi le immagini di catastrofi naturali in televisione non ti rendi conto minimamente della devastazione. Avevo l’esigenza di raccontare questa storia e mi stupisco che non siano stati fatti altri documentari sul tema in Sardegna.

Mereu e OrecchioniPerché avete deciso di dividere il documentario in tre capitoli?
Perché la storia parte dalla tragedia per poi evolversi nella rinascita. E una storia in crescendo, che racconta sia il buio di quelle ore ma anche la grande forza di volontà delle persone, che si sono rimboccate le maniche e hanno deciso di reagire.

Che cosa le ha lasciato questa esperienza dal punto di vista umano?
Appena ho finito il documentario sono tornato in Ogliastra e mi sono riconciliato con un amico con cui non parlavo da tempo. In quei giorni ho visto tantissime persone che non si sono arrese e hanno deciso di lottare, e hanno deciso di farlo insieme, cancellando i dissapori del passato. Questo mi ha fatto riflettere sui valori della vita.

Mereu in AbkhaziaProgetti futuri?
Purtroppo il progetto era di passare questi mesi a distribuire il documentario per la raccolta fondi, ma non abbiamo trovato sponsor e questo ha innescato molte polemiche. Personalmente sto lavorando a un documentario in Caucaso dal titolo provvisorio "13 piccole storie sull'Abkhazia", e un’altro progetto che sarà girato in Ogliastra per ora top secret.


 

 

18 febbraio 2015