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L'opinione

Nessun conflitto, qualche interesse. Per una Film Commission finalmente autonoma seguiamo il buon esempio dell' Apulia Fc. di E. A

Apulia Film CommissionPer anni abbiamo tentato di convincere i nostri amministratori e i componenti della Fondazione Sardegna Film Commission della necessità improrogabile di modificare non solo la legge sarda sul cinema, ma anche lo statuto della stessa FC.

Siamo sempre più convinti che qualsiasi tipo di battaglia non abbia senso se non vengono affermate e codificate norme e regole chiare, trasparenti, moderne ed efficaci.
Con la delibera di dicembre 2014 la Giunta regionale ha modificato lo statuto nel senso di consentire alla Fondazione Sardegna Film Commission di erogare (direttamente) benefici finanziari. Ciò significa innanzitutto che la Fc si avvia a diventare autonoma (dunque più indipendente dalla Assessorato, come abbiamo sempre auspicato) con tutte le conseguenti responsabilità e significa anche che, se si vuole, regole e statuto possono essere modificati con facilità.

Siamo, tuttavia, contrari alle modifiche "a pizzichi e bocconi" che creano solo confusione e non consentono di avere una normativa coerente. Sinché infatti non avremo per il cinema un progetto chiaro, una visione lungimirante e un sistema legisaltivo coeso e rigoroso rimarremo  anche in campo cinematografica una regione di serie B  o, come qualcuno "non sardo" ha detto, una Regione da Terzo mondo.
Le modifiche da fare sono importanti e parecchie e siamo contenti che Moviementu intenda offrire il proprio  contributo per elaborare in tempi brevi una modifica coerente della intera normativa da proporre ai nostri amministratori e al Consiglio regionale, noi siamo pronti a collaborare.

Silvio Maselli della Apulia Film Commission ospite di Grimaldi nella sede della Sardegna Film CommissionAl momento tenuto conto della polemica che si è scatenata circa quanto abbiamo scritto nel precedente numero riguardo al  conflitto di interessi (vai all'articolo), ci limitiamo ad affrontare questo problema che riteniamo fondamentale. Il principio di base è scontato, ovvio: tutti i componenti del Consiglio di Amministrazione della Fondazione devono rinunciare per le loro attività e/o per le società o associazioni alle quali fanno riferimento a richiedere contributi o qualsiasi tipo di agevolazione e/o beneficio all'assessorato alla Cultura e ovviamente alla stessa Film Commission.
Sul punto richiamiamo l'attenzione sulla normativa e sul regolamento dell'Apulia Film Commission da tutti invocata come esempio d'eccellenza. E' sufficiente dare uno sguardo al sito per comprendere la differenza fra la nostra Fc e la loro. Il settore trasparenza è davvero trasparente e chiaramente leggibile. La Fondazione è disciplinata da uno statuto, ma anche da un insieme di regolamenti fra cui il regolamento di incompatibilità e il codice etico, segni tutti di una Fondazione al passo coi tempi e con le esigenze di trasparenza che oggi la società richiede, o meglio impone.

In particolare l'art. 3 dello statuto evidenzia come finalità della Fondazione la promozione e valorizzazione delle risorse professionali e tecniche in linea con lo spirito della politica cinematografica in Puglia che intende portare sviluppo e lavoro e non attuare una politica assistenzialista rivolta agli autori, cioè in sintesi: "Cinema in Puglia e non cinema di Puglia" (come ha spiegato a Cagliari l'ex direttore Silvio Maselli). Su questo punto pertanto è necessario riflettere e volgere uno sguardo alle altre realtà già esistenti per trovare una soluzione che salvaguardi anche la nostra identità e specificità e le esigenze della nostra isola.  Riguardo poi alle incompatibilità il regolamento è chiarissimo: l' art. 1 recita: "La cariche di Presidente, di Vice Presidente, di componente del Consiglio di Amministrazione e di Direttore sono incompatibili con attività, incarichi e interessi che siano in conflitto con i compiti istituzionali della Fondazione Apulia Film Commission".

Ci auguriamo dunque che anche in Sardegna presto, al più presto, ci si allinei in questa direzione per evitare sospetti, ma anche ricorsi e complicazioni che non farebbero altro che rallentare ancora una volta la vera partenza del cinema in Sardegna.

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18 febbraio 2015