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L’intervista. Jacopo Cullin: Io figlio di Benito Urgu

Reduce dal successo mondiale de L’Arbitro di Paolo Zucca, racconta la sua carriera in un continuo rimbalzo davanti e dietro la cinepresa. di Valentina Bifulco

Jacopo CullinCagliaritano classe ’82, Jacopo Cullin inizia il suo percorso frequentando vari stage e seminari in Sardegna, si esibisce in moltissimi teatri dell’isola fino ad approdare alle serie tv e al cinema. Personaggio poliedrico, spesso comico, Cullin riesce ad incarnare l’essenza e la genuinità di alcune tipologie di persone, con un realismo e una naturalezza coinvolgenti.

Quando e come ha capito che faceva ridere la gente?
L'ho capito molto presto. Da bambino ripetevo a memoria le cassettine di Benito Urgu e alle scuole medie ho iniziato a fare le imitazioni di professori e bidelli. Mi piace far ridere le persone, a volte mi riesce anche senza volerlo.

Jacopo Cullin, Paolo Zucca e Benito UrguMolte delle sue interpretazioni raccontano, in maniera romanzata, alcune persone legate a Cagliari. Come nascono i suoi personaggi?
I miei personaggi son nati tanto tempo fa, alcuni già alle scuole medie. Non c'è niente di inventato, ripropongo la realtà leggermente caricaturata dandogli un tocco di surrealismo anche se a volte non serve.

Attore per cinema, televisione e teatro, ma anche regista. In quale ruolo si sente più a suo agio?
Mi piace essere libero. Ci sono alcuni momenti nella mia vita in cui preferisco scrivere, altri in cui ho voglia di dirigere, e altri ancora in cui sento la necessità di recitare. C'è chi dice che non si può fare tutto bene, sono d'accordo, però lo faccio lo stesso.

Jacopo Cullin''Buio'' (il cortometraggio del 2012 diretto assieme a Joe Bastardi) racconta una storia semplice, nella quale chiunque conosca Cagliari riconosce posti e situazioni Cerca sempre di mettere qualcosa che la caratterizzi come sardo nelle sue opere?
Io cerco sempre di raccontare storie universali e credo che "Buio" sia una di queste. Ovviamente le ambiento in luoghi che conosco meglio e che penso possano funzionare cinematograficamente, ma non cerco mai di mettere qualcosa che mi caratterizzi come sardo, è un processo naturale. Mi verrebbe difficile raccontare una storia ambientata nella pianura padana.

Ne ''L'arbitro'' lei interpreta un sardo emigrato in Argentina. Il film ha avuto un grande successo ed è stato presentato in tantissimi paesi tra i quali, appunto, l’Argentina. Come è stato accolto l'accento del suo personaggio?
L'Arbitro è un gran bel film e mi ha dato la possibilità di girare il mondo. Sono stato ad Istanbul, Londra, New York, in Messico a Guadalajara e a Buenos Aires. Il film ha riscosso un successo strepitoso ovunque, in particolare in Messico. Io e Paolo Zucca abbiamo l'abbiamo presentato davanti ad una platea di 6000 spettatori, un'emozione unica. Per quanto riguarda l'Argentina è andata benissimo anche lì, ovviamente loro sentivano delle inflessioni che non erano tipiche di Buenos Aires, però hanno apprezzato molto il mio lavoro e il film in generale.

Jacopo CullinEsiste una pagina Wikipedia dedicata a lei... come la fa sentire?
In realtà non c'avevo mai pensato, ho fatto diversi lavori e c'è una pagina su Wikipedia, mi sembrava normale. Però ora che me lo fai notare mi sa che inizio a dirlo in giro e faccio il figo.

Nuovi progetti?
Ho diversi progetti in via di sviluppo. Ho appena finito di girare il prossimo film di Lucio Pellegrini per Rai1 che si intitolerà "Limbo", adesso sto lavorando ad un progetto mio e a breve dovrò iniziare un altro paio di avventure.

18 marzo 2015