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Creuza de Ma', cinema e note con Paolo Fresu

Il jazzista di Berchidda tra i protagonisti del festival che dalle isole arriva in città. di Francesca Madrigali - Photogallery di Eugenio Schirru 

Cabiddu e FresuUna rassegna che da isolana diventa quasi itinerante, toccando i luoghi dell’affetto e dell’anima e spostandosi poi anche nella città, portandosi dietro un po’ di poesia e di calore dell’estate.

Creuza de Mà stavolta è stato così: la consueta kermesse estiva dell’isola di San Pietro è stata suddivisa in tre piccole “tranche”, dal concerto di marzo 2014 di Michael Nyman, passando per i documentari ospitati al festival Pazza Idea a novembre, entrambi a Cagliari, per poi arrivare al finale di questi primi giorni di primavera a Carloforte e di nuovo nel capoluogo. Le difficoltà di progettazione e di pianificazione, dovute soprattutto al mancato sostegno economico istituzionale, hanno di certo influito; ma lo spirito dell’associazione Backstage e di Gianfranco Cabiddu è resistente e fiducioso, mosso dalla passione e dalle cose belle fatte in questi anni, raccontate anche nella clip che apre il festival e lo racconta per immagini, proprio sulle note di Fabrizio de Andrè.

Il 28 e 29 marzo, dunque, Creuza de Mà ha invaso il Minimax del Teatro Massimo a Cagliari, dopo le proiezioni carlofortine del venerdì che sono state una testimonianza del forte legame con l’isola, il suo territorio e la banda musicale. Un prolungamento primaverile incentrato su Paolo Fresu e i suoi incontri più recenti con il cinema: il documentario di Fabrizio Ferraro "Wenn aus dem himmel... Quando dal cielo…", i film di Ferdinando Vicentini Orgnani  e "Torneranno i prati" di Ermanno Olmi sono i titoli in visione, accompagnati dagli incontri con i protagonisti e i registi.

Cabiddu e FresuIl film di Ferraro, in prima visione italiana (uscirà ad aprile nelle sale), racconta il rendez-vous artistico del jazzista di Berchidda e del bandoneonista Daniele di Bonaventura con Manfred Eicher, il creatore della prestigiosa etichetta discografica ECM, per la realizzazione dell'album "In Maggiore".  Soprattutto musica, dunque, e le immagini pulite di un viaggio sonoro e spirituale, di un incontro fruttuoso e di profondo scambio con quello che Fresu, nell’incontro successivo alla proiezione, ha definito uno degli ultimi “veri produttori musicali”, una presenza importante che guida il lavoro degli artisti e da cui alla fine ci si aspetta il segnale che vada tutto bene, al di là del vetro della sala di registrazione. I due musicisti, dopo l’incontro, hanno suonato per il pubblico del Minimax: un segno affettuoso che il pubblico ha molto gradito.

''Vinodentro''Vinodentro” musicato da Fresu-di Bonaventura, è invece l’ultima delle numerose collaborazioni con Vicentini Orgnani, già regista di “Ilaria Alpi-il più crudele dei giorni”. Liberamente ispirato al romanzo "Vino dentro" di Fabio Marcotto, racconta la storia, tra noir e commedia, di Giovanni Cuttin, timido impiegato di banca e marito fedele che nel giro di pochi anni, dopo aver degustato un "Marzemino", un vino tipico del Trentino, diventa direttore, tombeur de femmes e il più riverito e stimato esperto di vini in Italia. Nel cast Vincenzo Amato, Giovanna Mezzogiorno, Pietro Sermonti, Lambert Wilson e Daniela Virgilio.  

''Torneranno i prati''Il matinée della domenica di Creuza de Mà, invece, si è svolto al cinema Odissea, con la proiezione del film di Ermanno Olmi "Torneranno i prati" (per cui Fresu ha vinto il premio al festival di Bari per la colonna sonora), preceduto dalla conversazione tra Gianfranco Cabiddu e Paolo Fresu. "Ermanno Olmi mi telefonò a casa per dirmi che stava facendo un film - I Cento Chiodi - e voleva esattamente una canzone, 'Non ti scordar di me'. Una immagine onirica molto precisa, ma da Maestro quale è non voleva che la interpretassi come Olmi ma come Fresu", racconta il trombettista di Berchidda. Un incontro che si è poi rinnovato con questo ultimo film, ambientato nelle trincee sull'altopiano di Asiago verso la fine della prima guerra mondiale. Una rievocazione della paura, il freddo, la stanchezza e gli ordini insensati con cui i soldati dovettero confrontarsi nel conflitto che sconvolse l'Europa cento anni fa, e che le note del "Silenzio" nel tema finale composto e suonato alla tromba da Paolo Fresu, contribuiscono a commemorare.


 

LA PHOTOGALLERY (ph. Eugenio Schirru)


 

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1 aprile 2015