Percorso

‘’Buon Lavoro’’: ridere per non piangere – Foto dal set

Il regista Marco Demurtas impegnato nelle riprese del nuovo film. Nel cast il Pierino nazionale, Alvaro Vitali. Video del backstage. L'intervista di Maria Elena Tiragallo

Alvaro Vitali, sul set di ''Buon lavoro''Torna sul set il regista sassarese Marco Demurtas. Lo fa per una commedia, prodotta dalla sua casa di produzione Cinemascetti. Il film si intitola “Buon Lavoro” vanta nel cast un grande nome della commedia italiana, Alvaro Vitali, ossia il Pierino nazionale, nei panni di una vecchia signora alla prese con la nipote, costretta a farle da badante.

Abbiamo incontrato il regista Marco Demurtas, alle prese con il set sassarese, che a Cinemecum svela il suo nuovo progetto.

Come mai ha scelto il titolo “Buon Lavoro”?
Perché Buon Lavoro? Perché mi piace la commedia, mi piace scherzare sulle miserie umane non per deriderle ma per riflettere ed esorcizzarle. Ormai dire Buon lavoro è sempre meno frequente. E’ come dire: - “Come stai?” ad un moribondo. Vi ha fatto ridere questa? Forse sì o forse no, ma credo che sia questo l’umorismo: ridere per non piangere. Prima la commedia italiana lo faceva. Ora no. Il mio film parla dei giovani d’oggi, dei trentenni d’oggi e dei quarantenni. Alcuni di loro fanno “lavoretti”, alcuni sono disoccupati e stanno a casa dei genitori. Non è colpa loro ma neanche dei genitori che diventano le loro vittime perché li devono “mantenere”, sino alla morte. Insomma: il mio è un film sui “falliti”. Tutti ogni tanto ci sentiamo un po’ falliti. Faceva ridere questa? Forse no. In realtà è tutta colpa dell’euro che ha dimezzato tutto e le cose costano il doppio perché la moneta vale la metà… e per colpa della moneta anche noi valiamo la metà. Io ad esempio ho quaranta due anni. Ma in euro, a quanti anni corrispondono quarantadue anni?

Alvaro Vitali, sul set di ''Buon lavoro''Allievi e vip nel film? Perché questa scelta?
Lo so, c’è Pierino, ma la cosa più bella di questo film non sono i vip. I vip servono ad alzare il livello della recitazione e a far salire l’adrenalina sul set. Servono per caricare e fare da padrini ai miei giovani attori di cui sono fiero. In queste ultime riprese ho visto scene di grande intensità. Ho ancora la pelle d’oca. E’ importante ricordare che questo film è il risultato di anni di lavoro, all’interno dei laboratori comunali Agorà di Sassari, promossi dall’Assessorato alle Politiche Sociali. Si tratta di progetti educativi nati per prevenire il disagio sociale e creare occasioni di aggregazione, intrattenimento e cultura, all’interno di una realtà sempre più arida. È attraverso Agorà Film che ho avuto la possibilità di insegnare i mestieri del Cinema, coadiuvato dalla mia squadra di professionisti del settore. Siamo diventati una sorta di compagnia cinematografica, come le compagnie teatrali di un tempo, ve le ricordate? Tutti nella Cinemascetti imparano a fare tutto perché l’artista esperto deve essere poliedrico e poi ovviamente si specializzano in quello per cui sono più portati. Abbiamo formato ad esempio, delle segretarie di edizione giovanissime e bravissime. Nel mio lavoro attoriale e nella creazione della filosofia di lavoro del mio team, pesano molto le mie esperienze di teatro grotowskiano dove ho imparato l’arte di fare spettacolo, in maniera umile ed artigianale. Questo insegno ai miei allievi.

Alvaro Vitali, sul set di ''Buon lavoro''C’è Pierino...
Quando ero piccolo giocavo con i Big Jim e i soldatini e facevo vivere i miei sogni. Alla tv guardavo Goldrake ed Happy Days. Più avanti ho iniziato a guardare Fantozzi, Pierino, il Drive in e Ritorno al futuro. Il regista è un bambino che gioca con i suoi sogni e vuole che tutti giochino con lui. Per questo ora che faccio Cinema, metto in scena i miei idoli e mi sento ancora un bambino che gioca. Ed ora sono riuscito a giocare con il mitico Pierino! E’ un piacere vedere la mia troupe che ride con me, mentre vede Alvaro fare il fischio del merlo durante le riprese di una scena del film. Anche il fonico ha riso sul set ma l’ha fatto in silenzio e l’audio del film è uscito bene ugualmente. C’è un bello spirito nel gruppo! Quando Giuseppe Giacobazzi ci ha salutato nelle precedenti riprese, mi ha abbracciato e mi ha detto: - Siete una bella persona! Intendeva dire che i miei ragazzi erano qualcosa di bello che andava oltre il Cinema. Sentire questa cosa mi ha reso felice. Lui è uno che conosce molto bene il mondo dello spettacolo, dove il calore e l’umanità non sono sempre di casa. Chiunque entri nella Cinemascetti viene accolto con calorosità da un gruppo di amici che sono anche dei seri professionisti. Questa è la regola principale della Cinemascetti. Creare un bel gruppo è propedeutico al film. Il Cinema viene dopo.

Alvaro Vitali, sul set di ''Buon lavoro''Ci sono sardi sul set? Lo maestranze lo sono?
Siamo sardi. Lo staff principale è composto da: Viola Ledda, regista ed arteterapeuta che insegna ai ragazzi, oltre che a recitare, il rispetto per l’altro, attraverso degli esercizi creativi e relazionali, nei quali viene fuori l’anima di ognuno di loro. Se un attore non conosce la propria anima non è un attore. Il Direttore della fotografia è Andrea Cannas e poi c’è il mio amico Paolo Carboni che cura la supervisione dell’immagine e sta dando un contributo preziosissimo al nostro lavoro. Il Capo parrucchieri è Ignazio Marinelli, la scenografia è curata dallo scultore e pittore Alessandro Concas che ha reso il film onirico e surreale, la coordinazione del reparto trucco è affidata a Flavia Carboni e poi ci sono tutti gli attori professionisti come Giandomenico Ledda, Ignazio Chessa e Carlo Valle, solo per citarne alcuni.

Demurtas, sul set di ''Buon lavoro''

Le colonne sonore originali sono state create da artisti sassaresi: Voice ‘n’ music, Gabriele Masala, Nova Euphonia. In Sardegna c’è tanto talento e tanta voglia di fare. Alvaro mi ha detto che nel mio film ha ritrovato il clima di quel Cinema che non c’è più. Lui ha recitato in Amarcord! La cosa mi onora.

Dove girate e per quanto tempo?
Le riprese sono iniziate a luglio a Sassari e l’ultima sessione è prevista per novembre. Cinque volte sul set nell’arco di un anno e mezzo. Tutto ciò per motivi tecnici, economici ed organizzativi. Questo è necessario perché un film non milionario come il nostro, possa uscire bene. Siamo come le formichine che in tante, riescono a fare tanto. Sono un piccolo, piccolissimo produttore. Per necessità.


 

29 aprile 2015

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