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L’opinione

La sala del Piccolo Aufitorium, Skepto

Cinema sardo, treno in corsa. Successo di pubblico e critica per le iniziative isolane, ma la politica è ancora un freno. di E.A - Photogallery di Valentina Bifulco e Cinemecum 

Il mese di aprile è stato ricco di appuntamenti cinematografici. In questi ultimi 15 anni la Sardegna e Cagliari hanno compiuti passi da gigante a riguardo. Nonostante molte sale siano state chiuse e i denari a disposizione siano sempre meno per via della crisi, le iniziative, al contrario, sono sempre più numerose: rassegne, festival, concorsi e presentazioni di opere di autori isolani.

Se si confronta la realtà odierna con quella dei primi anni 2000 quando a Cagliari si tenevano solo due festival: il “Vart” e “Cagliari in corto”, oggi ci si stupisce sia per la varietà delle offerte che per il coinvolgimento di tanti giovani nella organizzazione di eventi cinematografici, realizzati quasi sempre per passione, senza alcun interesse.

La manifestazione Cagliari in corto del 2000, Wetzel, Calocero, Grimaldi e PellegriniÈ difficile anche per noi di Cinemecum riuscire a stare dietro alle diverse iniziative. Il dato più positivo è l’interesse dei sardi che partecipano con entusiasmo. Ciò è sorprendente; ma non è un fenomeno del tutto nuovo; già ai tempi del concorso “Cagliari in corto” il pubblico era numeroso, a dimostrazione del fatto che quando le manifestazioni sono interessanti il coinvolgimento della gente è conseguente. Oggi raccogliamo i frutti di quanto seminato dalla Cineteca Sarda e dai primi pionieri riuniti in alcune associazioni. Ma sono anche altri i motivi di tanto fervore: la promozione e il continuo parlare di cinema da parte di diverse associazioni e non è da trascurare, inoltre, il successo nel mondo delle opere dei nostri autori e l’avvento del digitale che rende più facile cimentarsi con le arti visive. Se oggi si rifacesse “Cagliari in corto” le opere in concorso sarebbero molte di più e di qualità superiore. Quest’anno è stato particolarmente determinante il sostegno e la partecipazione della Sardegna Film Commission a molte iniziative. La Fondazione, finalmente dotata di un budget solido, si sta costruendo quel ruolo, che sollecitavamo da molto tempo, di punto di riferimento per tutto il cinema isolano.

Maia WorkshopLo “Skepto Film Festival” ha ottenuto maggiore autorevolezza e un surplus di polarità dalla presenza della Film Commission che vi ha partecipato con i progetti “Heroes 20.20” e “Maia workshop”. Non c’è da meravigliarsi, quindi, che per la prossima edizione la maggiore preoccupazione degli organizzatori sia quella di trovare altri spazi per riuscire ad accogliere un pubblico sempre crescente.
In particolare il “Maia workshop”, progetto internazionale di formazione dei produttori emergenti, ha attirato molti stranieri e conferito al festival un aura ancor più internazionale. Sono proprio i giudizi degli ospiti che consentono una visione più chiara di quello che sta accadendo in Sardegna. Già il critico Antonio Costa nel partecipare al seminario di Introduzione alla critica cinematografico è rimasto favorevolmente colpito dall’affluenza di pubblico per un evento specialistico, durato parecchie ore. Il professore nel prodigarsi in complimenti per l’organizzazione ha dovuto ammettere che nella sua città (Padova) ciò non si sarebbe mai potuto verificare. E in effetti se si pensa che lo stesso giorno a Cagliari si tenevano anche altre due importanti manifestazioni di cinema c’è veramente da essere soddisfatti e ben sperare per il futuro.

Nevina SattaI giudizi dei partecipanti al progetto Maia sono stati altrettanto entusiastici specialmente per la direttrice Nevina Satta. Anche il critico Roberto Silvestri che insieme alla compagna, Mariuccia Ciotta, erano nella giuria dello Skepto considera l’Isola come la regione fenomeno per il cinema, tanto che, a suo dire, per uno sviluppo completo mancherebbe solo una scuola di cinema sarda. Siamo d’accordo; di questa necessità la nostra associazione ne parla da 15 anni: appunto perché il pubblico in realtà non è mai mancato e l’entusiasmo nemmeno; ma bisogna incanalare le energie e dare ai giovani una formazione: una scuola dove sia possibile il confronto anche con docenti e esperti stranieri.
Con il progetto Maia i registi sardi hanno avuto l’opportunità di esporre i loro progetti ai produttori internazionali; sono i primi semi dai quali si aspettano i frutti migliori perché crescita e sviluppo derivano soprattutto dal confronto e dall’apertura verso il mondo.

Un momento dello Skepto, il presentatore Daniele Lucca e  i critici Mariuccia Ciotta e Roberto SilvestriAnche il Comune di Cagliari nonostante gli errori commessi nel progetto “Cagliari capitale europea” e tante altre ingenuità, non ultima la complicazione inutile dei bandi per la cultura, ha comunque contribuito a creare maggiore fermento attorno al settore. Non così, invece, la Regione Sardegna che pare non rendersi ancora conto dell’importanza della cultura e del cinema. La società e la gente corrono in avanti e la Ras rimane ferma. Ogni decisione richiede tempi biblici e la conseguente azione ancora di più. Si attendono ancora i bandi promessi dall’ Assessore alla Cultura nel novembre dell’anno scorso, per non parlare della riforma della Legge Cinema. Renato Soru parla di rimpasto della Giunta e si mormora che la prima a saltare sarà l’assessore alla Cultura, Claudia Firinu, la quale appena insediata, in quanto digiuna della materia, aveva chiesto tempo per studiare e affrontare le questioni legate al cinema. Ad oggi, però, non pare ancora adeguatamente preparata, ma un nuovo assessore dovrebbe ricominciare da capo. In questa situazione è difficile dire quale sia il male peggiore intanto però è il mondo culturale sardo a fare le spese della impreparazione e improvvisazione dei nostri amministratori, che sembrano essere guidati nella loro azione più da una logica di spartizione delle poltrone che dall’interesse generale.


 

PHOTO GALLERY DI VALENTINA BIFULCO

PHOTO GALLERY DI CINEMECUM

29 aprile 2015

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