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Percorso

“La Grande Guerra” di Mario Monicelli (1959).

di Claudio Castaldi

''La Grande Guerra''Lunedi 20 aprile, secondo incontro del X Seminario di Archivi di Storia Contemporanea, la prof.ssa Maria Luisa di Felice insieme con il prof. Claudio Natoli presentano il film “La Grande Guerra” regia di Mario Monicelli del 1959.

In questo periodo del cinema italiano, dal 1957 al 1960, sono stati prodotti da De Laurentis tre film capolavori, con tre registi di fama internazionale, che hanno entrambi per soggetto la guerra: “Il Generale della Rovere” di Roberto Rossellini del 1957, tratto dall’omonimo romanzo di Indro Montanelli; “La Grande Guerra” di Mario Monicelli del 1959, che stiamo analizzando ora; “Tutti a casa” di Luigi Comencini del 1960 è non a caso in quest’ultimo il ruolo del tenente Alberto Innocenzi è interpretato da Sordi.
Il film è prodotto da Dino De Laurentis, Cinematografica S.p.A., in cinemascope, sceneggiatura e soggetto sono di Age-Scarpelli con la collaborazione di Vincenzoni e dello stesso regista Mario Monicelli.

''La Grande Guerra''La musica è composta da Nino Rota e diretta da Franco Ferrara. La pellicola ricevette il Leone d’oro alla XX mostra di Arte cinematografica di Roma. Il film “La Grande Guerra” è da considerarsi un film contro la guerra visto in chiave di commedia.
Pur esistendo già il colore, il film è in bianco-nero, scelta strategica per dare il clima degli anni della grande guerra.
La trama è suddivisa non in capitoli ma in riquadri. Sono presenti cinque riquadri. Ogni riquadro è preceduto da un canto popolare alpino: “Tapum” nel primo e nel quarto; nel secondo il brano “Monte canino”; nel terzo “A te Austria”. Da precisare come non sono brani messi a caso, ma hanno un ruolo fondamentale e dalle parole della strofa si capisce subito cosa è presente in quel riquadro e l’evolversi della storia.

''La Grande Guerra''Gli attori protagonisti sono due: Vittorio Gassman nel ruolo di Giovanni Busacca. Di origini milanesi. Fino a quel momento viveva in “collegio” (prigione) ma l’amnistia l’ha liberato e quindi costretto a rispondere alla chiamata alle armi. Lui è contro la guerra per eccellenza, anti eroe, non ama protendersi in avanti e avventurarsi nel pericolo, amante della libertà non assoggettandosi a obblighi imposti potere Statale. 
Tutti quelli che obbediscono senza mai opporsi li definisce pecoroni e minerali. Come dice lui stesso è un tipo che non si fa bagnare il naso da nessuno e se ha qualche cosa da dire, la dice chiara e a voce alta.
Spesso nel film menziona Michail Alexandrovìc Bakunin, filosofo, anarchico Russo inventore del movimento dell’anarchismo moderno, che nel suo pensiero sostiene di essere fanatico della libertà vera senza poteri terzi che debbano imporre e coercizzare la propria volontà.

''La Grande Guerra''Affianco al Busacca è presente Alberto Sordi nel ruolo di Oreste Iacovacci, romano. Come si può notare dalle prime scene del film, lavora in fureria al distretto, mettendo in luce come non sia amante della guerra e del pericolo. Infatti, andrà al fronte solo per dovere ma non per coraggio e amore patrio.
Entrambi i personaggi scansafatiche tentano in tutti i modi in guerra di sottrarsi sia alle piccole sia alle grandi operazioni da svolgere, ma sempre insieme.
E’ presente tra gli attori non principali, ma facenti parti del cast Tiberio Murgia, soldato Rosario Nicotra, che l’anno prima, 1958, fece parte del cast con Monicelli nel film  “I soliti Ignoti” nel ruolo di Ferribotte, come anche Gassman.

''La Grande Guerra''Una particolare attenzione va data all’ultima scena. Sono a ponte delle barche nel Piave. A sei chilometri si recano per comunicare alla base il loro appostamento. Una forte pioggia li costringe a dormire in una stalla. A poche ore i tedeschi occupano quella casa, dove loro dormivano. Ecco che i tedeschi accortisi che la stavano due nemici, perché Germania era contro l’Italia, sono catturati e interrogati. Oreste si fa scappare di bocca, preso alla provvista, qual era il loro accampamento ma non la localizzazione. In un primo momento i tedeschi si dimostrano magnanimi dando una possibilità di libertà a Oreste e Giovanni solo se indicano il punto esatto nella carta su dove si trova il loro comando. I due accettano ma avviene un fatto curioso.

''La Grande Guerra''Al capo tedesco gli scappa una battuta che al Busacca non piacque niente. Giovanni preso da orgoglio, tirando fuori di se tutta la sua cattiveria odiando ancora di più l’essere comandato da altri, la guerra, dice al tedesco: ”Se le cose stanno cosi mi no te disi proprio un bel nient, ahi capito,. Faccia de merd!”.
Nel giro di pochi istanti esecuzione del Busacca, Pum, morto. La cosa ancora più particolare fu che per solidarietà anche Iacovacci (Sordi) fece la medesima fine.
E’ necessario porsi un quesito: secondo voi i due con questo gesto sono diventati veramente e possiamo considerarli eroi? Oppure volevano difendere i loro compagni italiani? O dobbiamo considerarli due vigliacchi non amanti del pericolo? Queste domande aprono alla nostra interpretazione.

''La Grande Guerra''Il film, pur mostrando le atrocità della guerra e alcuni aspetti puramente materiali, ha senza dubbio delle caratteristiche comuni ma anche diverse rispetto al documentario analizzato nel precedente articolo “Scemi di guerra: La follia delle trincee di Enrico Verri”. Vediamo in breve gli aspetti comuni: le lettere ai soldati in trincea e l’analfabetismo stimato al 46% della popolazione. Nel film, infatti, come si vede dal secondo riquadro fino a tutto il quarto, nelle trincee i soldati ricevono lettere dai propri cari ma alcuni non sapendo leggere e scrivere utilizzano il tenente come lettore e scrittore, si pensi al tenente Gallina e al soldato Giacomazzi.

''La Grande Guerra''Altri aspetti comuni, la vita in trincea, le battaglie e assalti ai nemici e le armi adoperate.
Il film non mette in risalto le patologie di shock da guerra menzionate come punto focale nel documentario ma soprattutto elemento reale della grande guerra.
Di certo è surreale nel film, il momento in cui il Busacca, soldato al fronte, ha una relazione con Costantina, interpretata da Silvana Mangano, una prostituta, mamma di un bimbo di pochi mesi che per mantenerlo l’ho affida a una balia di Monte San Felice.

13 maggio 2015

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