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Percorso

Cinema d’EsSex. ''Shame'' di Steve McQueen - VIDEO

Una storia sul rapporto fuorviante tra dignità e sesso, che collauda le emozioni umane tramite la vergogna del piacere. di Mariangela Bruno

''Shame''Il regista inglese pluripremiato di Hunger e 12 Anni Schiavo ci regala il suo secondo e acclamato lungometraggio, Shame. Presentato in anteprima alla 68ª Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia e alla 36ª edizione del Toronto Film Festival, il film scandalo di Steve McQueen ha ottenuto negli Usa la NC-17, la nuova nomenclatura attiva dal 1990 per i film Rated X, propria dei film per adulti.

Una storia sul rapporto fuorviante tra dignità e sesso che collauda le emozioni umane tramite la vergogna del piacere; un gioco disperato dai meccanismi sadici e da un’ossessione per le ossessioni. L’attore protagonista, Michael Fassbender, è il vincitore assoluto di questo film.
Abbiamo analizzato tre scene cardine di Shame, secondo le nostre regole del gioco, per scoprire se rientra nel Cinema d'essai, nel Cinema d'esSex o nel Porno d'essai:

''Shame''SCENA UNO
Tecnica Cinematografica: non possiamo esimerci dall’affermare che tecnicamente Shame è meraviglioso. La regia è leggera e fluida, senza essere eccentrica; la scenografia è rigorosamente orchestrata per non farci dimenticare mai di essere al centro di New York e i corpi nudi e in tensione degli attori sono la decorazione perfetta ad una scena che da l’idea di esistere e di essere lì ad essere vissuta a prescindere dal nostro sguardo. Molto bella. Voto 3
Carica Erotica: molte scene del film sono manuali di erotismo estetico, ma non questa. Siamo in una stanza d’albergo mozzafiato e il protagonista è in compagnia di una prostituta, ma il sesso tra loro è evidentemente spettacolarizzato. L’ensemble è tutto da godere. Voto 2
Intreccio Narrativo: Brandon, il protagonista interpretato da Fassbender, è chiaramente dedito al sesso. Lo scopriamo fin da subito nelle numerose scene di nudo integrale dell’attore, eppure per la sola e unica volta nel film, è impotente. L’uomo non riesce ad avere un rapporto sessuale con Marianne, una sua collega di lavoro per cui ha un debole. Frustrato da questo accadimento, Brandon chiama una prostituta e finalmente eiacula. Vi è uno scarto evidente tra ciò che desideriamo e ciò che vorremo desiderare. Voto 1
Totale: 6

''Shame''SCENA DUE
Tecnica Cinematografica: la fotografia, sempre pulita nel film, qui, è particolarmente densa. Siamo in una dark room gay e i colori, variando dal grigio al rosso, ci donano un senso di straniamento. È certamente la scena in dark room meglio girata del cinema americano. Voto 3
Carica Erotica: la tensione sessuale è molto alta e resta in agguato per tutta la scena. Brandon è alla rinnovata ricerca di sfogo sessuale e lo spettatore è lì, a cercarlo per lui. Un gusto raro quello di McQueen, capace di dare al sesso quello che gli spetta: la libertà. Una fellatio integrale, forse, avrebbe convinto di più. Voto 2
Intreccio Narrativo: New York di notte è un luna park di anime dedite al tormento ed è la location perfetta per un film sui legami familiari e sul desiderio. Siamo al centro della questione, sentiamo che forse potremmo iniziare a capire cosa pensiamo veramente di questa sceneggiatura, invece rimaniamo schiacciati dal dramma. Ci piace. Voto 2
Totale: 7

''Shame''SCENA TRE
Tecnica Cinematografica: lo sguardo del regista non è integrale e non è onnisciente. La camera osserva tutto dall’interno, tra i movimenti dei corpi eccitati e gli occhi di chi li gode. Un moto serpentino e asciutto che risolleva la tecnica grandangolare da un suo utilizzo spesso naive. Voto 2
Carica Erotica: un ménage à trois arrangiato e rabbioso; il regista non vuole eccitarci. Il protagonista è rattristato dal suo stesso piacere ed eiacula in un’orda di tristezza e di sacralità. Una scena molto bella e piuttosto esplicita, ma non del tutto erotica. Voto 1
Intreccio Narrativo: ci avviciniamo all’epilogo e il tormento del protagonista inizia non solo a percepirsi, ma anche a vedersi. È il terzo o il quarto incontro sessuale nell’arco di una sola serata per Brandon e a vergognarsene è solo egli stesso; oppure qualche critico puritano a Venezia in compagnia del governo degli Stati Uniti. Narrazione delicata e profondamente triste. Voto 3
Totale: 5

Calcoliamo. 6+7+5= 17. 18/3= 6

Il profilo risultante per Shame di Steve McQueen è: Cinema d’esSex

Per molti separarsi dai propri incubi è una guarigione; per altri è un dramma. “Non è colpa nostra, Brandon. È che veniamo da un posto molto brutto”, dice la sorella del protagonista, ma non vi è colpa se non c’è nessuno ad attribuirla. Questo film diventa un dramma o una guarigione a seconda dello spirito di chi lo guarda. Noi l’abbiamo interpretato come un dramma, perché a volte i tormenti sono le cose più sane che possediamo. Film capolavoro.


24 giugno 2015

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