Percorso

Il ''Thriller'' del Sardinia Film Festival

Protagonisti e sorprese dell'edizione 2015. Il giovane Albano racconta il suo Michael Jackson in un corto. di Elisabetta Randaccio

Anna Tifu prova prima del concerto al SFF - ph. Marco Dessi'Il Sardinia Film Festival 2015 si è svolto in un clima particolare, culminato negli ultimi due giorni della manifestazione. Infatti, mentre nello spazio del Quadrilatero si svolgevano le proiezioni di fronte a un pubblico affezionato e sempre molto curioso e attento, altri sassaresi seguivano con ansia spasmodica le partite di Basket della finale del Campionato, in cui la squadra della città (e della nostra regione), la Dinamo Banco di Sardegna combatteva per lo scudetto, un vero e proprio momento storico dello sport della nostra isola.

Il Sardinia ha portato fortuna alla Dinamo, la quale, dopo una partita al cardiopalma degna di un film di Dario Argento, si è imposta contro la Reggiana Grissin Bon, vincendo il Campionato. A questo punto, è scoppiata la festa e, concluse ormai le proiezioni dei cortometraggi in concorso, cinefili e amanti del Basket sono finiti insieme in piazza a festeggiare.

Anna Tifu - ph. Marco Dessi'Questa situazione veramente speciale, quasi magica, non ha impedito alla serata finale del Festival di essere un successo. Un tocco di magia in più l'ha donato la straordinaria giovane violinista, bella e brava, Anna Tifu, la quale ha ricevuto il premio del Festival, messo a disposizione, come ogni anno, dal presidente del Senato per una personalità distintasi per l'impegno nella cultura, nel sociale e nell'arte. La Tifu ha regalato agli spettatori un'esibizione toccante e, nello stesso tempo, tecnicamente raffinata. Le note della Ciaccona di Bach hanno commosso e i caldi applausi seguiti non hanno esaurito l'emozione e l'ammirazione per questa giovane e così eccellente interprete.

Sardinia film festival- ph. Marco Dessi'A rappresentare la giuria del SFF 2015 (formata anche dalla produttrice Jane Dolan e dal compositore Maurice Seezer, entrambi irlandesi) c'era Joao Paulo Macedo, direttore del Festival di Cortometraggi di Evora in Portogallo e appassionato operatore della Federazione Internazionale dei Circoli del Cinema. I premi della giuria sono andati, come migliore documentario a Ecuador with the eyes closed di Daniel Chamorro, come miglior fiction italiana a Sinuaria, il cortometraggio opera prima girato da Roberto Carta all'Asinara, una commedia che gli ha fatto assegnare pure il premio “Federico Lubino”. Una menzione speciale, in questa sezione, è stata data anche a Nel silenzio di Lorenzo Ferrante e Matteo Rica, incentrato sul rapporto complesso di due fratelli, uno dei quali disabile.

I premi messi a disposizione dalle massime autorità dello Stato- ph. Marco Dessi'Per la fiction internazionale il vincitore è risultato uno dei migliori cortometraggi del Festival: Listen di Hamy Ramezan e Rungano Nyomi che, in pochi minuti, ci racconta l'ipocrisia e la voluta incomunicabilità della società occidentale nei confronti dei più deboli. Listen ha ricevuto anche il riconoscimento voluto dalla rivista Diari di cineclub. La giuria ha anche menzionato, in tale sezione, per la qualità del film, En directo di Wencesclao Scyzoryk e, per la splendida fotografia, The shadow forest di Andrzey Cichocki, il quale ha ricevuto anche il premio Scuola over 18.

Premio ficc: il regista Emanuele Palamara riceve il premio FICC, nella foto Patrizia Masala Vpresidente FICC e Marco Asunis presidente Ficc - ph. Marco Dessi'Altri riconoscimenti sono andati all'italiano La smorfia (premio pubblico FICC, ottenuto attraverso i voti degli spettatori di vari circoli del cinema in Sardegna, in Veneto, in Molise, in Sicilia), a Jardin de piedras di Victor Cabrera e Cristian Caradeuc (premio Back to land), a Autogenic di Prakash H., a Robot's tale di Stephanie Winter, con menzioni a Per un pugno di note di Maurizio Iezzi e a This is not a horror movie di Silvia De Gennaro nella interessante sezione Videoarte.
L'ultima proiezione del SFF è stata una bella sorpresa. Infatti, Thriller di Giuseppe Marco Albano, vincitore 2015 del David di Donatello nella categoria dei cortometraggi, ha rivelato un talento e un professionismo sicuro nell'affrontare con originalità e una certa leggerezza venata di amarezza la dura realtà dell'occupazione in Italia.

Il film è ambientato a Taranto, tra le famiglie degli operai dell'ILVA, l'ossimoro drammatico dell'Italia, dove si è divisi tra diritto al lavoro e diritto alla salute. Un bambino con il mito di Michael Jackson (come d'altronde il regista) trasforma la delusione di non poter partecipare a un talent show nella visibilità della lotta per la sopravvivenza dell'occupazione in città, quella combattuta da suo padre e suo fratello. Assolutamente divertente e amara, nello stesso tempo, la scena finale che riprende il celebre videoclip in cui Michael Jackson danza con gli zombie. In questo caso i “non morti” sono gli operai...

Giuseppe Marco Albano e Angelo Tantaro presidente del sff nell’ARRI Corner del festival - ph. Marco Dessi'Abbiamo chiesto al giovane regista Giuseppe Marco Albano, che dimostra creatività, ma anche un'attenta perizia tecnica, come è nato il corto.
Thriller unisce la mia passione per Michael Jackson, travolgente sin da bambino, con l'amore per la città di Taranto. Infatti, pur vivendo a Bernalda, in Basilicata, la mia famiglia ha forti legami con la città pugliese, che è distante solo 35 km dal mio paese. Negli scorsi mesi, Taranto è stata sempre nelle prime pagine dei giornali per i gravi problemi del lavoro e ambientali. Avevo necessità di raccontare questo dramma, in maniera diversa, per certi versi un po' più lieve, ma senza essere superficiale.”

Il finale del film risulta essere una metafora ironica, ma potente..
Sì è una metafora "forte", avevo quasi paura a metterla in scena, non volevo offendere nessuno. Ero veramente incerto se inserirla, non l'avevo neppure scritta nella sceneggiatura originale, ma, poi, discutendo con la troupe e con la gente, ho capito come il senso poteva essere compreso senza nessuna ambiguità.”

Thriller è curato molto attentamente nella forma. C'è una scena molto d'effetto, con un bel gioco di ombre, quando il bambino danza vestito con il cappello a falde larghe...
Evidentemente ho cercato di citare alcuni dei tanti videoclip con protagonista Michael Jackson. In quella sequenza abbiamo cercato di ricreare lo stesso effetto di luci di un famoso videoclip, ma pure la maglietta indossata dal ragazzino quando va a scuola è una citazione degli abiti di scena di Jackson, che, peraltro, è stato uno dei miti della mia adolescenza.

ARRI Corner mentre si provano le attrezzature tecniche messe a disposizione - ph. Marco Dessi'Cosa ha significato ricevere il David di Donatello?
Sono arrivato alla serata di gala sapendo già di aver vinto, perché sia per il documentario sia per il cortometraggio l'esito viene anticipato rispetto a tutte le altre candidature. Ma è stato, comunque, molto bello e emozionante. Sono andato alla manifestazione con mia madre e ho dedicato la vittoria a mio padre, che è scomparso da poco. E' stato sicuramente un momento toccante. Poi a Bernarda, dove tutti mi conoscono, hanno fatto il tifo davanti al maxischermo, hanno fatto una festa. Insomma è stato un bel risultato sia lavorativo sia personale.

Quale è il tuo prossimo progetto?
Sto scrivendo una sceneggiatura con altri collaboratori ambientata a Napoli, tra gli anziani. Non è il mio primo lungometraggio, perché avevo già realizzato un film con un piccolo budget, Una domenica notte. Spero di poter iniziare a girare l'anno prossimo.

8 luglio 2015

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