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Nel segno di Zaira, la prima attrice hard sarda

La Zoccheddu da Villaurbana, in provincia di Oristano, sino a Playboy. Poi B-movie, ma non solo - FOTO. di Marcello Atzeni

Zaira ZocchedduCosa conoscete della Sardegna che sia rimasto intrappolato nella celluloide o ingabbiato in dvd? Sicuramente, i soliti noti: Amedeo Nazzari, Nanni Loy, Annamaria Pierangeli e Tiberio Murgia. “Roba” datata. Negli ultimi anni, l’esplosione: Gianfranco Cabiddu, Salvatore Mereu, Antonello Grimaldi, Giovanni Columbu e altri ancora. Ma quanti conoscono Zaira Zoccheddu?

Pochi crediamo. Zaira, molto probabilmente, è stata la prima attrice sarda ad aver partecipato a un film a luci rosse. Nel 1981, uscì nelle sale, Gocce d’amore. ZZ era una delle prorompenti protagoniste. La pellicola finì anche in vhs. Nel 1984, Gocce d’amore, subì dei tagli e la versione soft, venne trasmessa a notte fonda da alcune tv private. Un peccato di gioventù, la Zoccheddu non era certo una pornostar anche se quella pellicola rimane.

Zaira ZocchedduNata circa sessant’anni fa a Villaurbana, in provincia di Oristano, i genitori all’epoca avevano un negozio di generi alimentari. Ragazza avvenente, iniziò con dei concorsi di bellezza, nei quali venne notata per le sue forme armoniose e il suo sessappiglio. Fu così che le proposero di fare delle foto per pubblicizzare una moto famosa. I poster con Zaira, non erano solo per camionisti e carrozzieri. Ma si trovavano in molti esercizi commerciali, soprattutto nei bar dei paesi della zona.
Ma ZZ, nei lontani anni settanta, trovava strette le viuzze del paese. I boschi di lecci e corbezzoli, attorno a Villaurbana, non le dicevano nulla. E neanche le caprette, ma quelle, si sa, parlano solo con Heidi.

Varca il Tirreno e approda a Roma. Fa la parrucchiera e intanto continua con le passerelle. Poi un servizio su Playboy, la lancia nel firmamento delle stelline. Ma non le basta. Conscia della sua bellezza e anche dotata di un discreto cervello, vuole volare alto.

Zaira ZocchedduPartecipa a dei casting e le si spalancano le porte della settima arte. Non si parla di film che hanno sbancato i botteghini, la critica poi è tutt’altro che tenera. Comunque sia, gira una trentina di film tra gli anni settanta e ottanta. Qual è il genere? Di difficile catalogazione. Qualcuno li definisce trash, in maniera ruvida. Sono quelli che comunque hanno ancora tanti estimatori.
Uno per tutti: Quentin Tarantino. Soggetti e sceneggiature a volte lasciano perplessi. Forse l’idea dei vari registi appartenenti alla "film commistion" (avete letto bene), era quella di fare dei porno soft, con pretese di messaggi subliminali-esoterici-storico-ambientalisti e chissà cos’altro ancora. Definirli nazi-erotico-horror? Le immagini che girano in rete sono sbiadite.

Segno che il tempo passa, ma anche che la qualità non era eccelsa. Kaput lager-Gli ultimi giorni delle SS; La croce delle sette pietre; Orinoco: prigioniere del sesso; Mizzicca ma che è? Proibitissimo sono solo alcune delle pellicole nelle quali appare ZZ. Se scorrete i titoli di testa, a parte Marisa Merlini (ammesso non sia un’omonima), non ci sono nomi noti.

Zaira ZocchedduSono gli anni confusionari di un’Italia, tra P38, compromessi storici ipotetici, austerity e dibattiti infuocati su divorzio e aborto. In un certo senso quelle pellicole, possono rappresentare e far respirare l’aria cupa e instabile di allora. Zaira da Villaurbana, prosegue nella sua carriera. A volte il cognome non è Zoccheddu, ma Zuccheddu o Soccheddu. Cerca di stare in equilibrio.
Ma nel 1981, c’è una svolta epocale. Almeno nella sua vita. Le propongono di girare Gocce d’amore. È un film porno. Senza se e senza ma. Quasi certamente è il primo che vede in scena una ragazza sarda. Gocce d’amore pare sia un film di culto per gli appassionati del genere. In rete, girano due spezzoni. Circa un’ora in tutto. Doppiato in francese. Esterni girati in Italia, sembrerebbe il litorale laziale. Ostia? Torvajanica?

Zaira ZocchedduUna scena, però, dà proprio l’impressione di essere stata girata a Cagliari. Da una sorta di bastione-terrapieno, la macchina da presa “pesca” un traghetto ancorato al porto.
E Zaira? Dopo quella escursione in un set rovente, torna a recitare nei b-movies. Ma c’è un alone di mistero. Secondo alcuni avrebbe poi partecipato ad altri film a luci rosse. ZZ, in ogni caso, fa parte del firmamento cinematografico nostrano. Stiamo parlando di una ragazza che, quaranta anni fa, è partita da un paese di duemila abitanti, nell’interno della Sardegna. Non c’era internet, non c’erano i social network, non c’era il Tube. Di questi tempi è tutto più facile, seppur effimero. Una chiappa in rete e fai il giro del mondo. Allora farsi largo era un’impresa sovraumana. E ZZ, tutto sommato può dire d’esserci riuscita. Non lasciando un solco profondissimo, ma comunque un segno. Non è poco.


22 luglio 2015