Non è un paese per festival
“Soldi pubblici tanti, ma per pochi e non per il Cinema”, la denuncia di Alessandra Piras (CFF). Intervista di Valentina Bifulco
Il Cagliari Film Festival (CFF) è un progetto di promozione della cultura cinematografica ideato dall'associazione culturale Tina Modotti, che vuole affermarsi nel panorama dell'offerta culturale regionale come strumento di stimolo intellettuale per il pubblico adulto e come momento formativo per le nuove generazioni forse quelle che maggiormente necessitano di fruire e conoscere il cinema e i documentari di impegno civile.
La rassegna cinematografica realizzata nel mese di Luglio nel Chiostro di San Domenico prevede nella sua conclusione un percorso formativo dedicato alle studentesse e agli studenti delle Scuole del territorio, per sensibilizzare i giovani sui temi dei diritti umani. Il primo film dedicato alla Scuola è Bekas, di Karzan Kader, che sarà proiettato il 16 Dicembre alle ore 11,30 all'Auditorium di Tiscali a Sa Illetta (S.S 195, Km 2,300) con ingresso gratuito. Come ci spiega Alessandra Piras, storica Direttrice Artistica dell’evento, “fin dalla sua prima edizione, il CFF ha voluto rispondere alla necessità di creare un luogo nella città di incontro e confronto sui temi che attraversano la nostra società come i conflitti civili, emergenze dovute alle migrazioni in atto delle popolazioni in fuga dalle guerre, riflessioni sul mondo del lavoro, attenzione alla salvaguardia della memoria storica del Novecento. Un luogo aperto al dibattito in un contesto ampio e internazionale che possa essere anche di interesse in un ambito turistico-culturale”.
Abbiamo incontrato Alessandra per farci raccontare la sessione autunnale del CFF, sfruttando l’occasione per parlare delle difficoltà di organizzare festival cinematografici in Sardegna.
Chiusura di questa edizione del Cagliari Film Festival con un momento dedicato alla formazione?
Nella sessione autunnale, il CFF vuole rispondere in particolare alla missione formativa ed a quella di creazione di un network tra gli operatori ed organizzatori di festival cinematografici. Nelle due giornate previste si terranno nelle ore mattutine le proiezioni di due film, Bekas di K. Kader e Hannah Arendt di M. Von Trotta, e nella fascia serale alcune conferenze tematiche che avranno il principale obiettivo di ragionare sul ruolo dei festival cinematografici per lo sviluppo e la promozione dei territori che li ospitano. Le conferenze sono dedicate ai principali operatori del cinema e gli organizzatori dei festival cinematografici della Sardegna e del panorama nazionale, insieme ad economisti ed esperti di sviluppo locale. Avranno non solo il fine di approfondire il ruolo che i festival hanno per lo sviluppo locale dei territori, guardando alle migliore esperienze sarde ed italiane, ma anche quello di ragionare sulla promozione coordinata e sulla creazione di una rete di festival. Ogni conferenza sarà seguita da una proiezione.
Attraverso Bekas si toccano temi molto attuali, come immigrazione e libertà, raccontati dall’esperienza di due bambini.
Bekas del regista curdo Karzan Kader ci è sembrato il film più adatto per riaprire la sessione autunnale della rassegna. Affronta lo stesso tema, la fuga dei popoli dai paesi in guerra o dove ci sono regimi autoritari o povertà insopportabili, del film Io sto con la sposa, con il quale abbiamo aperto la manifestazione d'estate. Bekas racconta la storia di due bambini che fuggono dal loro paese, il Kurdistan Iracheno, e vogliono andare in Europa. La vicenda è ispirata in parte alla biografia del regista, che oggi vive in Svezia dove ha potuto studiare e vivere in un paese in pace, due dei diritti fondamentali di ogni essere umano. I bambini che hanno abbandonato le proprie case a causa delle guerre, secondo le stime dell'Unicef sono stati 30 milioni negli ultimi anni e spesso viaggiano da soli come i piccoli protagonisti del film che proponiamo.
Tirando le somme di questa edizione, quali sono stati i maggiori problemi che avete dovuto affrontare?
La rassegna Cagliari Film Festival eredita l'esperienza del progetto Campidano Film Festival, che in quattro edizioni, aveva permesso di portare il cinema di interesse culturale nel territorio della provincia di Cagliari. Tutto era stato possibile grazie alla piena disponibilità delle amministrazioni comunali e ai fondi della L.R. n.15/2006 che favorisce la diffusione del cinema in Sardegna. Ora nel 2014 abbiamo voluto esportare quel modello di promozione del cinema di impegno civile nella città di Cagliari. Il primo anno è stato molto bello siamo stati ospiti di VoxDay all'interno del loro trimestre di gestione del Teatro Civico. Quest'anno abbiamo fatto regolare domanda per il Teatro, ma nessuno ci ha risposto per mesi, poi ci è stato detto che non era agibile che si doveva riunire la commissione per l'agibilità, poi che era già prenotato, poi che ci avrebbero fatto sapere. Insomma un balletto di improbabili scuse per non darci lo spazio. Alcune associazioni l’hanno poi potuto usare in piena libertà, altre sono state chiamate durante l'estate per sapere se erano disponibili ad aprire lo spazio ai turisti. Alla fine il Teatro è poi è stato affidato, per permetterne la visita ai turisti, a dei custodi appartenenti alle liste dei lavori socialmente utili, suscitando l'ilarità generale poiché erano inadeguati a illustrare la bellezza del luogo.
E dal punto di vista dei finanziamenti?
Altre difficoltà o criticità con il bando per il contributo cinema (€ 36mila Determinazione n° 6940 / 2015 del 17/07/2015). Il nostro progetto è valutato idoneo, ha il punteggio per ricevere i finanziamenti che però non possono essere erogati perché quella linea di finanziamento non prevede erogazioni al di sotto di duemila euro. Certamente se al primo in graduatoria vengono dati oltre il 40% del budget è chiaro che gli altri non avranno nulla. Un'altra cosa poco chiara è che il budget a bando era inizialmente inferiore e poi è miracolosamente salito. Da segnalare però che la commissione ha assegnato senza bando solo con "Lettera di invito" i fondi per Cagliari Capitale italiana, nessun bando a evidenza pubblica, e alcune associazioni hanno ricevuto i fondi anche se non erano in graduatoria. Un mistero cagliaritano. E comunque il pubblico ci ha seguito, abbiamo venduto circa 1000 biglietti che ci hanno permesso di condividere la visione di alcuni film molto belli di costruire uno spazio di condivisione e di dibattito. Ora abbiamo ricevuto il riconoscimento dell'Assessorato al Turismo, al quale abbiamo inoltrato il progetto, spiegando come esso si collochi all'interno del contesto dei piccoli e grandi festival che promuovono il cinema di finzione e quello documentaristico, che raccontano la realtà contemporanea, e che possono diventare un appuntamento anche di rilievo turistico per il pubblico e gli addetti ai lavori di questo segmento del settore cinema.
Organizzare un festival sta diventando sempre più difficile, quali strategie dovrebbero mettere in atto le amministrazioni per aiutare gli operatori culturali?
Organizzare Festival non è difficile, è sufficiente avere la pazienza di leggere le delibere di questa calda estate cagliaritana e regionale per vedere il mare di finanziamenti erogati. Alcuni dei quali senza risparmio di mezzi: macchine lussuose per trasportare gli ospiti, apparati tecnici sovradimensionati, installati anche nel cuore del Castello, pubblicità continua sui giornali affissioni 6x3 in ogni spazio libero. È difficile organizzare un Festival di cinema, indipendente, che partecipa a un bando il cui budget è di 36mila per l'intero reparto, l'equivalente del finanziamento, anzi anche un poco di meno, rispetto a uno dei tanti progetti inseriti nel programma Cagliari Capitale Italiana finanziati ciascuno con quasi 40mila euro, senza bando ad evidenza pubblica.
16 dicembre 2015