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Percorso

Isreal, il festival del cinema etnografico diventa adulto

ISRE Cinema 2016

L’Isre cambia veste, e nome, alla sua rassegna per la XVIII edizione. Intervista al presidente Bruno Murgia. di Carlo Poddighe

Arriva alla XVIII edizione e diventa maggiorenne la rassegna internazionale di film etnografici organizzata ogni due anni dall’Isre di Nuoro. E, come ogni ragazza che si fa adulta, cambia veste, si rinnova, in un certo senso, rinasce.

Bruno MurgiaBruno Murgia, nuorese, presidente dell’Istituto etnografico della Sardegna (Isre) da quasi tre anni, è in questi giorni a lavoro per mettere a punto gli ultimi dettagli della prossima edizione che si preannuncia ricca di novità.

Una nuova vita per Il Sardinia International Ethnographic Film Festival, dunque?
Sì, iniziando dal nome del festival. Non più l’acronimo Sieff, si chiamerà Isreal con un gioco di parole che vuole significare il forte impegno dell’Isre nei confronti del cinema del reale.

Una scommessa non da poco cambiare denominazione a un festival. Cosa resta del passato?
Come eredità del glorioso Sieff rimarrà la speciale attenzione nei confronti dell’antropologia visuale senza però tralasciare il meglio della produzione documentaristica italiana e internazionale. Il cinema documentario attraversa un momento d’oro (si pensi al Leone d’oro per Sacro GRA di Gianfranco Rosi) con un sempre crescente interesse da parte del pubblico per questo tipo di cinematografia.

Altre novità?
Cambierà il numero delle giornate della rassegna: dalle sette giornate del Sieff si passerà alle cinque del nuovo festival, consentendoci di sperimentare una formula di manifestazione più agile e, certamente, meno dispendiosa.

ISRE Cinema 2016Ecco, a proposito, due anni fa ci sono state delle difficoltà legate ai finanziamenti, in questa edizione potete contare su un budget adeguato?
Sto lavorando a stretto contatto con la Regione Sardegna per questo. Ritengo che rispetto alla precedente edizione ci siano più fondi. Ma ho aperto una collaborazione con la Fondazione Banco di Sardegna e con società private. Il pubblico da solo non basta più.

Entriamo nel dettaglio del Festival. Prima di tutto le date e poi qualche anticipazione sul programma.
Inauguriamo quasi sicuramente il 13 di aprile. Il programma, invece, preferisco non svelarlo perché ancora in via di definizione. Sarà davvero molto ricco, con anteprime e film di straordinaria qualità. Il Festival prevede un concorso e una serie di omaggi ai maestri del cinema del reale. Vi dico però, che come Isre Cinema, il 12 febbraio dalle 19 inauguriamo “Un’Isola in movimento”: una mini rassegna in cui presentiamo il lavoro di 6 filmmaker sardi, che raccontano la nostra terra. Un lavoro di grande qualità e creatività. Ne sono orgoglioso.

Alessandro StellinoSardo, nuorese come te, è anche il nuovo curatore della rassegna.
Un’altra bella novità. La direzione artistica del Festival è stata affidata ad Alessandro Stellino, un giovane molto capace, scrittore e studioso di cinema, che ha ben lavorato come programmer nell’ambito del Festival Filmmaker di Milano.

Novità e tradizione. Mondo o identità. Quale cinema deve raccontare la Sardegna?
Noi come Isre crediamo fermamente che la grande scommessa del cinema (non solo sardo) sia quella di raccontare e interpretare adeguatamente la contemporaneità. Per quanto riguarda l’Isola, ci interessa raccontarne le contraddizioni e la vitalità senza ammiccare ad un presunto passato mitologico fatto di simboli ormai consunti.

Quali sono i tuoi film preferiti, sardi e non?
Beh, Mereu mi piace molto, è ormai un classico. Mi è piaciuto moltissimo Capo e Croce di Marco Antonio Pani e Carboni. Mi piace Zucca... E mi piacciono molto le serie-tv, ne guardo una marea.

Perché non girarne una a Nuoro allora?
Perché no? Mi piacerebbe produrne una ambientata nella nostra Isola. Ci sto pensando seriamente.

10 febbraio 2016

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