Il complesso e il contradditorio di Giuliano Montaldo
Una rassegna ripercorre la vita cinematografica avventurosa del regista attraverso le sue parole, la sua ironia e i suoi film. di Elisabetta Randaccio
Giuliano Montaldo, nella storia del cinema italiano, é un riferimento importante, con un carriera straordinaria lastricata di alcuni capolavori indimenticabili come "Sacco e Vanzetti" (1971), "Giordano Bruno" (1973), "Gli occhiali d'oro" (1987), solo per citare i piú noti. Peraltro, una delle caratteristiche della sua opera, nel complesso, é quella di una freschezza e attualità, che la rende, ad ogni nuova visione, mai datata e sempre appassionante.
Il suo cinema non é da intendere musealmente del passato, ma ancora capace di incidere nel presente.
A Montaldo e al suo mondo, non solo cinematografico, è dedicata la rassegna (scopri il programma) organizzata con rigore dall'Associazione Alambicco, in collaborazione con i circoli del cinema La macchina cinema e Gramsci, con la Societá Umanitaria-Cineteca Sarda, la FICC, il periodico online Diari di Cineclub e il patrocinio della Regione Sardegna, dal 16 febbraio al 12 marzo. Gli appuntamenti saranno alternati tra la Cineteca di Cagliari, il circolo del cinema Gramsci (via Doberdò 101, a Cagliari), la Biblioteca Provinciale e Elmas, al Teatro Comunale.
La manifestazione é stata inaugurata con un documentario di Marco Spagnoli (presente alla serata alla Cineteca Sarda), "Quattro volte vent'anni" (2013), che ci ha fatto conoscere il regista attraverso le sue parole, la sua ironia, i suoi ricordi, la sua vita, per certi versi, avventurosa, nel senso di un uomo capace di lavorare in un universo sempre al bivio tra gli allori e gli squallori, sicuramente complesso e contraddittorio. Spagnoli ci ha anche ricordato quasi una bizzarria: per questo film, Montaldo ha vinto il Nastro d'argento come migliore attore di documentario! In realtá, a rifletterci meglio, il riconoscimento dei giornalisti di cinema non dovrebbe stupirci, ripensando all'esordio del grande regista.
Infatti, fu scelto dal compianto Carlo Lizzani tra i protagonisti del suo primo film: "Achtung banditi!" (1951). Montaldo aveva 19 anni e preferirá, qualche anno dopo, stare dietro la macchina da presa (firmerà il suo primo lungometraggio nel 1960 con "Tiro al piccione", ovvero la Resistenza dal punto di vista di un giovane repubblicchino, dal libro di Giose Rimanelli), però, si concederá vari camei in alcuni film. L'ultimo, a questo proposito, è stato "Il caimano" (2006) di Nanni Moretti, ma, durante la serata in Cineteca, Marco Spagnoli ha raccontato come Montaldo sará l'interprete del prossimo lavoro di Francesco Bruno.
La rassegna, nel suo complesso, ci fará riflettere sulle scelte estetiche del regista, ma anche sul suo tentativo di realizzare opere dal contenuto profondo, un tempo si sarebbe detto "impegnato", col racconto popolare, intriso, in certi particolari momenti, di poesia e commozione. Chi, infatti non ha un balzo al cuore, quando vede Gian Maria Volontè-Bartolomeo Vanzetti andare sulla sedia elettrica da innocente, gridando verso la macchina da presa "Viva l'anarchia!". Peraltro, proprio "Sacco e Vanzetti", un film non facile il quale, all'inizio, nessuno voleva produrre, fu un incredibile successo mondiale, accompagnato dalla bellissima ballata sui due sfortunati italiani, scritta da Ennio Morricone e interpretata da Joan Baez. Ci si potrebbe chiedere se, ai nostri giorni, un capolavoro del genere avrebbe trovato spazio nelle sale... Non solo.
"Sacco e Vanzetti" portò ad una riflessione collettiva sul caso dei due anarchici condannati senza colpa con un processo farsa. Dal film di Montaldo in poi, nacque un comitato che, in seguito, portò alla riabilitazione totale dei due italiani.
Non esclusivamente cinema, però, tra gli appuntamenti della rassegna. L'11 marzo, alla Biblioteca Provinciale sará presentato il libro autobiografico "Un marziano genovese a Roma" scritto dal regista con la collaborazione di Caterina Taricano. Montaldo interverrá all'evento e, il giorno dopo, gli verrá consegnato ad Elmas il premio alla carriera. Questa serata sará imperdibile, sia per la presenza del regista, che avrá anche modo di interagire col pubblico, ma pure per il concerto a lui dedicato da Romeo Scaccia, che eseguirá per piano solo, musiche tratte dai suoi film, con una trascrizione originale.
24 febbraio 2016