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L’isola di Moana è in Sardegna

Moana Pozzi

Con Provocazione la Pozzi scopre San Pietro. Ci tornerà in incognito prima della scomparsa. di Marcello Atzeni

Spesso, quando muore una persona famosa ci hanno abituato a pensare che in realtà non sia trapassata, ma abbia deciso di sparire perché accecata dalle luci della ribalta. Marilyn è morta per davvero? Anche Elvis?

Vorremmo vederli con i nostri occhi. Sentire il loro polso. E magari eseguire l’esame autoptico e redigere il certificato. Solo così ci convinceremo che sono esiliati: destinazione paradiso, per alcuni, sotto piano infernale per altri.

Moana Pozzi, ''Provocazione''E Moana Pozzi? È andata via veramente il 15 settembre del 1994? Genovese, icona del sesso negli anni ottanta – novanta. Una faccia da impiegata, non da pornostar. Colta e raffinata. Bastava vedere le interviste dell’epoca. Intimoriva non a colpi di glutei, bensì a suon di citazioni dotte. Figlia di un ingegnere, studia dalle suore Scolopine. Da Zena scende a Roma per l’Università, ma ai libri preferisce foto e passerelle. Poi sul set a recitare quel poco che c’era da recitare prima e a spogliarsi poi. Nel 1994, a 33 anni, l’annuncio: è scomparsa Moana. Stroncata da una brutta malattia. Anche perché di belle non ne esistono. Celebrazioni in sordina. Faceva porno, mica recite scolastiche a cantare “Il valzer del moscerino”.

Moana Pozzi, ''Provocazione''Nella primavera del 1988, è al culmine del successo. Troneggia ovunque, cinema, televisione e giornali. Sbarca in Sardegna. Si esibisce alla discoteca “Il grillo”, in via Carmine. Deretaneggia, ma non solo. Nel senso che parla con il pubblico pagante. Non ci fu il pienone. D’altronde le 25mila lire del costo del biglietto non erano poche. Dopo lo spettacolo, un giornalista televisivo, le chiede: “Quindi, ogni volta che vedi un uomo ti viene voglia di…?. Risposta stroncante: “No. Dev’essere bello e di classe. È stato un onore conoscerti”. E concede uno di quei sorrisi che avrebbero fatto arrendere l’invincible armada. Si riveste e va a dormire. L’indomani il traghetto parte presto. Come traghetto? Sì. Và nell’Isola di San Pietro, dove il regista Piero Vivarelli, maestro dell’erotismo l’attende assieme alla troupe per girare “Provocazione”. Nei titoli di testa, appaiono fichi d’india, muretti a secco, strade polverose e naturalmente, il mare. Basta per capire che si è in Sardegna. Chi va al cinema rimane deluso. Moana non si concede: niente scene di sesso esplicito. Interni girati, anche, in una villa fuori Carloforte. A Punta Nera. Nelle pause della lavorazione, la biondona, va a fare delle passeggiate in spiaggia.

Moana Pozzi, ''Provocazione''Un giornalista che la conobbe all’epoca, stranamente, non rimase colpito dalla sua avvenenza. Definì la sua bellezza, normale. La Pozzi, d’altronde era normale. Non nel senso estetico. Una donna comune, che non aveva alcun problema ad uscire in paese e firmare autografi. Dopo le riprese, durate circa una settimana, Moana torna a Roma per interessarsi anche di politica assieme all’amica e collega Ilona Staller. Credono nel “partito dell’amore”. Dietro ci sono i radicali. Con Pannella e la Bonino, magnifici surfisti, abili a cavalcare tutte le onde.
Prima di morire Moana tornerà nell’isola di San Pietro. In incognito. Ma è morta veramente? Pare di no. Per alcuni si è ritirata in un convento di suore. Se così fosse, è tornata da dove era partita. Non in quello genovese, però. Sono quelle storie fatte per alimentare la leggenda. In Polinesiano il suo nome significa “dove il mare è più profondo”. Nel globo terracqueo, che si sappia, il punto è situato nelle fossa delle Marianne: 11mila metri. Che si sappia. E ciò che abbiamo accettato per “convenzione”, più che per convinzione.

Ma non è profondo solo il mare. Lo è molto di più la nostra ostinazione a non accettare e a mettere in discussione sempre tutto. In fondo la nostra mente è fatta così.

23 marzo 2016