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''Wilde Salomè'' di Al Pacino

''Wilde Salomè''

Il consiglio di Elisabetta Randaccio

Finalmente viene distribuito Wilde Salomè, presentato, per la prima volta in Italia, con successo, nel 2011, alla sessantottesima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Cinque anni per arrivare nelle nostre sale con la solita effimera presenza. Ma cosa hanno in testa i distributori italiani? Forse polistirolo unito a stupiditá?

E come già detto altre volte, possiamo, sia pur sbrigativamente, trovare due risposte. O chi lavora nella filiera del cinema non si rende conto come esista un pubblico, che può aiutare l'arte e l'industria del film, ovvero chi vuole vedere in sala, alcuni allo stesso modo degli anni giovanili, opere di qualità e, dunque, non identificabile negli spettatori bambini e adolescenti a cui é dedicato, ormai, l'80% delle uscite.

''Wilde Salomè''Oppure si vuole cancellare, reificare, anche in questo settore culturale, la possibilità di scegliere autonomamente, di rifiutare l'imposizione (spesso scadente) dei gusti, di non essere indirizzati esclusivamente a commedie ripetitive e a blockbuster mediocri. Certo che, se distribuisci un film in centinaia di copie e un altro in quattro per due giorni, la lotta e gli incassi sono già segnati. Così si struttura un circolo vizioso con risultati economici chiaramente deformati.
Il film diretto da Al Pacino, Wilde Salomé, può risultare piacevole per vari tipi di pubblico e può soddisfare il prezzo del biglietto anche esclusivamente per la performance di Al Pacino, possibilmente da fruire in lingua originale. L'attore americano, firmando la sua seconda regia, riprende la riflessione sul rapporto personaggio-attore, gia approfondito nel precedente ottimo Riccardo Terzo un uomo un re, ovvero, come recitava il titolo originale, Cercando Riccardo III (Looking for Richard, 1996).

''Wilde Salomè''Pacino, nella sua maturità professionale, é consapevole di essere continuamente scisso tra la sua personalitá e la sua maschera (appunto "persona" in latino), o meglio, le sue maschere. Come nella sua opera d'esordio, prima di mettere in scena il Riccardo III a teatro, aveva avuto la necessitá di capire come altri suoi colleghi, critici e intellettuali avessero percepito il personaggio shakespeariano nei vari contesti, adattandolo alla propria dimensione umana e artistica, anche in Wilde Salomé si incrociano livelli metateatrali, metacinematografici e metaletterari, insieme alle quotidiane questioni per produrre uno spettacolo in palcoscenico e al cinema (finanziamenti, casting, prove etc.). Al Pacino é attratto dal capolavoro tormentatato (la prima messa in scena, scritta in francese, é del 1896 e, in seguito, sará necessario arrivare agli anni trenta del Novecento per poterla rappresentare senza problemi di censura) di Oscar Wilde, ma pure dal suo straordinario autore, dalla sua vita cosí esemplare nel suo successo straordinario e nella sua caduta, quasi un'autopunizione simbolica nella societá ipocrita vittoriana.

''Wilde Salomè''Allora il film alterna, mai noioso, semmai con tratti quasi da suspance artistica, una sorta di viaggio nelle pieghe della vita e dell'estetica di Wilde con le prove in teatro, la rappresentazione davanti a un pubblico esigente, dove Pacino interpreta Erode, svuotandolo da qualunque evocazione isterico-caricaturale, piuttosto nella complessiva tragedia di personaggio consapevolmente sgradevole e perdente. Jessica Chastain, che, quando il film fu presentato a Venezia, in Italia era quasi un'illustre sconosciuta, dà vita a Salomé con grande abilitá e fascino (anche in questo caso essenziale sentirla mentre recita in lingua originale). La sua carriera sará, poi, molto variegata e la affermerá come una delle piú importanti attrici di quest'ultimo lustro.
Wilde Salomé é un atto d'amore di un grande interprete per un mestiere inteso in tutta la sua profonditá, complessitá e rischiositá, ma pure una confessione al pubblico della propria curiositá, nevrosi e genialitá.

18 maggio 2016