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Percorso

Arriva ''Era d'estate'': l'Asinara di Falcone e Borsellino

Nelle sale il film di Fiorella Infascelli, che racconta la solitudine dei due magistrati ''reclusi'' sull'isola - Trailer. Intervista con la regista. di Elisabetta Randaccio

Fiorella InfascelliDopo l'anteprima al Festival del Cinema di Roma, nello scorso autunno, finalmente, esce nelle sale "Era d'estate", firmato da Fiorella Infascelli, una regista tra le più rilevanti del nostro cinema, che unisce talento artistico e sicura professionalitá, con alle spalle una filmografia, ormai trentennale, originale e di alta qualitá.

La Infascelli ha girato "Era d'estate" in Sardegna, nell'isola dell'Asinara, dove si svolgeva il suo bel documentario "Pugni chiusi" sugli operai del Petrolchimico, "autoesiliatisi" nell'ex carcere di sicurezza per tentare di proteggere il loro posto di lavoro. Questo film fu pure premiato a Venezia, la vertenza degli operai, perció, ebbe una importante visibilitá, per quanto, come spesso capita nella Sardegna della feroce crisi industriale, non si risolse nel migliore dei modi. L'esperienza per Fiorella Infascelli fu, comunque, importante, perchè proprio all'Asinara ebbe la prima idea per "Era d'estate", che ha come protagonisti Giovanni Falcone e Paolo Borsellino all'epoca della preparazione dell'ordinanza per il maxi processo contro la mafia, un momento giuridicamente e storicamente fondamentale nella recente storia d'Italia. Falcone e Borsellino, i quali, nel 1992, moriranno in due terribili attentati, nell'estate del 1985 lavorarono all'Asinara per questioni di sicurezza, cementando un rapporto lavorativo e d'amicizia che Fiorella Infascelli ci racconta tra rigorose testimonianze e spazi alla sceneggiatura di fantasia.

''Era d'estate''Per strane - dal mio punto di vista - circostanze distributive, "Era d'estate" esce per tre giorni nelle sale. Il film arriverá, comunque, in tante cittá, per cui i cagliaritani non devono perdersi le proiezioni al cinema Odissea il 23, 24, 25 maggio, proprio in coincidenza con l'anniversario della strage di Capaci in cui morí il giudice Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta. Il 23 sará presente alla serata Giampiero Farru, coordinatore regionale dell'associazione Libera, mentre il giorno dopo, la regista e Massimo Popolizio, interprete principale del film con Beppe Fiorello, interverranno prima della proiezione. Il lungometraggio é distribuito dalla "01" e dalla Fandango, mentre Valeria Solarino e Claudia Potenza completano il cast nel versante femminile.
A raccontarci "Era d'estate", é proprio Fiorella Infascelli a cui chiediamo, per prima cosa, come si inserisce quest'opera nella sua filmografia.

"Posso associare questo lungometraggio al mio "Zuppa di pesce", improntato sulla figura paterna (era un riferimento evidente a mio padre Carlo). Infatti, Falcone e Borsellino in "Era d'estate" evocano due forti figure, per certi versi, proprio paterne. D'altronde, la forte empatia che ebbero con la gente, é evidente nel fatto che, come con i cari scomparsi, le persone ricordano esattamente dove erano, cosa stavano facendo, quando udirono la terribile notizia della loro morte. Sono percepiti come eroi, ma anche come figure affettive. Questo ritrarre la famiglia ritorna nel mio cinema, cosí come l'acqua e il mare."

Quanto hanno contato gli scenari, la natura presente all'Asinara (Photogallery) nella costruzione del lungometraggio?
"Senza togliere niente ai miei bravissimi attori, l'Asinara è sicuramente uno dei protagonisti del film. Senza quei paesaggi sarebbe stata un'altra storia. Manfredi, il figlio di Paolo Borsellino, mi ha detto che, se il padre con Falcone avessero dovuto lavorare per mesi, per esempio, al carcere di Asti, certamente non avrei realizzato questo lungometraggio."

''Era d'estate''Come hai interpretato, visto la tua sensibilitá nei confronti della psicologia dei personaggi nelle altre tue opere, il carattere dei due giudici, il loro rapporto in quei mesi all'Asinara?
"Oltre ad avere quel che ho definito prima una sorta di afflato genitoriale, i due uomini erano sicuramente molto diversi nella psicologia, nelle idee, ma, nello stesso tempo, si compenetravano. Mi ha colpito sempre la famosa foto dove Falcone e Borsellino si sorridono molto complici. La loro bella diversità probabilmente si é incontrata in quel periodo di intenso impegno; la loro amicizia si é approfondita, la loro conoscenza si è affinata, chiarita, intensificata. Nel film non si racconta la morte, che avverrá pochi anni dopo, ma questo rapporto speciale."

Come é arrivata agli attori la tua attenzione così particolare per la psicologia e la dinamica nel rapporto dei due protagonisti?
"Dopo la prima idea, mi sono concentrata tanto sul contesto e i personaggi. Ho vagliato testimonianze, ho conosciuto i loro parenti e amici. Dopo le ricerche, è intervenuta la mia fantasia e, insieme allo sceneggiatore, abbiamo costruito la storia. Quando ho iniziato a confrontarmi con gli attori, ho raccontato loro tutto il mio progetto, quel che avevo letto, visto, capito. Sicuramente non ho mai voluto o preteso una somiglianza fisica, ho cerato similitudini più profonde, anche se, rivedendo il film, alla fine, mi pare pure che si noti addirittura una certa somiglianza nei volti e negli atteggiamenti! Con gli attori si lavora ogni volta in maniera diversa. Ricordo, quando, per "Zuppa di pesce", collaborai con Philippe Noiret. Passeggiavamo per Parigi parlando di mille argomenti, raccontandoci fatti personali, tranne che discorrere di mio padre. Solo qualche giorno prima delle riprese, gli feci vedere un piccolo ritratto che avevo fatto di mio padre. Successe, incredibilmente, mentre giravamo, come Noiret avesse alcuni dei suoi gesti caratteristici. Per "Era d'estate" ho anche provato a tavolino le parti con tutti gli attori, cosa che non mi era mai accaduta prima, come accade per mettere in scena un testo teatrale.”

Il titolo mi evoca una melanconica canzone di Sergio Endrigo. L'hai scelto tu o la distribuzione?
"Come ho detto prima, l'idea per il film mi é venuta mentre giravo all'Asinara "Pugni chiusi" e un operaio mi ha mostrato una casa rossa, la foresteria dove collaborarono Falcone e Borsellino. Così, senza ancora avere produttori, mi sono dedicata alle ricerche partendo da un testo del giudice Capponetto. Sono, in seguito, andata in Sicilia a conoscere Agnese e Manfredi Borsellino. Poi ho elaborato il soggetto che ho portato ai produttori. Si intitolava "Era d'estate", forse perché ero stata colpita da un raccontino scritto da Manfredi il giorno della morte del padre, inserito in un libro di alcuni suoi amici intitolato appunto cosí. Durante le riprese, però, il film aveva un'altra denominazione: “Mille volte addio”. Quando lo terminai, il produttore Domenico Procacci mi disse perentoriamente, atteggiamento inusuale per lui, che non voleva quel titolo, a costo di ritirare la sua firma. Cercammo un'altra soluzione e, alla fine, lui scelse "Era d'estate". Gli chiesi perché e mi ricordò come quello era stato il titolo del soggetto che lo aveva convinto a produrre il film."


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