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‘’Caro assessore alla Programmazione, grazie dell’interesse, ora pensate a programmare!’’

L'incontro alla Ex Manifattura Tabacchi

Lettera aperta a Raffaele Paci, vice presidente della Giunta regionale, con un appello: ognuno faccia il suo. di E.A.

Caro Assessore,
dopo il secondo incontro da Lei presieduto con gli operatori culturali per discutere del destino della Ex Manifattura Tabacchi, sono rimaste intatte molte perplessità; vorrei chiederLe dei chiarimenti e rivolgerLe una preghiera.

Senza alcuna condivisione né con il Consiglio regionale e neppure con gli operatori culturali, la Giunta ha assegnato a Sardegna Ricerche la gestione di una struttura destinata, con l’accordo di tutti, a essere la fabbrica della creatività, uno spazio per la cultura e le arti, aperto a cittadini e turisti. Sebbene Sardegna Ricerche abbia ben altre competenze, a suo dire, sarebbe l’unica azienda pubblica in grado di assumere questo incarico. Cosa c’entra e perché? L’ente è già ricco di suo perché destinargli e fargli gestire 20 milioni di euro che spettano alla creatività e all’arte?
Ci si sarebbe aspettati un bando pubblico europeo per affidarne l’amministrazione a un equipe competente, a un direttore esperto. La risposta è sconcertante: "il bando è complicato, prenderebbe troppo tempo; abbiamo fretta, intanto si apre, poi si vedrà; gli impegni sono tanti, non si fa in tempo a fare tutto”. Non è proprio questo il ruolo della Giunta regionale? Assessore, Lei non si deve occupare di tutto: la fabbrica della creatività naturalmente rientra fra le competenze dell’Assessore alla Cultura. Perché l'Assessore alla Cultura era assente a entrambi incontri? Innanzi a una risorsa così importante per il futuro del capoluogo della Sardegna e per la cultura, la sua presenza era dovuta: almeno una parola dalla dottoressa Firino, indicativa di un suo interessamento, di doverosa curiosità per i suggerimenti e le proposte dell’assemblea degli operatori. L’Assessore alla cultura non ha il tempo di partecipare a un incontro tanto importante e delicato? E difficile crederlo; ma se così fosse sarebbe gravissimo e il quadro sconcertante: l’Assessore alla Programmazione che non riesce a programmare e si occupa, invece, di quello che deve fare un altro, il quale si limita a seguire la vicenda alla distanza.
A questo punto se il programmare è impossibile per la Regione Sarda, ci saremmo accontentati almeno del progettare. Invece gli immensi locali della Ex Manifattura sono vuoti; ad alcuni spazi era stata già assegnata una destinazione (Cineteca sarda- conservazione dei film; Sardegna Film Commission- Cineporto, fra gli altri), ma neppure quella è dato sapere se sarà mantenuta. Dunque nessun progetto; solo una vaga idea. Insomma al solito prima l’assegnazione del comando e del potere e poi il progetto per la comunità. Manca la visione. Eppure i passaggi di una corretta progettazione dovrebbero essere naturali: prima si dovrebbe studiare, poi condividere le informazioni, raccogliere idee e proposte, quindi formulare una visione, stilare un bando sulla base di un progetto e affidarlo a chi è competente e lo merita, infine affiancarlo e sostenerlo nell’ attuazione pratica. In Sardegna tutto viene realizzato al contrario, con improvvisazione e sempre in uno stato di emergenza; le conseguenze sono davanti agli occhi. Il lato triste, se non tragico, infatti è che la vicenda della Ex Manifattura Tabacchi ricalca le solite dinamiche tipiche delle nostre amministrazioni. Quelle che contribuiscono a tenerla bloccata: assenza di progettualità e di trasparenza; mancata collaborazione e scarso coordinamento fra gli Assessorati; incapacità di condivisione con la società per attingere contributi e competenze.
Lo stesso avviene nel cinema dove ancora si aspetta un incontro annunziato dall'inizio della legislatura con gli operatori, per mettere mano a una legge che non funziona bene; ed è la norma in tutto il settore culturale: i bandi sono pubblicati all’ultimo momento privando tutti della possibilità di programmare i progetti. Non si programma e non si consente ai cittadini di farlo. Si vive in un eterno presente, precario.
Caro Assessore, Lei ha preso in mano la patata bollente dell’Ex manifattura a pochi giorni dalle imminente elezioni comunali, prima che l’irritazione degli operatori si potesse rivelare un boomerang per il Suo partito. Lo ha fatto scippando la materia all’Assessore alla cultura e con l’ennesima inaugurazione farsa che ricorda tanto quella dell’Orto dei Cappuccini (chiuso il giorno dopo) o peggio ancora quella dei treni veloci, degna di Totò. Lasciamo perdere, così fan tutti; La prego però ascolti il mio appello: si impegni nel compito che le è stato affidato e, conclusasi l’ennesima emergenza, da assessore alla Programmazione pensi a programmare. Lasci la cultura, i progetti e le idee a chi la ama da sempre.

1 giugno 2016