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Sardinia Film Festival: ''Un mondo di corti''

Sardinia Film Festival

Tutti i vincitori e i racconti dell'edizione 2016. di Elisabetta Randaccio

Ha compiuto 11 anni il Sardinia Film Festival e se qualcuno volesse chiedersi il motivo del successo di questa manifestazione cinematografica, avrebbe dovuto presenziare a una delle serate al Quadrilatero di Sassari, dove si è svolta dal 27 giugno al 2 Luglio.

Avrebbe osservato un pubblico numeroso, motivato e assai empatico rispetto alle proiezioni dei corti proposti, oltre magari riuscire a notare la fatica e la passione di tutta l'organizzazione del Cineclub Sassari guidata dal direttore artistico Carlo Dessì e dal presidente Angelo Tantaro. Uno staff di giovani infaticabili, inoltre, ha supportato il Festival dando rilievo anche all'informazione social, per cui l'intero programma è stato riportato, in tempo reale, su Twitter e Instagram. Sardinia Film Festival, poi, è veramente, come dice il sottotitolo della manifestazione Un mondo di corti con quasi mille short film nazionali e internazionali arrivati alla selezione e circa settanta proiettati.

''The Greenberry method''Il “mondo di corti” non indica esclusivamente la pluralità della provenienza dei film brevi, ma pure prospetta al pubblico un panorama di situazioni e problemi sociali che caratterizzano, nel bene e nel male, la contemporaneità. Per citare qualche esempio, si pensi ai corti dedicati al lavoro precario, in particolare agli “assurdi” colloqui d'assunzione aziendali stigmatizzati con ironia in The Greenberry method di Baptiste Bertheuil  e in Senor o senorito delle spagnole Cristina Pernas e Victoria Ruiz. Ancora, la questione della terza età con le contraddizioni accentuate da una società destinata (almeno in Europa) a invecchiare capillarmente, ma estremamente incapace di coglierne la problematicità, come si nota nel grottesco La paralisi del siciliano Gianni Costantino e nel divertente Centro Barca Occupato di Siro Adam. Insomma, le proiezioni, complessivamente di ottima qualità tecnica, hanno dimostrato quanto la scelta dell'opera cinematografica breve sia adeguata a raccontare la realtà, in diversi modi, con efficacia. In questo senso, i premi hanno rispecchiato (e non sempre capita) i gusti del pubblico oltre che delle giurie.

Sardinia Film FestivalQuella tecnica, composta dal regista sardo Salvatore Mereu, da Manuela Buono della Slingshot films e da Paul Bruce dell'Edinburgh Film Festival (da alcuni anni partner attivo del Sardinia) ha premiato come miglior fiction italiana il già citato La paralisi, che il regista, in un video messaggio di ringraziamento, ha anche definito una metafora della situazione di stallo politico sociale del nostro paese. La miglior fiction internazionale, invece, è stata giudicata Marthe di Anne Claire Jauline e Helen Irador, mentre per la Vetrina Sardegna il riconoscimento è andato a Maialetto della Nurra di Marco Antonio Pani, il quale ha ricevuto anche il premio del pubblico della FICC (Federazione Italiana Circoli del Cinema). Il cortometraggio di Pani è stato sicuramente quello di maggior successo, per quanto riguarda le proiezioni con gli spettatori, che gli hanno dedicato risate e applausi a scena aperta. Il film è un originale, surreale comte philosophique, con una citazione esplicita da Otto e mezzo di Federico Fellini, riguardante un maialino a cui capita di mangiare un cibo “speciale”, che lo porta, letteralmente a sorvolare i luoghi bellissimi della Nurra.

Sardinia Film FestivalLo stereotipo, tipico di certo cinema ambientato in Sardegna, è rovesciato: si parla di allevatori e nella loro incredibile esperienza, arriva, alla fine, il successo economico; il maialino non è solo un animaletto rimandante a pranzi folkloristici, ma un “osservatore” del mondo, riprendendo il Fellini citato, la sublimazione dell'inconscio collettivo espresso nella bellezza delle riprese poetiche consuete nei lavori di Pani, fino a che non sarà, come accadeva al protagonista in una delle scene oniriche di Otto e mezzo, di essere “tirato giù” nella terra, nella quotidiana filiera della breve vita a cui è destinato. Si fa spazio, dunque, l'amarezza tra le risate liberatorie.
Altri riconoscimenti sono stati scelti dalle giovani giurie dell'Accademia delle Belle arti di Sassari, che ha incoronato Skeleton di Hoyme Kai Welf e, come miglior corto sperimentale, Ya di Ygor Gara e Florencia Roulich, e da quella del Dipartimento di scienze politiche, scienze della comunicazione, ingegneria dell'informazione dell'Università di Sassari, la quale ha preferito l'islandese Artun di Arnar Gudmundson, premio giovani sotto i 35 anni.

''Pinky''Una giuria speciale è stata quella del “gruppo ristretto” formato dai detenuti del carcere di Bancali, che indica il tentativo del Festival e della città di realizzare un'esperienza condivisa altamente culturale con la realtà penitenziaria. E' stato sottolineato come quest'ultimo sia stato un momento interessante per i detenuti, i quali hanno mostrato un gusto estetico notevole premiando uno dei corti più belli e divertenti della manifestazione, Pinky del polacco Tomasz Cichon, storia grottesca e, per certi versi, “tarantiniana” di piccoli bulli di periferia.
Quest'anno, poi, la consueta assegnazione della medaglia di rappresentanza del Presidente del Senato della Repubblica Italiana è andata alla città di Cagliari, che, nel 2015, è stata capitale italiana della cultura, e, come recita la motivazione, ha contribuito a “espandere il significato di un progetto di cultura diffusa, favorendo la crescita di una comunità aperta senza distinzione di etnia, religione, sesso e condizione sociale.” Ha ritirato il premio il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, che ha ricordato la sua passione per il cinema dai tempi in cui faceva parte di un cineclub universitario, mentre a consegnarglielo è stato il suo omologo di Sassari, Nicola Sanna.

Il Sardinia Film Festival, però, ha presentato anche importanti eventi collaterali. Molto seguiti sono stati gli incontri al Borgo di Torre Tonda con alcuni registi sardi, i quali hanno approfondito sia temi e curiosità delle loro filmografie, ma pure vari problemi del realizzare storie per immagini, non solo nella nostra isola, con Francesca Arca di Radio Venere e risposto alle varie domande del pubblico. Bonifacio Angius, del quale nella prima giornata si è proiettato l'ultimo cortometraggio Domenica, Paolo Zucca, Salvatore Mereu, Enrico Pau hanno raccontato di una realtà creativa come quella del cinema che in Sardegna continua a resistere anche nel cuore degli spettatori.
Uno dei problemi del cinema sardo, allo stesso modo di tutta la produzione italiana, è la distribuzione, anello debole della catena, capace di condizionare pesantemente qualsiasi film. Di questo argomento si è discusso nel pomeriggio del primo luglio con Manuela Buono, Paolo Minuto (Cineclub Internazionale Distribuzione) e Mariangela Bruno della Film Commission Sardegna. Il convegno ha messo in evidenza un'altra caratteristica del Sardinia, interessato alla divulgazione cinematografica, ma anche alla riflessione formativa di pubblico e operatori.

6 luglio 2016