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''Sequenze di tempo'' la masterclass con Giuseppe Piccioni

Intervista con il regista protagonista della prima edizione del festival Bianco e Nero. di Elisabetta Randaccio

Piero PiccioniBianco e Nero. Sequenze nel tempo, il festival curato da Maria Dolores Picciau e incentrato sulle tematiche culturali-educative e sul territorio, si conclude oggi. È stato un itinerario tra le varie arti, vissuto soprattutto dai giovani, nella prima parte, e con incontri di arte, di giornalismo, di cinema nella seconda. 

A chiudere questa prima edizione una bella sorpresa, la masterclass (realizzata con la collaborazione della Film Commission e di "Cinemecum") di cui è protagonista Giuseppe Piccioni, uno dei registi più interessanti e importanti del nostro panorama filmico. Venerdì 13, alle 15, a Cagliari, alla sala "Odissea", racconterà la sua idea di cinema e di cultura per qualche ora, seguita dalla proiezione del suo ultimo film "Questi giorni". Un appuntamento da non perdere, che anticipiamo con una intervista al regista.

La presentazione del Festival Bianco e Nero alla MEM"Questi giorni" è la tua ultima fatica; ci puoi dire quali soddisfazioni, quali riflessioni o piccole delusioni ti ha riservato?
 "Prima di tutto sono stato molto contento che il film sia stato selezionato al Festival del Cinema di Venezia, né posso lamentarmi della distribuzione. Sicuramente, é uscito in un periodo particolare nel quale tutto il comparto filmico italiano ha subito una flessione importante, per quanto riguarda gli incassi. Semmai, una certa delusione me l'ha suscitata la critica, già nei giorni veneziani, in cui l'attesa eccessiva per alcuni lungometraggi, come il mio, ha prodotto poi osservazioni non costruttive, con argomentazioni poco interessanti. Ovviamente, il giornalismo cinematografico può produrre pure stroncature, ma senza il senso di nuocere all'opera di cui tratta. Però, ora che Questi giorni viene riproposto a Cagliari, come ogni volta, sono curioso delle reazioni del pubblico, anche perché mi è capitato di avere una accoglienza calda da spettatori rimasti pure sorpresi dal film, nel suo complesso."
 
''Questi giorni''In "Questi giorni" compare di nuovo il tema del viaggio, già presente in alcuni tuoi lavori (ricordo "Chiedi la luna", per esempio), ma sfrondato di metafore usurate o banali...
"Sicuramente il viaggio, dal punto di vista narrativo, è un'occasione unica per entrare più a fondo nei personaggi. Il viaggio è una sorta di terra di nessuno, dove possono accadere varie situazioni. Io ho raccontato un viaggio in cui ho incluso anche elementi di spensieratezza, che convivono con altri più profondi, che i personaggi sperimentano su loro stessi. Ho anche, però, un po' lavorato contro il cliché del viaggio, eliminando le "rivelazioni" dei paesaggi oppure brani di sceneggiature includenti uscite fuori strada, deragliamenti... Abbiamo, dunque, cercato anche in fase di scrittura di non cadere nel luogo comune di mostrare, durante l'itinerario, troppi accadimenti. Il cuore del film poi non è il viaggio. Questi giorni è come se fosse composto da tre movimenti. Infatti, il film sembra iniziare con dei tratti da commedia e, in seguito, il viaggio cambia anche la scansione del tempo, non è il tipico road movie. Poi c'è il ritorno dove i dialoghi si assottigliano moltissimo. La cosa interessante, però, mi sembra quella di concentrarsi sulle ragazze, su quel periodo della vita in cui si combinano energie tra le maggiormente disparate."

Il cast di ''Questi giorni'' a VeneziaEcco, parlavi prima di spensieratezza, ora di energie giovanili di certo molto distanti da quelle delle generazioni passate...
"Diverse dal passato sicuramente, anche se io ho cercato di accantonare elementi noiosamente indicativi della interpretazione sociologica dei giovani, come il continuo indugiare sui social. Ho messo da parte tutti gli aspetti che mi avrebbero portato a realizzare un film di tipo "giovanilistico"; ma Questi giorni non é espressamente rivolto ai ragazzi, non è un argomento scelto a tavolino, ma un cercare di mettermi in contatto col mondo di queste ragazze."

''The young Pope''Hai già in mente qualche nuovo progetto cinematografico o magari qualche serie televisiva?
"Non mi sono mai dedicato alla televisione, tranne una volta con un documentario di montaggio. In questo periodo sia per tutte quelle serie che vediamo, una vera età dell'oro del genere, sia perché ora c'è un po' più di coraggio, penso a Sorrentino, per esempio, con The young pope,  possa essere incoraggiato in questa direzione, senza mai abbandonare, in ogni caso, i progetti cinematografici."

13 gennaio 2016