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Percorso

È l’ora de ‘'L’Accabadora’'

''L'accabadora''

Arriva nelle sale l’ultimo film di Enrico Pau. Lo speciale con foto e interviste ai protagonisti. di Carlo Poddighe - PHOTOGALLERY di Stefano Anedda Endrich

Oltre venti sale in Italia. Tre cinema sardi e tutte le maggiori città italiane, undici capozona come si dice nel gergo della distribuzione, proietteranno da giovedì 20 aprile L’Accabadora, il film di Enrico Pau, cinquantanovenne regista cagliaritano.

Forte l’impegno della Koch Film nel portare in sala il film, girato tre anni e mezzo fa tra Cagliari e Collinas e che, dopo la proiezione odierna riservata alla stampa, arriva molto atteso al debutto col pubblico. Il film di Pau, scritto da Antonia Iaccarino, è una sceneggiatura originale rispetto all'omonimo romanzo di Michela Murgia, già Premio Campiello. “È un’opera che ho in pancia da anni, quasi da dieci”, ha detto il regista. “Un film strano lo definirei, perché diverso dai miei precedenti (Pesi leggeri e Jimmi della collina) e anche rischioso perché cerca di entrare dentro il mito in un universo arcaico per esplorare la nostra memoria”. Chiari e ben presenti al regista i riferimenti al tema dell’eutanasia, dibattito e dilemma sempre attuale e che ha visto la stesura della sceneggiatura de l'Accabadora svolgersi nel pieno delle polemiche sul caso Englaro. Ma per Pau il film ha anche una connotazione più personale. “E’ un tributo che ho voluto dedicare a mia madre e alla Sardegna del Dopoguerra, perché sono cresciuto con i suoi ricordi della guerra, delle bombe, della paura e della fame”, ha spiegato il regista. E al di là del personaggio protagonista, il film è un tributo a Cagliari, città di Pau, vittima dei bombardamenti angloamericani del ’43.

''L'accabadora'', sul setLa trama. La protagonista, Annetta (Donatella Finocchiaro), incarna il mito dell'accabadora (lett. “colei che finisce”), ovvero “colei che porta la (buona) morte”, figura enigmatica le cui origini si perdono nel tempo, con rare documentazioni e testimonianze che rimandano a una remota civiltà agropastorale. Il suo segreto – un'arte tramandata di madre in figlia, con il potere di tracciare il confine tra la vita e la morte e alleviare le sofferenze dei malati, quindi di porre fine a un'agonia, in una forma estrema di guarigione dal dolore – ne fa un'estranea tra i suoi stessi compaesani, i quali pure la trattano con reverenza e timore. 

Il cast. Accanto a Donatella Finocchiaro, protagonista maschile è Barry Ward. Con loro, Carolina Crescentini, Sara Serraiocco, Anita Kravos, Camilla Soru, Federico Noli, insieme con Caterina Medici, Maria Grazia Sughi, Emilia Agnesa, Roberta Locci, Carla Orrù, Mario Faticoni, Piero Marcialis, Giuseppe Boy, Nunzio Caponio, e con Saverio Abis e i giovanissimi Riccardo Cau, Enia Carboni e Matilde Soro. Le scenografie sono di Marco Dentici e i costumi di Stefania Grilli, con l'emblematico mantello dell'Accabadora disegnato dallo stilista Antonio Marras.

''L'accabadora'', sul set

Protagonista maschile de L'Accabadora è Barry Ward, 37 anni, attore irlandese che si è detto entusiasta di aver lavorato nell’Isola. Innamorato delle ragazze sarde: “Anche stamattina arrivando per la proiezione ne ho visto di molto carine” e della birra Ichnusa: “Ho trovato un locale italiano a Londra che la serve and I love it!”. Ward conta di tornare in Sardegna per nuove collaborazioni in una terra “molto simile per luoghi e per il carattere delle persone alla mia Irlanda”. 

Il film è costato due milioni e duecentomila euro, tra finanziamenti pubblici e l’impegno della KairosFilm del produttore romano, Francesco Pamphili. l titolo L’Accabadora lo ha fortemente voluto proprio lui. “Ho un legame radicato con la Sardegna e con la sua gente – ha detto – qui ho innanzitutto trovato persone di una qualità professionale e umana straordinarie. In secondo luogo sono rimasto affascinato da questa storia che è una metafora: quella della donna di ogni tempo che cerca in tutti i modi di sfuggire al proprio destino e di conquistare la sua libertà”. Anche Pamphili è innamorato della Sardegna tanto che in questi giorni sta sostenendo il nuovo film di Marco Antonio Pani, Il barbiere della marina, una commedia ambientata nello storico quartiere cagliaritano.

L'Accabadora, da giovedì 20 aprile nelle sale italiane, attende il giudizio più severo, quello del pubblico che ne aspetta l'uscita da oltre un anno.

 


PHOTOGALLERY DI STEFANO ANEDDA ENDRICH

 

 

19 aprile 2017

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