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“Fiore Gemello” - una storia d'amicizia e d'amore nel Sud del mondo

Laura Luchetti

L'Isola (ri)diventa set: ultimi ciak per il «film sull'innocenza perduta e riconquistata» di due adolescenti scritto e diretto da Laura Luchetti. di Anna Brotzu

La crudeltà e la bellezza della vita attraverso lo sguardo di due adolescenti in “Fiore Gemello” di Laura Luchetti: costretti a crescere troppo in fretta, i due protagonisti Anna e Basim trovano nei silenzi e nelle parole la chiave di una reciproca comprensione, e la forza di sfuggire alle ombre e agli incubi del presente per ritrovare l'innocenza perduta.

Siliqua, locationNell'Isola - tra Sant'Antioco, Gonnesa, San Giovanni Suergiu, Ussana, San Sperate, Senorbì, Assemini e Siliqua – son quasi giunte al termine le riprese del film «ambientato nel Sud del mondo», come spiega la giovane regista, per raccontare «una vicenda particolare ma universale» in cui chiunque possa riconoscersi al di là delle coordinate geografiche. Cinque settimane intense – precedute da un lungo lavoro di preparazione, dalle ricerche alle interviste, ai sopralluoghi e ai casting – per raccontare attraverso le immagini «una storia naturalista: non è un film realista e neppure neorealista» sottolinea l'autrice, strappata per pochi minuti al set. La zona industriale di Macchiareddu – con il contrasto tra la campagna riarsa e gli impianti che sorgono come cattedrali nel deserto – fa da sfondo a una delle scene emblematiche del film, un ambiguo incontro che mette a nudo la vulnerabilità della giovinezza, insieme alle facili tentazioni e le insidie frutto dell'ingiustizia economica, della discriminazione e dello sfruttamento dei più deboli.

''Fiore gemello''Fiore Gemello” narra «una grande storia d'amicizia, che potrebbe trasformarsi in un sentimento più profondo, tra un ragazzo arrivato su un barcone e una ragazza costretta a confrontarsi con situazioni drammatiche e troppo dure per la sua età: uno dei protagonisti è un migrante, ma non è un film sull'immigrazione» - ricorda Laura Luchetti -  «ma un film sull'innocenza, violata e riconquistata». Vite difficili allo specchio: da un lato l'infanzia negata di una ragazzina cresciuta senza madre, con la sola compagnia del padre, costretta ad abbandonare i giochi per occuparsi della casa, dall'altro le peripezie di un viaggio tra mille pericoli verso la speranza, o il miraggio di un futuro migliore, tra i ricordi della violenza, dalla fame, della paura e la nostalgia della terra natia e dei propri cari. Anna è  interpretata dalla giovanissima Anastasyia Bogach, di origine ucraina ma trasferitasi fin da bambina in Sardegna, dai tratti delicati e gli occhi malinconici mentre Basim ha il volto intenso e la figura atletica dell'ivoriano Kallil Kone, alle spalle una storia non dissimile da quella del suo personaggio, e una viva coscienza dei diritti civili.

''Fiore gemello''Per lui, amante dei film d'azione e del cinema impegnato, “Fiore Gemello” lancia «un messaggio forte contro il razzismo: al di là del colore della pelle siamo tutti uguali, tutti esseri umani» e condivide con Anastasyia l'entusiasmo e la serietà nell'affrontare un'esperienza insolita, ma interessante e coinvolgente, con l'intento di restituire la complessità e varietà di emozioni, e tutta la verità dei rispettivi personaggi. Un prezioso dono di sé, una capacità di mettersi in gioco, che rappresenta uno dei valori aggiunti della produzione;  sul set si intuisce la concentrazione ma anche l'affiatamento tra gli artisti – professionisti e non – e la troupe, mentre tra il sole implacabile, il vento e la polvere, rivive tutta la magia della fabbrica dei sogni.
Film selezionato all'Atelier de Cinéfondation Festival de Cannes 2015 e all'Italy/Sundance Film Institute Screenwriting Lab 2015, riconosciuto “di interesse nazionale” dal MiBACT, “Fiore Gemello” è prodotto da Giuseppe Gallo per Picture Show in associazione con Donkadillo, con il contributo della Regione Sardegna e il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission, in collaborazione con Rai Cinema;  girato secondo il protocollo Sardegna Green Film Shooting della SFC, il lungometraggio sarà distribuito da Fandango.

''Febbre da fieno''Focus sull'incontro tra due adolescenti «che conservano il cuore puro» pur nello squallore e nella desolazione che li circondano, sullo sfondo della tragedia dei migranti - in fuga da guerre come da fame e povertà  - e dell'orrore dei CIE e CPT, tra trafficanti d'uomini e nuove forme di “caporalato”: “Fiore Gemello” affronta, sia pure di sfuggita, con gli occhi dei protagonisti precocemente consapevoli della ferocia del mondo, un tema scottante e attuale, che mette in crisi cultura e valori della civiltà occidentale. Già autrice di cortometraggi come il pluripremiato “In Great Shape”, “La Tartaruga”, “The Sea” e “Bagni” (nomination ai Nastri d'argento 2016) nonché di un documentario su Anthony Minghella e del “Making Of” per “Could Mountain”, in precedenza assistente di Russel Crowe e line producer del suo “Texas”, Laura Luchetti ha firmato due episodi di “Feisbum” (“Indian Dream” e “Finché morte non ci separi”), oltre alla regia di vari spettacoli teatrali, e ha diretto il film “Febbre da Fieno” con Andrea Bosca e Diane Fleri. “Fiore Gemello” nasce «dai racconti d'infanzia e dalle storie dei migranti», si nutre della «bellezza aspra selvaggia dei paesaggi della Sardegna», che a ogni angolo si svela regalando «meraviglia», come ricorda la regista,  e dei suoni della natura, rielaborati da Francesco Cerasi

Mauro AddisNel cast – accanto ai giovani protagonisti al loro esordio davanti alla macchina da presa, spiccano i nomi di Mauro Addis, Aniello Arena, Giorgio Colangeli e Fausto Verginelli – ma anche l'attore cagliaritano Alessandro Pani; le scenografie sono di Cinzia Lo Fazio, i costumi di Franco Pintus e Salvatore Aresu, la fotografia di Ferran Paredes Rubio e il montaggio di Paola Freddi. Al termine delle riprese – iniziate lo scorso 15 maggio – e della postproduzione si prevede un'uscita del film intorno alla prossima primavera – ma come rimarca Giuseppe Gallo ci sarà da pensare anche una “strategia” e calendarizzazione in rapporto ai festival italiani ed europei (e non solo).
Un'opera originale – girata sull'Isola e impreziosita dalle suggestioni e dai “suggerimenti” offerti dai luoghi, che come sottolinea Nevina Satta – direttrice della Sardegna Film Commission – rappresenta un felice esempio di struttura produttiva, attraverso il coinvolgimento e la sinergia tra comuni, per le ricadute economiche e ancor più per la partecipazione e l'interesse dei sindaci e degli abitanti.

Il cinema come “mission” artistica e culturale ma anche sociale in senso identitario, con la possibilità di attingere a talenti e professionalità presenti sul territorio, a formare una vera e propria filiera produttiva, per una visione dell'Isola inserita a pieno titolo nei circuiti nazionali e internazionali della decima musa.

18 giugno 2017