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Percorso

Donne che girano in Sardegna

''Figlia mia'' - ph. Alessandro Toscano

Sul set del nuovo film di Laura Bispuri ''Figlia mia'', con Valeria GolinoAlba Rohrwacher. Di Fabrizio Lamantia

La luce accecante dello stagno di Cabras fa da sfondo alla scena più drammatica, e più ricca di pathos, di “Figlia Mia”, il nuovo lavoro di Laura Bispuri, co-prodotto da Italia, Germania e Svizzera e prodotto da Marta Donzelli e Gregorio Paonessa con il sostegno del Mibact e della Regione Sardegna – tramite la Film Commission.

Laura Bispuri - ph. Vivo filmTra il mare e la sabbia, circondate dai cavalli della Giara che scalpitano in un rodeo, c’è una bambina dai capelli di rame (Sara Casu dieci anni, di Alghero), che combatte con uno dei fantasmi del nostro tempo: la ricerca della propria identità.

Perché la bimba ha due madri. Da un lato la madre adottiva, l’unica che fino a quel momento ha conosciuto: Valeria Golino. Dall’altra la madre naturale - Alba Rohrwacher. In mezzo, oltre al padre, quel Michele Carboni già visto e apprezzato in Ballo a tre passi, c’è solo il sole. Il raggio illuminante e accecante della verità.

''Figlia mia'' - ph. Alessandro Toscano“Questa avventura è cominciata per caso” spiega la picocla Sara, che in scena interpreta Vittoria. “Stavo camminando con mio padre, ad Alghero, quando abbiamo letto l’annuncio: cercavano una bambina per recitare in un film. Ho fatto due provini, ora sono qui”.
“Le riprese hanno avuto una durata di sei settimane con una troupe di una sessantina di persone ospitate nel comune di Cabras. Le location hanno coinvolto i Comuni di Cabras, Riola Sardo, San Vero Milis e Oliena” dice la produttrice Marta Donzelli. “La storia è stata ritagliata su misura su questi luoghi: visitati, scelti, vissuti perché qui la storia affonda le sue radici”.

''Figlia mia'' - ph. Alessandro ToscanoFiglia Mia” è ambientato nella Sardegna odierna. È l’Odissea di una bambina e di due donne adulte. Valeria Golino porta un vestito bianco a chiazze azzurre e, all’anulare sinistro, una grossa fede d’oro. Questa storia la sente, profondamente. “In scena sono Tina, una donna sposata con Michele” racconta l’attrice, “una madre attenta, premurosa, lavoratrice, che crede di aver trovato nella sicurezza della famiglia che ha costruito tutto ciò che cercava: una bolla, uno scrigno di felicità. Tina dalla vita ha avuto un dono: una bambina che non ha partorito. Ma un giorno arriva, inaspettato, il momento della resa dei conti. Fa il suo ingresso in scena Alba Rohrwacher, la mamma naturale.

''Figlia mia'' - ph. Alessandro Toscano“Il film si domanda cosa significa, oggi come ieri, essere madri” spiega la Rohrwacher. Entrambe le protagoniste, infatti, incarnano questa figura così carica di simboli. “Come la Sardegna: che è una madre, e che accoglie”. In scena, Alba Rohrwacher per la prima volta lavora con un’amica: Valeria Golino. “Valeria è bellissima, in tutti i sensi” dice l’attrice. Con lei provo da sempre una sensazione di familiarità. Siamo come due giocatrici che giocano insieme nella stessa squadra, con il medesimo scopo, con le stesse regole: una sintonia completa. E’ stato bello lavorare insieme”.

17 luglio 2017

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