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Percorso

Panas la leggenda: un fantastico salto all'indietro

''Panas la leggenda''

Il film di Trudu all'Uci. di Marcello Atzeni

Panas la leggenda”, il nuovo film di Francesco Trudu, regista di Assemini, verrà presentato all’Uci cinema di Cagliari dal 23 al 25 ottobre. E’ la terza opera del cineasta campidanese. Il debutto fu con “The hostage”, cui seguì qualche anno più tardi, “ Il peccatore”, tratto da un racconto lungo di Grazia Deledda.

Il terzo lungometraggio è stato girato interamente in Sardegna e si rifà, appunto, a una delle leggende più antiche dell’isola. “Le ambientazioni, estremamente suggestive - spiega Trudu - ricostruiscono una terra misteriosa, ricca di ombre, viottoli, paesaggi selvaggi e cittadine perse nel tempo. E’ stata fatta una ricerca minuziosa per trovare luoghi sconosciuti al grande pubblico, per offrirgli immagini inedite e potersi riallacciare alla leggenda della fine del 1800.” Trudu, buon conoscitore della  Sardegna , ancora una volta si pone l’obiettivo di valorizzare la sua terra, e veicola il messaggio riprendendo usi , costumi e tradizioni antiche.

''Panas la leggenda''Giovanni (Alberto Masala), in seguito alla morte prematura della moglie, ha un unico pensiero: scoprire se la sua donna sia davvero tornata dal mondo dei morti come Pana e quindi, riuscire a trovare il modo per placare la sua inquietudine . Nulla ha più importanza per Giovanni: casa, terre e neppure i figli. Vaga ogni sera con la speranza di incontrare lo spettro di Adelaide, cioè la moglie. Naturalmente sa che non può avvicinarsi e tantomeno parlarle. Adelaide, per sette lunghi anni, non dovrà avere a che fare con nessuno.
Se qualcuno dovesse incontrarla e rivolgerle la parola, il “processo di purificazione”, verrebbe interrotto e Adelaide (la Pana), interpretata da Alessandra Muntoni, dovrebbe cominciare daccapo il suo percorso catartico.
Ma cosa è successo ad Adelaide? Morta di malattia? Suicidata? O vittima di una violenza?  Qui sta il fulcro del film di Trudu. “Un film a metà tra il fantasy e il drammatico” così lo definisce il regista campidanese.

''Panas la leggenda''Tra gli interpreti, Fabrizio Congia, nella parte di un contabile, Gabriele Demontis (il  parroco),  Angelo Piredda (il sagrestano) e Bibiana Camboni (la Madre Superiora).
Le riprese sono durate quattro mesi, a cui si aggiungono i sei mesi per confezionare il film, con revisione e montaggio di qualità. Stefano Zedda è stato l’aiuto regista, soggetto e sceneggiatura sono di Francesco e Miriam Trudu. Settanta tre minuti, ambientati tra il borgo medioevale di Tratalias, Santa Cristina e museo etnografico Atzori di Paulilatino, cascata Triulintas di Martis (bassa Gallura),  la palazzina della direzione della miniera di Montevecchio (Guspini) e chiesa di Palmas vecchio.

''Panas la leggenda''Francesco Trudu, poco più che quarantenne, dopo il buon successo de “Il peccatore”, pruriginosa storia deleddiana , ci riprova continuando a cavalcare la nostra storia.
Storie misteriose, ancestrali.
Né più, né meno come la Sardegna.
Si tratta di un film autoprodotto, precisa il cineasta di Assemini. Incrollabile la sua determinazione che non si fermerà a quest’opera, ma che in seguito lo porterà ad occuparsi di altri avvenimenti oscuri, capitati nella’ isola. Trudu, se volete, è anche uno storico. Cerca, e trova, con pazienza, spunti e località dove ambientare i suoi film. Non è più uno sperimentatore, ma già uno che ha una discreta visione d’insieme.
Il tempo dirà , non sette anni però, se il filmaker campidanese, riuscirà a costruirsi un futuro leggendario.
Sulla durata della  catarsi, meglio non fare previsioni. Sono periodi di Cassandre, Nostradamus, annunciatori della fine del mondo. Bastano e avanzano. Soprattutto avanzano, con la loro voglia catastrofica di chiudere con tutto e tutti. Ma voi, almeno per una volta, fate i seri: buttatevi in sala e traete le conclusioni.

13 ottobre 2017

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