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Michele Rosiello: l’ingegnere che fa l’attore

Michele Rosiello

E’ il questore di Carloforte nella fiction “L’Isola di Pietro”  con Gianni Morandi. In passato ha recitato con Ettore Scola e in “Gomorra”.  L’intervista. di Maria Elena Tiragallo

E’ il questore di Carloforte, si chiama Alessandro Farres, vive in barca, ed è impegnato nelle indagini per capire il giro di droga e prostituzione che c’è tra gli adolescenti di Carloforte, vicende che ruotano attorno all’incendio della vecchia tonnara. Storia che vediamo ogni domenica sera a Canale 5 durante la fiction “L’Isola di Pietro” con Gianni Morandi nei panni di un pediatra vedovo, che indaga anche lui nelle vicende dei giovani carlofortini. Nella realtà il questore è  napoletano, si chiama Michele Rosiello, ingegnere che da tempo fa l’attore. 

Lo abbiamo visto nel grande schermo con Ettore Scola  nel film “Che strano chiamarsi Federico”  e in “Gomorra” dove interpretava Mario Cantapane.  A Cinemecum, Michele Rosiello racconta il suo lavoro di attore.

Michele Rosiello

Nella fiction sei Alessandro Ferras, questore di Carloforte, che personaggio è?
Alessandro è un bel tipo.. divertente, non si prende mai troppo sul serio.. vive nella barca lasciatagli dal padre. Molto in gamba nel suo lavoro, risulta invece scapestrato in amore. A quindici anni era innamorato di Elena, che un’estate va improvvisamente via dall’isola. Probabilmente è per questo che Alessandro non ha una ragazza fissa da allora, anche se da un po’ frequenta la PM Annalisa. Poi, dopo 15 anni, in seguito alla strage avvenuta alla tonnara, ecco che ritorna Elena e, con lei, il passato. Elena stravolge la vita di Alessandro, sul lavoro, perché anche lei partecipa alle indagini, ma soprattutto sentimentalmente. In qualche modo, è come se tornassero indietro nel tempo.. in diverse scene ci appaiono proprio come due ragazzini!  

Nella fiction quanto è protagonista la location, Carloforte e il Sulcis?
Beh.. è protagonista al pari di noi attori! Abbiamo girato prevalentemente a Carloforte, ma siamo stati anche in altre zone del Sulcis. Che dire.. come il pubblico ora, così io circa un anno fa mi sono innamorato di questi luoghi meravigliosi. E’ stato un vero piacere lavorare lì.. a fine riprese eravamo soliti fare il bagno, anche a novembre! Non a caso, ci sono tornato la scorsa estate in vacanza.

Il ricordo che hai di Carloforte e mai dimenticherai...
Qualche giorno prima della fine delle riprese Gianni Morandi organizzò un concerto a Carloforte per gli abitanti dell’isola, sempre ospitali e calorosi con tutti noi. La notizia si sparse per tutta la Sardegna e alla serata vennero diverse migliaia di persone. Durante il concerto, inaspettatamente, Gianni invitò sul palco me ed altri attori del cast e cantammo insieme “Scende la pioggia”. Non ero mai stato su un palco davanti a così tante persone e, soprattutto, su un palco a cantare con Gianni Morandi! Sono cresciuto ascoltando le sue canzoni e mai avrei immaginato di ritrovarmi un giorno a duettare con lui. Benché stonato, mi feci prendere dall’entusiasmo a tal punto che, mentre cantavamo, Gianni sorridendo mi abbassò il microfono!

Michele RosielloFiction o cinema, cosa preferisci?
Indicativamente, in tv si girano dieci pagine di copione al giorno (circa il doppio di come è solito nel cinema), il che significa avere meno tempo per provare le scene e meno ciak a disposizione. Inoltre, i tempi ed il linguaggio del cinema permettono di realizzare inquadrature più complesse, il che è molto più stimolante anche per gli attori. In ogni caso.. l’importante è dare sempre il massimo e prendere parte a progetti gratificanti, che sia tv o cinema.   

Qual è la lezione maggiore avuta da Ettore Scola?
Ho avuto l’onore di debuttare sul grande schermo con Scola nella sua ultima opera “Che strano chiamarsi Federico”, dove interpretavo Agenore Incrocci, memorabile sceneggiatore ai più noto per la coppia storica “Age & Scarpelli”. Ettore Scola, oltre ad essere un maestro del cinema, era anche una gran persona! Mi ha fatto capire, ancor di più, quanto siano importanti, sia nel lavoro che nella vita, l’umiltà e il rispetto per gli altri. E che il cinema è un lavoro di squadra: a cominciare dalla sceneggiatura.. non bisogna avere la presunzione di scrivere da soli, ma in gruppo, confrontandosi e scontrandosi, anche animatamente. Lui era solito ritrovarsi con gli amici sceneggiatori al bar.. e proprio in quelle occasioni, tra una chiacchiera e un caffè, sono nati molti dei grandi film, oggi patrimonio del nostro cinema.

Quanto è importante essere napoletano per diventare un bravo attore?
Fondamentale! .. Scherzo. Non amo generalizzare, ma di certo noi napoletani abbiamo qualcosa che ci contraddistingue e rende unici. L’uomo napoletano è teatrale per natura.. fa simpatia, sa reinventarsi ogni giorno.. “ten ‘a faccia ‘e corna” e quel pizzico di “cazzimma” necessari per prendere la vita di petto e non avvilirsi mai.

Michele RosielloMassimo Troisi per te cosa rappresenta?
Per me Troisi rappresenta il vero artista. Un vero artista (o più in generale un’opera d’arte, come può esserlo un film) è tale, se riesce a mettere d’accordo tutti.. pubblico e critica. E Massimo lo era, arrivava dritto al cuore con semplicità. Spesso mi capita di pensare a quanto e cosa ci avrebbe ancora dato, se non se ne fosse andato così presto.

Che effetto ti ha fatto interpretare una realtà dura come quella di Scampia?
Con “Gomorra” sono dovuto entrare fisicamente e psicologicamente in una realtà decisamente lontana dalla mia, una realtà che fino ad allora conoscevo solo attraverso i film e i giornali. La maggior parte delle scene le ho girate a Scampia ed è proprio lì che ho provato le sensazioni più forti. È difficile restare indifferenti a ciò che vedi e respiri. Si percepisce sofferenza e degrado ma anche tanta voglia di cambiamento.

In “Gomorra” eri Mario Cantapane, ora nella fiction il commissario di Carloforte, due ruoli delicati nel cinema e nella realtà.
Uno degli aspetti che più amo di questo mestiere è il “poter vivere più vite”, anche se solo per pochi mesi o settimane. Quanto più i personaggi sono diversi da me, tanto più trovo stimolante e gratificante interpretarli. Mario Cantapane e Alessandro Ferras sono agli antipodi, l’uno decisamente lontano da Michele, l’altro più vicino, almeno caratterialmente. Ma per entrambi i ruoli il mio approccio al lavoro è stato lo stesso. Innanzitutto, mi sono documentato attraverso video, interviste o anche parlando con persone legate a quelle due realtà. Poi, ho preso confidenza con i luoghi in cui le storie erano ambientate.. e, con l’aiuto dei registi, ho costruito i personaggi, cercando di dargli prima di tutto verità. In particolare, nel caso di Mario, andavo ad interpretare un personaggio la cui storia era ispirata ad un fatto di cronaca realmente accaduto.. un ragazzo appartenente alla realtà della malavita che, all’interno della sua storia, era mosso da altro.. dall’amore. Mentre, per Alessandro, è stato più naturale “entrare nella sua testa”, ma  ben più delicato capire come avrebbe poi reagito, da uomo e commissario, ai gravi eventi che vedremo nel corso della serie.

Michele RosielloSei un ingegnere gestionale che fa l'attore, perché?
Ho studiato Ingegneria per due semplici motivi: ero bravo in matematica ed è una laurea che offre ottime opportunità di lavoro. Poi.. un po’ per passione, un po’ per caso.. sono finito davanti alla macchina da presa! Ai tempi del liceo mi divertivo con la mia handycam a fare dei video con gli amici. Col tempo, ho cominciato a girare dei veri e propri cortometraggi, finché un giorno ho capito che quello, il cinema, era ciò che volevo fare “da grande”. Ero al terzo anno di università quando ho deciso di frequentare la Scuola di Cinema di Napoli Pigrecoemme. L’anno dopo ho partecipato al bando per il corso di recitazione della neonata “Scuola d'Arte Cinematografica Gian Maria Volonté” di Roma, le cui selezioni erano curate da Elio Germano, Valerio Mastandrea e Laura Muccino. Eravamo circa 800 per 12 posti e, dopo più fasi di selezione, sono stato scelto. Lì ho trascorso due splendidi anni, durante i quali ho studiato e preso parte a diversi cortometraggi. L’anno successivo ho ultimato anche gli studi universitari conseguendo la Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale.

Ti vedremo ancora in Sardegna per la seconda stagione de “L'Isola di Pietro”?
Sicuramente mi rivedrete in Sardegna.. sicuramente a Carloforte, che è ormai per me come una seconda casa. Ma non so dirvi ancora nulla a proposito della seconda stagione de “L’Isola di Pietro”. Grazie!

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