Stampa

L' uomo che comprò la luna.

Jacopo Culllin

Viaggio nel set del prossimo film di Paolo Zucca. di Marcello Atzeni

A volte sei a un passo, ma non sei lì.
Capita. Come è capitato un paio di giorni fa.
Biblioteca della Facoltà di Ingegneria, o meglio il sotterraneo della biblioteca.
Paolo Zucca, regista oristanese che abita a Milis (che solo a sentire il nome senti il profumo delle arance), gira il suo nuovo film: “L’uomo che comprò la luna”.
Troppo piccolo il set, piacevole immaginarlo come un guscio di noce, perché possa accogliere tutti.

''L'uomo che comprò la luna'', setE allora, nell’attesa che il direttore del film, le maestranze e gli attori, abbandonino i riflettori per concedere le interviste, giri tra nervi scoperti, studenti in corso e fuori corso.
Parli con diversi membri  della Film commission e qualche collega.
Bisogna pur passare il tempo. Dilatato (o dilaniato?).
Raccogli pezzi di storie andate, anche amorose e occhi lucenti come quelli di una ragazza il giorno del suo primo bacio.
Ma questo è un altro film.
Quello di Zucca, scritto con Barbara Alberti e Geppi Cucciari, parla di un paese sperduto nella sperduta Sardegna, dove un tale è entrato “in possesso dei diritti di proprietà individuale della Luna”.

''L'uomo che comprò la luna'', Pagani e ZuccaLa notizia esplode nel Nord Italia: un’agenzia per la sicurezza atlantica si occupa della questione.
Decide che Kevin (Jacopo Cullin, con una criniera ossigenata), giovane agente segreto, il quale  disconosce le sue origini sarde, si occupi del caso. Badore (Benito Urgu) gli insegna la sarditudine.
Lo veste con le nostre parole, le nostre tradizioni e i nostri modi di fare.
Badore il misantropo inocula il “germe” di Ichnusa in Kevin. Kevin/Cullin è ora pronto per un viaggio nell’isola di Sardegna. Arriva a Cuccurumalu dove si ubriaca come Superciuk: dopo aver vuotato bicchieri e bottiglie, vuota anche il sacco. Svela identità, missione e tutti i suoi segreti.

''L'uomo che comprò la luna'', Fresi e PannofinoSurrato brutalmente, viene abbandonato nel deserto. Un vecchio pescatore si prende cura di lui.
Si chiama Taneddu ed è lui il proprietario della luna, comprata per onorare una promessa d’amore,  fatta all’allora giovane fidanzata.
Zucca gioca nel surreale, grottesco. E’ una storia originale che viene ambientata tra Cagliari e le coste dell’oristanese.  San Vero, Cabras con il Sinis abbagliante e Cuglieri, che regala più che S’ Archittu, lo scoglio Genovesi (o dei Genovesi).
Pozze di scogliera in altura ti fanno vedere la luna.
Chi ha vissuto in quei posti e Zucca da oristanese lo ha fatto, non deve volare molto con la fantasia.
Il calcare schiaffeggiato dal sole, dal mare e dal vento, ha formato piccole voragini che sembrano dei piccoli crateri lunari.

''L'uomo che comprò la luna'', UrguCome prosegue la storia? Intanto proseguono le riprese. Verso febbraio ci si sposterà in Argentina, lì sarà estate.  Nel cast, oltre a Cullin e Urgu, anche un altro sardo d’origine: Stefano Fresi (Pino), con sangue di Luogosanto nelle vene, che dispensa aneddoti in gallurese, incomprensibili per un campidanese (o quasi). Francesco Pannofino (Dino), fa coppia con lui. Il regista della terra di Eleonora parla di un duo alla Ollio e Stanlio.
E le donne? Ci sono, almeno una. Anzi, c’è stata. Finite le riprese è tornata in Spagna: Angela Molina (Teresa), non ha bisogno di carta d’identità.
L’uomo che comprò la luna”, secondo Amedeo Pagani, produttore assieme a Nicola Giuliano, dovrebbe uscire nelle sale alla fine del 2018.

''L'uomo che comprò la luna'', Paolo ZuccaSi tratta di una coproduzione: La Luna (Italia), Indigo Film (Italia) e Paradis films (Francia). In collaborazione con Rai Cinema e con i contributi del Mibact e della Regione sarda.
Il finale che Zucca descrive come “altamente spettacolare” verrà plasmato con tecnici di grande livello.
Un anno è lungo, bisogna aspettare tanto perché la Lucky Red che lo distribuirà, dica se Zucca sarà riuscito nell’allunaggio. Di certo la sua simpatia depone a suo favore.
E le persone che zampillano tale dote, hanno il potere di far nuotare tutti quanti nel mare.
Sia di S’ Archittu che della tranquillità.

23 ottobre 2017