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Percorso

''1945'' di Ferenc Torok

''1945''

L’evoluzione del cinema della Shoah in Ungheria. di Alessandro Matta.

1945, in un qualunque villaggio dell’Ungheria appena uscita dalla guerra, ma che inizia a fare i conti con l’occupante Sovietico e con un altro totalitarismo.
All’inizio, alla stazione, è solo una nemesi. Poi, le due figure si fanno sempre più nitide e chiare davanti a tutti gli abitanti li presenti e ai lavoratori della stazione.

''1945''Infine, la presenza dei due oggetti che i protagonisti portano con loro, due bauli attorno ai quali si diffonde la diceria che si tratti di “materiale da commercio all’ingrosso” inizia a provocare in tutti l’isteria.
Sono le immagini di apertura di “1945” il film dell’Ungherese Ferenc Torok da poco giunto nelle sale Italiane. Una nuova pellicola sulla Shoah. Ma questa volta, si affronta il tutto con ben altra ambientazione: quella del “dopo”.
Non le retate, non i ghetti, non le deportazioni, non i centri di messa a morte o i lager o le fucilazioni di massa. Questa volta, in questo film, si affronta il “dopo” genocidio, con una inquadratura ben particolare, e rispondendo ad una domanda molto chiara: come si è comportata l’europa davanti al ritorno dei sopravvissuti in mezzo ad una società fino a qualche mese prima ostile o addirittura favorevole al genocidio?
Per il cinema Ungherese, che negli ultimi anni dal 2011 ad oggi ha realizzato molte pellicole sulla shoah, si tratta di una vera e propria evoluzione, di cui si deve ben approfondire.

''1945''Se infatti nel 2011 con “Retraces” la regista Judit Elek (Ungherese ebrea figlia di sopravvissuti e con alle spalle già alcuni film di fiction sulle tematiche della shoah e dell’antisemitismo nella storia Ungherese in generale)  affrontava il tema della Shoah con lo specchio dei “ricordi” familiari della madre che tornava con la mente agli anni delle persecuzioni antisemite del regime fascista Ungherese di Horthy, rompendo quindi ogni tabù sulla realtà di un paese esso stesso antisemita e collaborazionista dei nazisti quando non esso stesso direttamente genocida dei suoi cittadini ebrei, nel 2013 con “Il grande quaderno” del regista Janos Szas il cinema Ungherese tornava a parlare della shoah attraverso lo sguardo innocente dell’infanzia, ed attraverso gli occhi di due fratelli sfollati nella campagna Ungherese; nel 2014 il regista David Spah con l’inedito “Nem tuntem el” ci mostrava la storia del famoso medico Ungherese ebreo Gideon Rickter, assassinato proprio dalle croci frecciate Ungheresi nel 1944 sulle rive del Danubio; nel 2015 invece con “Il Figlio di Saul”, il regista Laszlo Nemes rompeva ogni tabù conducendo lo spettatore “direttamente” nelle strutture della messa a morte di Auschwitz Birkenau attraverso le vicende di un Sonderkommando Ungherese (fino ad oggi, solo gli Americani Tim Blake Nelson con il suo “La zona grigia”; Robert M. Young con il suo “Oltre la vittoria”; Dan Curtis con alcune parti della serie tv “ricordi di guerra”e pochissimi altri erano giunti a condurre lo spettatore “dentro” la macchina della morte così da vicino).

''1945''Ed adesso, con “1945”, Torok rompe l’ultimo tabù: dopo aver mostrato con gli altri film la realtà di un paese responsabile di genocidio dei suoi cittadini ebrei, la realtà del collaborazionismo di stato e la realtà delle macchine della morte naziste di Birkenau nelle quali oltre 500000 ebrei Magiari sono stati eliminati a tempo di record tra l’estate e l’autunno del 1944, ci mostra la realtà di come si comportò la gente comune del paese.
Fu semplicemente indifferente? Per paura stette a guardare senza intervenire? Tutt’altro.
All’arrivo dei due ebrei protagonisti della storia, l’intero villaggio è colto da isteria.
“Ci sono di nuovo gli ebrei! Eccoli, sopravvivono a tutto! Ora si riprenderanno tutto! Le nostre case, i nostri negozi, i nostri oggetti…” dicono tutti quanti.
In realtà… si tratta dei “loro” oggetti e delle “loro” case o negozi o terreni: quelli sequestrati agli ebrei deportati ed assassinati, che sono state immediatamente fatti oggetto di predonismo da parte degli Ungheresi non ebrei, che sono passati di proprietà attraverso un sistema giuridico esso stesso piegato alle logiche dello sterminio di un intero popolo. E questo, gli abitanti tutti lo sanno molto bene.

''1945''Ma i due protagonisti non sono qui per la vendetta, non sono qui per una rivalsa, verso nessuno. I due bauli contengono quanto sono riusciti a conservare degli ebrei del villaggio che sono tutti stati uccisi. E sono qui per “seppellire” simbolicamente questi oggetti (il trenino di un bambino, i libri della preghiera, alcuni oggetti personali…) insieme agli altri ebrei del villaggio morti “prima della bufera”, nel locale cimitero ebraico, unico luogo “sopravvissuto” al genocidio senza venire espropriato o ricomprato da qualcuno. E il villaggio, scoperto questo, quasi in procinto di scatenare contro i due uomini un pogrom, considerando i due la responsabilità di ogni sventura che in quella giornata accade, come si comportano?
Promettono di “custodire” per sempre la “memoria” di quegli oggetti.
Scoprono che nessuno è venuto a cercare qualcosa tra i “vivi”, ma a dare un ricordo per i morti. E il villaggio, ipocritamente, dimostra loro vicinanza.
Come non vedere, in questa scena, la stessa ambiguità di chi oggi ama solo gli ebrei morti nel genocidio nazista, ma non fa nulla per difendere quelli vivi di oggi?

''1945''Come non vedere o non pensare in questa scena del film, a quanti spesso sono in prima fila per le “giornate della memoria”, ma poi urlano slogan antisemiti contro Israele? Ed infine, come non comp rendere l’ambiguità di una europa che, tutta intera, è stata complice di genocidio come questo villaggio, approfittando di ogni cosa, e uccidendo così due volte le vittime?
Questo film di Torok è un vero capolavoro che ci fa tutti riflettere e ragionare. In una Europa sempre più antisemita, paradossalmente proprio dal cinema di un paese come l’Ungheria, che purtroppo sta conoscendo il terribile exploit di movimenti populisti e nazionalisti antisemiti come il Jobbik, stanno venendo le maggiori riflessioni sulla shoah.
Film da guardare per conoscere e riflettere.

9 maggio 2018

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