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Ne ''L'isola di Pietro'' si incontrano turismo e cinema

''L'isola di Pietro''

In una conferenza l'appeal turistico della Sardegna grazie a una fiction di successo. di Elisabetta Randaccio

Non solo approfondimento, ma verifica degli investimenti, in un quadro di trasparenza che abbraccia sia il settore economico, ma pure le scelte culturali.

È stato questo il senso della conferenza "L'impatto della visione della fiction L'isola di Pietro sulla promozione turistica della Sardegna", svoltasi lo scorso 9 novembre, a cui hanno partecipato con i loro interventi e nella successiva discussione Barbara Argiolas, assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio, Nevina Satta direttore della Fondazione Film Commission Sardegna, Michele Casula partner Ergo Research e responsabile della ricerca, Daniele Passani responsabile attività produttive della Lux Vide, Umberto Gnoli sceneggiatore e responsabile del progetto L'isola di Pietro, Marco Rosi responsabile comunicazione della Lux Vide, Giovanni Centola organizzatore generale dell'Isola di Pietro.

CarloforteSi trattava di analizzare (grazie anche alla precisa ricerca statistica di Michele Casula) quanto l'organizzazione, la produzione e le riprese di una fiction popolare televisiva in una location sarda molto bella e varia nei suoi straordinari paesaggi, possa essere importante per l'economia isolana, magari imponendosi come una nuova possibilità di creare posti di lavoro in una zona come il Sulcis, uno dei luoghi indicato tra i più poveri d'Italia. In questo senso, altrettanto fondamentale è anche il creare interesse per mete turistiche per viaggiatori amanti di splendido mare, ottima accoglienza, buon cibo, ma pure curiosità per vedere i set della propria serie preferita, un progetto che all'estero sta dando risultati incredibili. Si pensi, solo per fare pochi esempi, all'impatto turistico dei set della serie Trono di spade o della trilogia del Signore degli anelli, oppure, per restare in Italia, il boom delle presenze in Sicilia sui luoghi del Commissario Montalbano.

''L'isola di Pietro''Insomma, quello che Nevina Satta ha definito una filiera "la quale non naturalmente si incontra", ovvero il cinema e il turismo, è diventata un fruttuoso investimento da vari punti di vista. Se è vero che la ricerca realizzata da Casula riguarda la prima stagione della serie, che è stata tra le più viste lo scorso anno, attualmente sta andando in onda la seconda, girata ancora una volta a Carloforte e in altre location sarde, con grande successo (l'unica puntata dagli ascolti minori è stata la prima, poiché andava in competizione con l'intervista di Fabio Fazio a Che tempo che fa a Mimmo Lucano, il sindaco di Riace, e al racconto del suo modello di accoglienza). Durante la conferenza, si è affermato come, anche su questa seconda parte de L'isola di Pietro verrà realizzata una verifica negli stessi termini della prima.
Interessante, dunque, riflettere sulla ricerca di Casula, che ha previsto  2000 interviste su un campione particolare (il target rappresentativo era di circa 27,5 milioni di persone), escludente, per ovvi motivi, la Sardegna. La fiction, si è detto, ha avuto successo; anche chi non l'ha seguita fedelmente o per niente conosce i luoghi in cui si svolgeva (a questo ha contribuito anche il titolo esplicativo) e ha apprezzato le ambientazioni.

Gianni MorandiCome ha affermato Casula, il giudizio sulla serie è apparso "correlato a quello sulle location, come se queste ultime fossero quasi un elemento importante del cast". Secondo questa ricerca, dunque, gli spettatori hanno indicato un alta propensione a pensare la Sardegna come possibile destinazione di vacanza per l'estate e l'autunno 2018. Insomma, una sorta di "circolo virtuoso" a vantaggio di questa area geografica. Sull'indotto occupazionale si è, poi, espresso, l'organizzatore generale Giacomo Centola, che ha messo in evidenza un'importante continuità relazionale con i professionisti del territorio, dove si è girato il telefilm, tra la prima e la seconda serie, con numeri aumentati da 650 a 900 presenze tecniche sul set e, per la seconda serie, quasi 70.000 euro di investimento per i generici del luogo. Centola ha anche sottolineato la pazienza e la disponibilità della popolazione; infatti l'accoglienza, in questo senso, non è mai scontata, è sempre un processo assai delicato. Certo, in questa situazione e per il successo dell'Isola di Pietro, ha contato la presenza di un artista - definito, in questa sede, carismatico - come Gianni Morandi, peraltro il terzo "influencer" d'Italia, il quale molto generosamente ha informato con foto e post di vario tipo i suoi seguaci sui social della sua esperienza sarda. Il cantante ha pure offerto ai carlofortini, per ringraziarli della loro disponibilità, un concerto gratuito fortemente partecipato.

CarloforteQuanto, poi, la scrittura del film, firmato dal regista Giulio Manfredonia con Luca Brignone, è stata importante nel delineare una storia complessa in questo tipo di ambienti? Lo sceneggiatore Umberto Gnoli ha risposto come avesse bisogno di un luogo dove "i protagonisti si sentissero a casa. Inoltre mi serviva una piccola isola, un posto di mare, un luogo chiuso adatto alle dinamiche di un giallo. Quello che, secondo me, ha percepito il pubblico è la realtà dei luoghi, così differenti dall'artificiosità di certe ambientazioni di alcune fiction. Inoltre, penso, ad esempio, a certe location come la scogliera, un archetipo emotivo capace di esaltare il racconto."

A questo punto, Barbara Argiolas ha aggiunto come L'isola di Pietro abbia restituito un'idea della Sardegna non stereotipata, soprattutto un Sud Sardegna inusuale e inaspettato, per cui questo progetto realizzato con l'accordo tra Assessorato e Sardegna Film Commission, puntando sulla promozione del terrirorio, sull'attrazione degli investimenti, sulla crescita della filiera e delle maestranze locali può "rendere la Sardegna una destinazione sempre più competititva e attraente per le piccole e grandi produzioni."

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14 novembre 2018