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Storie di volti e silenzi

Si è conclusa con un cineconcerto la rassegna di cinema muto. di Elisabetta Randaccio

Storie di volti e silenzi. La magia del cinema mutoSi è conclusa il 28 dicembre scorso con un evento speciale la rassegna "Storie di volti e silenzi. La magia del cinema muto", giunta alla terza edizione dal titolo "Il cinema d'avanguardia tra sperimentalismo e nuovi linguaggi". In questa occasione, alla sala degli "Intrepidi monelli" di Cagliari, i musicisti Andrea Morelli (sassofoni e flauto) e Silvia Belfiore (pianoforte) hanno sonorizzato dal vivo "La melodia del mondo" (1929) di Walter Ruttman con originalità e, nello stesso tempo, evocando lo spirito del film, uno tra i più innovativi del periodo tra muto e sonoro.

Morelli e Belfiore hanno scelto musiche dal carattere contrastante che hanno spaziato da Haendel al compositore etiope Yfrashewa, ma anche standard jazz intervallati da vari momenti di improvvisazione. Il risultato è stato assai gradito dal numeroso pubblico presente al cineconcerto. Una conclusione di intenso profilo culturale, che ha ben coronato una rassegna veramente interessante.

Questa terza edizione, infatti, ha visto alternarsi proiezioni, piccoli concerti, sempre molto affascinanti, e approfondimenti di esperti e critici cinematografici, i quali hanno disegnato ampiamente gli elementi dell'avanguardia filmica del tempo del muto in diversi paesi, capace di accostare, allo stesso livello di rilevanza, le sperimentazioni in ambito pittorico, architettonico, musicale, teatrale, con quelle delle immagini in movimento. Per chi studia, infatti, quel periodo straordinario dell'avanguardia tra gli anni dieci e i venti, non può non considerare il cinema come parte attiva del movimento che mutò scenari, linguaggi, contenuti dell'arte moderna.

Storie di volti e silenzi. La magia del cinema mutoLa rassegna ha, così, dato spazio all'avanguardia filmica giapponese, ancora troppo poco conosciuta. Tra l'altro si sono potute vedere delle rare animazioni della fine degli anni venti ("Kobu Tori"-"L'agnello rubato" di Chuzo Aoji e Yasuji Murata; "Taro's train" di Yasuji Murata) le quali, da una parte, mostravano il tentativo nipponico di stare al passo con una certa produzione disneyana, dall'altro sia il rifarsi alle proprie tradizioni culturali sia l'approccio didattico dedicato ai più piccoli. Infatti, ne "L'agnello rubato" sono protagonisiti i "tengu", esserini della mitologia e delle leggende popolari, in "Taro's train", invece, l'animazione, attraverso il bizzarro racconto di un sogno che si anima, insegna quale sia il comportamento adeguato da tenere durante un viaggio in treno.
Altrettanto interessante la sezione dedicata all'avanguardia cinematografica russa, tra le più note e rilevanti d'Europa. Tra i film proiettati, vogliamo citare almeno "La febbre degli scacchi" (1925) di Vsevold Pudokin e "La signorina e il teppista" (1918) di Vladimir Majakovskij e Evgenij Slavinskij. Il primo è un breve gioiello futuristico-surreale di un maestro del cinema sovietico. Ancora l'estetica dell'autore de "La madre" (1926) non è declinata completamente, ma certo la passione per le comiche (una caratteristica che salda tanti esponenti delle avanguardie, non solo cinematografiche, europee) e soprattutto l'uso innovativo del montaggio, ci mostrano già un regista geniale.

"La signorina e il teppista" sarebbe degna d'attenzione anche solo perché è l'unica interpretazione filmica rimastaci del grande poeta Vladimir Majakovskij, qui anche in veste di sceneggiatore e di regista. Si tratta di un'opera che va oltre la curiosità cinefila. Tratto da un romanzo breve molto bello del nostro Edmondo De Amicis, "La maestrina degli operai" (pubblicato nel 1892), riambientato nella Russia prerivoluzionaria e recitato in maniera misurata da tutto il cast, ci racconta un'impossibile storia d'amore. Come ha scritto Angelo Maria Ripellino nel suo splendido "Majakovskij e il teatro russo d'avanguardia", il poeta rende il suo personaggio, il teppista, "in maniera incisiva e appassionata. Il suo risoluto cipiglio da prepotente disposto a qualsiasi bravata, la sua burbanza di truce ribaldo col berretto a sghimbescio e la sigaretta all'angolo della bocca, cedevano man mano a un'angosciosa trepidazione, a uno struggente smarrimento".
La rassegna ha anche attraversato l'avanguardia cinematografica francese con le prove filmiche sperimentali di artisti come Man Ray ("Emak Bakia", 1928; "L'etoile de mer", 1928) e di Marcel Duchamp ("Anemic cinema", 1926), presenti nei musei di tutto il mondo, nonché uno dei capolavori di Jean Vigo, "A propos de Nice", insolito ritratto della città francese, che influenzerà generazioni di registi.

Storie di volti e silenzi. La magia del cinema mutoLa stagione dell'avanguardia italiana, allo stesso tempo, insolita, contraddittoria, poco approfondita, ha visto la proiezione di cortometraggi molto diversi tra loro. Dal noto "Volo su Vienna", che in sei minuti racconta una delle beffe (decisamente più di stampo futurista che patriottico) realizzate da Gabriele D'Annunzio quando, durante la prima guerra mondiale, con il suo leggero velivolo sorvolò la capitale austriaca lanciando volantini inneggianti la vittoria italiana, al mitico "Thais" (1917) di Anton Giulio Bragaglia con le scenografie di Enrico Prampolini, che sembrano, nel loro impatto visivo, anticipare quasi l'optical degli anni sessanta. Ma abbiamo anche potuto vedere "La paura degli aeromobili nemici" (1915) di Andrè Deed, in cui il terrore degli attacchi austro germanici durante la Grande Guerra, sono risolti dal regista (in Italia prendeva il nome di Cretinetti) in maniera esilarante, ironica, destrutturante.
L'ultima sezione della rassegna riguardava l'avanguardia tedesca, altra parte fondamentale della storia della sperimentazione cinematografica di primo novecento. Tra i film in programma, il drammatico "La strada" (1923) di Karl Grune e "Berlino, sinfonia di una grande città" (1929) del già citato Walter Ruttman fautore di un'arte "concepita per l'occhio".

Gli approfondimenti della rassegna sono stati a cura di Maria Roberta Novelli, Roberto Silvestri, Giorgia Bruni, Denis Lotti, Roberto Chiesi. La manifestazione è stata realizzata dalla "Macchina cinema" (FICC) con il supporto della Regione Autonoma della Sardegna.

5 gennaio 2019