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Percorso

Cinema senza confini

Ha preso il via il Festival "Terra di confine" con ospiti i film cileni. di Elisabetta Randaccio

Terre di confineIl Festival "Terra di confine" è giunto alla 12^ edizione e ha preso il via il 2 marzo scorso, in Cineteca Sarda, a Cagliari. Confermando la sua natura di manifestazione itinerante, si svolgerà fino al 17 marzo passando per Solarussa, Alghero, Sassari e, infine, ad Asuni, dove il festival è nato.

Il tema scelto per questa edizione che caratterizzerà tutti i contributi artistici è "Libertà", mentre il paese di cui si approfondirà la cinematografia, ma non solo, sarà il Cile. Ancora una volta, dopo la Colombia della scorsa edizione, una nazione sudamericana, scelta dal direttore artistico, il regista Marco Antonio Pani, non solo "perché parlo bene lo spagnolo! Bensì perché si tratta di un paese che, in passato soprattutto durante la dittatura di Pinochet, ha avuto stretti legami con la Sardegna.

Paolo CarboniRicordiamo che tanti esuli, compreso il celebre gruppo musicale degli "Intillimani", scelsero la nostra isola e vi vissero per tanto tempo. Inoltre, in Sardegna, esiste una vivacissima associazione sardo-cilena, i "Chilenos de Sardigna", che, infatti, ci ha sostenuto nell'organizzare il Festival e che il 16 marzo, ad Asuni, avrà un suo spazio, il quale culminerà con una festa concerto con la partecipazione del gruppo "Nazka" e un buffet- degustazione". "Libertà" è anche il titolo del "docuspot" realizzato per la manifestazione, coinvolgendo gli abitanti di Solarussa e Asuni con gli allievi del laboratorio di cinematografia del Festival diretto da Paolo Carboni. Si tratta, in realtà, di un cortometraggio in bianco e nero dove in brevi dichiarazioni-interviste, i protagonisti, giovani e meno giovani, raccontano la loro idea di libertà.

Terre di confineQuesta, a volte, sembra identificarsi con un bene prezioso, con la necessità di potersi esprimere e intervenire nella vita sociale, in altre, si sovrappone alla possibilità di avere un lavoro dignitoso, oppure, per una anziana signora, melanconicamente, è il tanto tempo a disposizione avuto dopo la morte del marito, a cui si erano dedicati anni di cure. L'effetto speciale finale vede tutti in volo su un cielo sopra le case del proprio paese.
Alla presentazione dello spot e del Festival erano presenti anche Sandro Sarai, presidente della associazione "Su disterru", da sempre anima del Festival e il sindaco di Solarussa Mario Tendas; ambedue hanno messo in evidenza come il coinvolgimento degli abitanti dei paesi in cui si svolge il Festival sia un elemento fondamentale per la riuscita della manifestazione. Quest'anno, in questo senso, un contributo importante lo daranno anche i ragazzi del Servizio Civile Internazionale.

Marco Antonio PaniIl direttore artistico Marco Antonio Pani, per la seconda volta a "Terra di confine" con questa carica, ha sottolineato come la manifestazione sia sempre orientata a mettere a fianco la cinematografia sarda con quella di un altra nazione, in questo caso, si è già detto, il Cile. In tal senso, il calendario degli eventi proporrà una summa interessante di film cileni, tra le opere meglio caratterizzanti e più importanti degli ultimi anni, e proiezioni di opere girate in Sardegna come, ad esempio, "L'uomo con la lanterna" di Francesca Lixi, "Ovunque proteggimi" di Bonifacio Angius, ma anche, tra gli altri, "Le spose del Grand Hornu" di Paolo Carboni e Carmina Conte, "Nina" di Mario Piredda, "Isura da filmà" di Marco Pani con le musiche di Paolo Fresu. Del cinema cileno si avrà modo di esplorare generi e contenuti, anche attraverso i contributi degli ospiti, i registi Josè Maria Gonzalez e Francisco Herve.

Pablo LarrainD'altronde, il primo giorno del Festival ha visto la proiezione di un film del grande regista Pablo Larrain, premiato e riconosciuto talento in tutto il mondo. "El club" (2015) e "No - i giorni dell'arcobaleno" (2012) sono tra le sue opere più belle, che hanno riportato la cinematografia cilena all'interesse internazionale. Ma anche il cortometraggio proiettato il primo giorno del Festival "Io non so de aqui" di Maite Alberti, dimostra una capacità unica di sintetizzare, anche con una certa ironia, i problemi della età senile, di chi ha perso l'orientamento spazio-temporale, ma conserva ben ferma la propria identità. Da non perdere, per chi non li avesse ancora visti, "Una mujer fantastica" (2017) di Sebastiano Lelio, "Santiago, Italia" di Nanni Moretti, reduce dal Nastro d'Argento 2019, ma anche i film omaggio a Ermanno Olmi, il grande regista scomparso recentemente. Il Festival, inoltre, sarà, come da tradizione, arricchito da presentazione di libri, concerti, conferenze.

Segnaliamo quella sul "Cinema e conservazione: gli archivi, il cinema di famiglia, il riutilizzo e la divulgazione" a cui parteciperanno i direttori dei Centri dei Servizi Culturali dell'Umanitaria della Sardegna: Paolo Serra, Alessandra Sento, Antonello Zanda.

6 marzo 2019

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