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Cartoni d'autore

Al via il Cineforum dei Cartoni: animazioni d'autore. di Elisabetta Randaccio

''Cineforum dei cartoni''Sono, ormai, lontani i tempi in cui fumetti e cartoni animati erano considerati in maniera superficiale e stereotipata esclusivamente generi per bambini. Dunque, ora, sappiamo bene come tali tipologie espressive siano forme d'arte, i cui fruitori appartengono a un pubblico vario, che va oltre il limite generazionale.

Semmai, nei nostri giorni, valutiamo tali opere in maniera differente e anche quelle risalenti al passato, più o meno recente, le consideriamo come arte "adulta". È anche vero che, soprattutto nel cinema contemporaneo rivolto prevalentemente ad adolescenti, sia dominante il nesso fumetto-animazione-cinema live, cosicchè nella più grande industria americana, quella hollywoodiana, è presente un eccesso di film su supereroi derivati dalle pagine di noti comics.

D'altronde, i recenti incassi incredibili di "Avengers Endgame" stanno ad indicare come questo filone-minestrone di film fumettistici abbia, probabilmente, ancora una lunga e fortunata esistenza. Ci si può augurare, dato che i proventi sono stati ottenuti soprattutto nelle sale (pare come, in un caso, il film suddetto sia stato proiettato 72 volte di seguito!), che questo successo possa rilanciare il cinema come divertimento, ma pure come arte da fruire in sala.

''Cineforum dei cartoni''Il "Cineforum dei Cartoni", nato da un'idea dei redattori di "Teorema. Rivista sarda di cinema" che lo hanno organizzato insieme al "Centro Internazionale del Fumetto" e alla Cineteca Sarda-Società Umanitaria, vuole riflettere sullo stato dell'animazione cinematografica, diventando, non solo un punto di riferimento per gli appassionati, ma, come hanno affermato i promotori, dovrebbe incoraggiare "la conoscenza e lo studio del cinema di animazione in tutte le sue forme". Si tratta di una bella sfida, perchè l'animazione, oggi, non è solo di tipo mainstream, ma pure un genere percorso dalla sperimentazione più interessante, sia dal punto di vista formale, sia per la ricerca di nuovi contenuti. Infatti, come è stato detto nella presentazione di questo particolare cineclub, "fin dalle origini, il cinema d'animazione ha messo in mostra un'autonomia che lo ha connotato non come 'genere', ma come un autentico mezzo espressivo che si è collocato in posizione intermedia tra cinema, arte figurativa e grafica".

Inoltre, "l'avvento delle nuove tecnologie ha segnato una vera e propria rivoluzione, modificando radicalmente le fasi del lavoro nella realizzazione dei film e offrendo nuove, incredibili potenzialità espressive agli artisti. Tuttavia, l'apporto tecnologico non ha ridotto l'importante eredità che deriva dal cinema d'animazione più tradizionale".

''Loving Vincent''Partendo da queste premesse sono state pensate le prime serate del "Cineforum dei Cartoni", le quali, per il momento, sono state organizzate nella sala cagliaritana della Cineteca Sarda, ma, in seguito, avranno anche uno spazio nella sede del "Centro Internazionale del Fumetto", sempre nel capoluogo, in via Falzarego 35. Altra caratteristica del Cineclub sarà quella di dare spazio a confronti con autori, invitati per l'occasione, ma anche con il pubblico, che sarà costantemente il protagonista di queste serate.
I primi due appuntamenti si sono svolti il 9 e il 18 aprile con una ottima partecipazione di pubblico. L'incontro di inaugurazione, inoltre, ha visto l'intervento di Mario Zanot, regista, esperto di effetti digitali per importanti film e registi italiani, tra cui Giuseppe Tornatore, Nanni Moretti, nonchè Paolo Zucca con il suo recente "L'uomo che comprò la luna", in cui gli effetti speciali, soprattutto nella seconda parte, hanno un'importanza fondamentale. Zanot ha introdotto un capolavoro della cinematografia d'animazione: "Loving Vincent" firmato nel 2017 da Dorota Kobiiela e Hugh Welchman.

''Gli incredibili''Il regista ha spiegato le tecniche con cui è stato realizzato il lungometraggio, un vero "unicum" nella storia del cinema. Infatti, il film è stato prima girato con attori in carne e ossa, in seguito, fotogramma per fotogramma, è stato ridipinto, tenendo presente la tecnica vangoghiana, da 120 pittori. Il risultato è straordinario e per arrivare a questo obiettivo è stato necessario tanto tempo e molti soldi, al punto che la produzione si è servita di numerosi artisti, i quali, per amore della realizzazione di "Loving Vincent", hanno lavorato anche gratis. Zanot ha raccontato tutte le difficoltà di questa incredibilie, per molti versi assurda, tecnologia sperimentale, ricordando come gli autori avessero l'ossessione di "entrare nella testa di Van Gogh". Aggiungiamo che, però, senza l'apporto poetico del progetto, comprendente una sceneggiatura molto bella, la forma non sarebbe bastata per arrivare al cuore degli spettatori. Chi, nella prima serata del "Cineforum dei Cartoni", è riuscito a recuperare questo film, su grande schermo e non su quello limitato del computer, ha goduto di una esperienza artistica unica.

''Mio fratello Supervip''Il secondo appuntamento del Cineclub è stato dedicato a uno dei lungometraggi più importanti prodotti nel nostro paese, che ha compiuto l'anno scorso 50 anni: "Vip, mio fratello superuomo" (1968) di Bruno Bozzetto. Gli spettatori maggiormente attenti avranno notato come alcuni personaggi di questo film abbiano influenzato, sia nel disegno sia nello spirito, "Gli incredibili" (2004) di Brad Bird e pure il suo recente sequel. In realtà, anche "Vip" fu coprodotto da major americane, per cui sembra spiegabile l'influeza di questo gioiello dell'animazione italiana su opere hollywoodiane. Semmai, proporre questo lungometraggio in tempi di invasione di supereroi nelle sale cinematografiche, può avere un sano effetto positivo. "Vip" non è, infatti, una banale parodia dei superman, ma, come spesso accade nell'arte di Bozzetto, è il servirsi di un genere amato fin da allora dalle giovani generazioni, per riflettere su problemi sociali ben precisi: consumismo, capitalismo d'assalto, corsa agli armamenti atomici, questione femminile.

Bozzetto, sceneggiatore anche del film con Attilio Giovannini e Guido Manuli, si serve dell'umorismo, dell'ironia (appena velata di melanconia) per intervenire su un contesto culturale ribollente di esigenze di cambiamento socio culturale.
Le serate del "Cineforum dei Cartoni" continueranno in altri appuntamenti primaverili, per poi riprendere in autunno con nuove sorprese.

30 aprile 2019